Prima di andare a mangiare, però, i tre ragazzi dovevano affrontare l'ultima ora di lezione di quel martedì, e per giunta una delle più noiose della settimana, secondo loro: storia dell'arte.
"Ma l'hai sentita?" sbuffò Tommaso.
Michelangelo scosse la testa, ma non per negare, bensì per esprimere la sua esasperazione.
"Con chi crede di avere a che fare? Con dei poppanti?".
Michelangelo scosse di nuovo la testa, rigirandosi la matita tra le dita.
"Io mi sono stufato. Non voglio più sentire la sua voce" sbuffò di nuovo l'amico.
I due ragazzi si scambiarono una breve occhiata, prima di tornare a fissare l'insegnante di storia dell'arte, che, a distanza di tre file di banchi di scuola, continuava imperterrita il suo discorso.
"E' decisamente troppo per i miei poveri nervi. Mi fa venire voglia di alzarmi e andarmene" aggiunse Tommaso.
"Allora fallo, tanto non se ne accorgerebbe nemmeno" lo incoraggiò Michelangelo, dopo aver inclinato la testa di lato e avergli rivolto un mezzo sorriso.
"Stai cercando di dirmi che per lei sono invisibile?".
"Non solo per lei, penso".
Tommaso gli mollò un'amichevole pacca sul braccio.
"Allora, là dietro! State buoni, bambini!".
Michelangelo e Tommaso fecero appena in tempo a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
"Come ci ha chiamati?" sussurrò il castano incredulo, con la testa quasi al livello del banco, cercando di nascondersi alle occhiate curiose della classe.
"Vi stanno guardando tutti" ci tenne a far sapere Federico dalla fila davanti.
Tommaso e Michelangelo si scambiarono un'altra occhiata divertita. Poi si raddrizzarono e affrontarono a testa alta la loro stramba professoressa di storia dell'arte.
"Allora, mi potreste ripetere ciò che ho appena detto?" domandò lei, sfoggiando un sorriso tirato sulle labbra impiastricciate di rossetto.
"Di stare buoni?" azzardò Tommaso aggrottando le sopracciglia. Qualcuno rise, mentre l'insegnante continuava a sorridere in modo inquietante.
"Mi vuoi prendere in giro?".
"Ovviamente no" si scusò Tommaso, facendo ancora di più sbellicare dalle risa i compagni.
"State buoni, bambini!" disse lei, questa volta rivolta a tutti.
"Ti prego, continua!" lo supplicò Michelangelo.
Il suo migliore amico, però, sembrava aver esaurito la sua dose di coraggio, così la professoressa riprese il suo monologo.
"Ottimo, questa qui è andata con la testa. Lo so che lo dico ogni volta, ma il suo atteggiamento mi lascia sempre di stucco" fece Tommaso.
"Almeno la sua non è una materia importante. Ti immagini se avessimo una così di matematica o italiano?".
"Non me lo dire... comunque mancano solo tre minuti".
Dopodiché i due amici rimasero in silenzio a scrutare senza ritegno l'orologio appeso al muro alla sinistra della lavagna.
Infine la campanella suonò e l'insegnante capì che per quel giorno aveva dato abbastanza aria alla bocca.
Tutti gli studenti tirarono un sospiro di sollievo. Qualcuno si alzò, altri si misero subito a preparare la cartella. Tommaso, ancora seduto al suo posto, si stiracchiò, allungando le braccia sopra alla testa.
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Forever
Teen Fiction• Completa • Michelangelo Martini non ha mai cercato l'amore. Per lui contano soltanto la scuola, lo studio, la famiglia e i suoi migliori amici Tommaso e Federico. Le cose cambiano quando incontra Ginevra, una ragazza misteriosa e con una sfrenata...