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Avevamo assoldato Biagio, il fonico ufficiale del paese.
Quasi settantenne, e chitarrista amante di Santana, aveva un impianto audio completo e, per questo, veniva ingaggiato per tutte le feste, concerti e attività del paese.

Dopo cena aveva cominciato a mettere qualche pezzo ballabile e, le più giovani, si erano già gettate in pista, pronte a sfoggiare i passi di danza imparati durante quei mesi.
«Ma che cazzo?» Yoongi si voltò verso Biagio, che aveva messo una classica mazurca italiana.
Lo guardai, perplessa. Chi di noi sapeva ballare il liscio, a parte i miei genitori e... «Taehyung?»
Il giovane uomo aveva accompagnato la signora Luciana in pista e stava "ballando" con lei.
«Che dolce!» commentò Elsa, guardandoli con ammirazione.
Tae non conosceva i passi e ascoltava le indicazioni dell'anziana donna con attenzione.
Anche i miei genitori si erano lanciati nelle danze, seppur con qualche rimostranza di mia madre, che non amava stare al centro dell'attenzione.
«Tu sai ballare questa roba?» mi chiese Yoongi, con un mezzo sorriso.
«No! Oddio, proprio no.» Ci avevo provato, qualche volta, in occasione di qualche festa paesana ma, oltre a pestare i piedi al malcapitato e imprecare, altro non ero riuscita a fare.
«Peccato, volevo chiederti di ballare.»

«Adesso mettiamo qualcosa di più moderno, altrimenti le ragazzine qua si lamentano» disse Biagio, imprecando poi sottovoce.
Fece partire un orribile tormentone estivo italiano, con quelle basi trap intervallate da riff spagnoleggianti.
«Oddio, questa no...» commentai. Mi alzai e raggiunsi l'uomo, suggerendogli di pescare le canzoni dalle cartelle che gli avevo passato quella mattina su una chiavetta USB. Avevo messo un po' di tutto: dal rock all'hip-hop, passando per alcuni brani vintage e arrivando alla dance e al k-pop. Sì, anche i BTS.
Le ragazzine giocavano sul fondo della palestra, lanciandosi dalle spalliere sui materassoni, con grandi balzi e urla divertite. Anche io avevo fatto lo stesso, tanti anni prima. Invidiavo la loro spensieratezza e, per quella serata, volevo sentirmi così anche io.

Quando Biagio fece partire "Can't get you out of my head" di Kylie Minogue, saltai in piedi, seguita a ruota da Elsa e Jimin.
Quasi presi una storta, saltellando fino alla pista, ma non potevo esimermi dal ballare quel brano che aveva accompagnato la mia giovinezza.
"Every night, every day, just to be there in your arms..."
Ballare con Jimin di fronte era sempre un piacere. Era facile capire perché mi fossi presa una cotta per lui, all'inizio: quando ballava era di una sensualità mostruosa; tutte le donne presenti non riuscivano a scollargli gli occhi di dosso. Lui ne era consapevole e esagerava ogni mossa per provocarle.
"Set me free..."
Hobi e Jin si erano uniti alle danze. Se quest'ultimo si muoveva un po' a casaccio, Hoseok stava dando sfoggio delle sue doti, in parte riuscendo a rubare la scena a Jimin.
Doveva smetterla di ballare in quel modo. Dovevano smetterla tutti e due.
Io e Elsa cercammo di armonizzare i nostri movimenti coi loro e, presto, trovammo il ritmo giusto.
Mi stavo divertendo. L'alcol cominciava a riscaldarmi il corpo, ero con le persone che amavo e avevo vissuto mesi incredibili. Mi sentivo così appagata!
Senza accorgermene mi ritrovai a fare una giravolta fra le braccia di Hobi e, non appena la canzone finì, notai che c'era qualcuno che ci guardava con sguardo tagliente.

Yoongi sbuffò, serrando poi la mascella, versandosi dell'altro vino, sempre seduto al tavolo.
«Ehi, tu non vieni a ballare?» gli chiesi, avvicinandomi e prendendo la bottiglia.
Scosse la testa.
«Qualcosa non va?»
Mi guardò per un istante, bevendo tutto il vino e facendo schioccare la lingua sul palato.
«È buono questo vino.»
Mi stava facendo innervosire. Era tutta sera che si comportava in modo strano e non mi dava alcuna spiegazione.
Volevo divertirmi, non farmi paranoie. Era l'ultima festa, tutti insieme, non volevo che venisse in alcun modo rovinata.

«Karaoke? Siete pronti?» disse Biagio, nel microfono.
Cominciarono le ragazzine, che cantarono alcuni successi italiani degli ultimi anni. Rosita era stonatissima e trascinava tutte le altre con sé, generando un'esilarante cacofonia.
«Chiara, vieni tu, per favore!» mi implorò il fonico. Avevo frequentato i suoi karaoke al bar, nel corso degli anni, e mi considerava la sua ancora di salvezza, quando qualcuno gli fracassava troppo i timpani.
Scelsi "I think I'm paranoid" dei Garbage, che conoscevo bene.
Sul ritornello, Jin, Hoseok e Namjoon si alzarono, agitando le teste come veri rocker.
«I think I'm paranoid, and complicated. I think I'm paranoid, manipulated.»
Sull' «all I want is you», però, guardai Yoongi, che era ancora seduto con quell'espressione scocciata sul viso. Finalmente riuscii a strappargli un sorriso.

7 in più sotto il tettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora