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Passammo altre due belle giornate a Milano e ci salutammo con la certezza che, in poco più di un mese, ci saremmo rivisti.
«Basta paranoie, va bene?»
«Giuro. Se non ti sentirò per due giorni non chiamerò "Chi l'ha visto".»

«Chi dovresti chiamare?» Yoongi arricciò il naso, un po' confuso.

«Oh, è una trasmissione televisiva che si occupa di persone scomparse.»
«Ah!» rise. «È quella che ogni tanto guardavi il mercoledì sera, dopo la lezione di danza, presentata da quella signora bionda. Ti lamentavi sempre che ti perdevi quasi tutta la puntata» ricordò.
Sorrisi, ricordando quella nostra quotidianità ormai perduta. Mi mancava così tanto averli per casa!
«Non vedo l'ora di averti in Corea.»

Ero felice che l'istituto del signor Lee mi avesse riconfermato l'incarico. Le iscrizioni al corso erano andate sold-out nel giro di un giorno, grazie anche alla notorietà che avevo raggiunto, seppur in modo involontario.
Sarei partita l'ultima settimana di luglio e sarei rimasta fino alla metà di agosto, per aspettare Yoongi e passare quindici giorni con lui.
Questa volta però, con me, ci sarebbe stata Aria. A dire il vero, all'inizio, ero stata titubante perché non sapevo dove lasciarla, mentre lavoravo. Non potevo piantarla in un appartamento da sola, in una città straniera.
«Mi spiace di non potervi ospitare nel mio appartamento, ma stanno facendo dei lavori. Speravo fossero ultimati per il tuo arrivo ma, a quanto pare, dovrò aspettare ancora.» Yoongi mi aveva spiegato che ci avrebbe ospitate al dormitorio. Ormai quasi nessuno di loro viveva lì in pianta stabile, ma ci passavano quando dovevano prepararsi per impegni comuni. «Sarà tutto vostro, per una decina di giorni saremo ancora in tour, poi vedremo come fare. Le chiavi le hai.»

Ero emozionata.
Rimettere piede a Seoul dopo un anno fu incredibile.
Aria invece era terrorizzata. Non aveva mai viaggiato in aereo e fu battezzata con un volo intercontinentale. La prospettiva di vedere la città su cui aveva fantasticato tanto, però, le aveva dato la forza di affrontarlo.
Eravamo arrivate in aeroporto stravolte ma piene di entusiasmo. Questa volta, a prenderci, non c'era l'autista del signor Lee, ma il mio amico Doyoon in persona.
Un anno prima ero atterrata lì con la mia migliore amica. Ero io quella nel panico, timorosa ad affrontare un'esperienza nuova. Ripensai alla Chiara di quei giorni, quella ingenua che ancora non immaginava quanto sarebbe cambiata la propria vita.

Mentre Doyoon guidava, Aria guardava la città con il naso appiccicato al finestrino. Era molto diversa dal nostro paesino di campagna, piena com'era di palazzi, colori e gente.
Non ero mai stata ad Hannam, il quartiere in cui si ergeva The Hill, il complesso esclusivo in cui si trovava il dormitorio dei BTS.
Da fuori mi sembrarono tutti casermoni ma, una volta scesa dal suv di Doyoon, mi resi conto che si trattava di residenze di lusso.
L'uomo della Hybe ci fece strada verso l'ascensore e ci spiegò come accedere all'appartamento.
«Per spostarvi, vi lascio il numero di un nostro autista. Chiamatelo quando volete, è il suo lavoro. Se invece vuoi guidare da sola giù, nel parcheggio, c'è l'auto di Yoongi a tua disposizione. Mi ha detto di aver lasciato le chiavi nel primo cassetto del suo comodino.»
«Ah, io voglio essere indipendente, non voglio autisti. Qual è la sua auto?»
Sbuffando, Doyoon fermò l'ascensore e tornammo al parcheggio.

«È quella lì» disse, indicando un enorme suv nero.
Mi bloccai. «No, okay, credo chiamerò il vostro autista. Io, quel carro armato, non lo guido.»
«Volendo ha anche una motocicletta. Però non la vedo qui, forse l'ha lasciata...»
«Ti sembro una che guida la moto?» lo interruppi. Poi lanciai una rapida occhiata alle altre auto parcheggiate lì vicino. Tutti macchinoni di lusso.

«Quella di chi è? È di uno dei ragazzi?» Indicai col mento una Porsche Carrera bianca.
«È di Hoseok.»
Rimasi un attimo in silenzio, a braccia incrociate, e poi scoppiai a ridere.
«Che c'è?» mi chiese Aria.
«C'è che per quattro mesi hanno guidato una Mercedes Classe A vecchia di tredici anni e una Smart!» Sapevo che erano ricchi ma, vedere le loro vetture, mi aveva lasciata sbalordita. E non avevo ancora visto il resto.

7 in più sotto il tettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora