Tornai alla mia vita di sempre. Sveglia poco prima delle sette, colazione, salutare Aria che va alla fermata dello scuolabus, andare in ufficio, lavorare, tornare a casa alle dodici e mezza, preparare il pranzo, aspettare il ritorno di Aria, aiutarla coi compiti, urlare perché non ascolta e stramazzare sul letto dopo cena.
A volte c'era qualche piccola variazione, appuntamenti di lavoro anche al pomeriggio e salti mortali per far quadrare tutto. Il fine settimana riuscivo a prendermi qualche ora per uscire con Elsa o altri amici, ma stava diventando sempre più raro.Aria era quasi svenuta quando le avevo mostrato gli autografi di RM e J-Hope. All'inizio non mi aveva creduta; era convinta che li avessi scritti io.
«Non ci credo che li hai incontrati, lo fai solo per farmi contenta!» Ah, che bella la pubertà!
«Perché avrei dovuto? Sai benissimo anche tu che Seoul è enorme e che era praticamente impossibile incontrarli. Te l'avevo detto, prima della mia partenza. Ricordi? Mi avevi detto che volevi venire anche tu perché così avresti incontrato i BTS e io cosa ti avevo risposto?»
«Che non ho il passaporto e che era più facile che gli alieni atterrassero nel nostro giardino che incontrare i BTS a Seoul... quindi perché dovrei crederti, mamma?» incrociò le braccia.
«Perché è vero! Chiedi a Elsa, se non credi a me!» Era inutile, tutto ciò che usciva dalla mia bocca non le andava bene.
«Vorresti dirmi che avete avuto la fortuna di essere notate da loro in un ristorante?» Mi guardava sospettosa.«Giuro su quello che vuoi. Non li ho riconosciuti subito, però erano loro, me lo hanno anche confermato.» Omisi il fatto che avevamo passato insieme tre serate e che, l'ultima, avevamo praticamente quasi dormito insieme. Era già abbastanza invidiosa così. «Dai, ti sembra la mia calligrafia? Sono due grafie diverse, si vede!»
«Tua e di Elsa.»«Aaaah! Basta, ci rinuncio» lasciai la sua cameretta, esasperata.
«Cioè, mamma, non hai fatto nemmeno una foto, come faccio a crederti?» mi urlò alle spalle.
Ripiombai in camera. «Quante volte lo devo ripetere che non volevano lasciare tracce, che se la cosa fosse diventata pubblica avrebbero passato guai? Aspetta...» Presi il mio cellulare e cominciai a scorrere tutte le foto che avevo fatto durante il mio soggiorno a Seoul.
«Bingo!» Trovai un selfie di me e Elsa al mercato, quando stavamo aspettando i nostri kalguksu. Ingrandii la fotografia, fino a includere una persona alle nostre spalle, che stava pagando al commerciante. Non si vedeva benissimo, perché aveva cappellino, occhiali da sole, e il viso era di tre quarti. «Guarda un po': chi è questo, secondo te?»
Mi strappò il telefono dalle mani, osservando l'inquadratura nei minimi dettagli.
Rimase in silenzio qualche tempo poi, alzando lo sguardo colpevole su di me, disse: «È RM... Oddio, è RM... allora è vero!» cominciò a saltellare. «Ho gli autografi di RM e J-Hope! Un momento...»«Che c'è, ancora? Mi raccomando non dirlo in giro. Puoi solo dire che li ho incrociati e ho avuto un autografo. Fine.»
«Qui non eravate al ristorante. Questo è un mercato ed è giorno» affermò.
Merda. Mi ero tirata la zappa sui piedi.«Ehm, sì. In realtà li abbiamo rivisti il giorno dopo e ci hanno portate lì.» Deglutii, pronta all'esplosione di mia figlia.
«Cioè? Ci siete uscite? Come un vero appuntamento?»«Ma no...» minimizzai.
«Ma sì, invece! Mi hai tradita, come hai potuto uscire con i miei idoli! Magari vi siete pure baciati?»
«No! Ma che stai dicendo? Ti pare?» Dai, abbiamo fatto il bagno nella Jacuzzi. Non ho baciato nessuno.
«Non è giusto!»
«Ehi, signorina. È così che ho avuto gli autografi. Se non ci fossi uscita ancora, loro non avrebbero mai rivelato la loro identità. Facevano finta di niente. Quindi sì, ci sono uscita, sono stati simpatici e gentili, non ho baciato nessuno e ho avuto gli autografi.»La lasciai sola; aveva un po' di rabbia da sbollire. Sapevo che, passato il momento "invidia", sarebbe stata contenta e mi avrebbe chiesto i dettagli delle serate.
I giochi nell'idromassaggio, però, sarebbero rimasti segreti, non volevo turbare eccessivamente una dodicenne.
Come previsto, un'ora dopo riemerse dalle sue stanze chiedendomi cosa avevano detto, che tipi erano, come erano vestiti e così via.
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7 in più sotto il tetto
FanfictionAccetteresti di ospitare a casa tua un'intera boy-band? È l'offerta che viene fatta a Chiara, un'italiana che, poche settimane prima, si trovava in Corea per lavoro e ha passato alcune serate spensierate in compagnia della sua amica Elsa e di due mi...