17. Una luce sul passato

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"Che hai da ridere, stronzo?" gli ringhiò contro Samuele stringendo le mani a pugno, come se fosse sul punto di tirargli un cazzotto.

Ciononostante, Patrick non smise di sogghignare e di scrutare Michelangelo, il quale, dal canto suo, avrebbe voluto sprofondare e avrebbe pagato qualsiasi cifra per non avere lo sguardo del biondo puntato su di sé.

I brividi gli percorrevano tutto il corpo e per giunta non riusciva a non ritornare con la mente a dei dolorosi ricordi risalenti a molti anni prima.

Quando andava alle elementari, Michelangelo veniva spesso preso in giro da un paio di suoi compagni di classe per via del suo modo di fare da perfezionista.

Non era un "so tutto io" e non faceva del male a nessuno. Semplicemente scoppiava a piangere ogni volta che commetteva un errore.

Non era affatto bello per lui singhiozzare davanti a tutta la classe, ma non riusciva mai a trattenersi: il peso del fallimento era insostenibile.

In fin dei conti era ancora piccolo e doveva imparare a controllare le proprie emozioni e a non scoraggiarsi in tal modo per ogni minima imperfezione.

Quei suoi compagni di classe, però, non la pensavano allo stesso modo. Non l'avevano mai bullizzato fisicamente, ma verbalmente, e Michelangelo non aveva avuto il coraggio di dirlo a nessuno.

Con il passare del tempo per fortuna quei bambini avevano smesso di prenderlo di mira, anche perché Michelangelo aveva iniziato a capire come fare a trattenere le lacrime.

Ogni volta che gli veniva da piangere, stringeva i denti e si ripeteva che non doveva mostrarsi debole, non doveva "fare la femminuccia", non doveva cedere e dar loro l'ennesima occasione per rivolgergli parole di cattiveria.

Quella sofferenza lo aveva temprato, ma a caro prezzo. Non averne parlato con nessuno lo aveva fatto stare male e il silenzio lo aveva reso più chiuso e freddo.

Per questo a diciotto anni aveva paura di aprirsi con le persone e di mostrare la sua personalità. Per questo tendeva a nascondere tanto di sé e della sua vita agli altri.

Se Patrick avesse fatto circolare la notizia che lui frequentava un corso di danza, qualcuno avrebbe potuto approfittarne per prenderlo in giro.

Michelangelo ne era certo. Sapeva di quanta cattiveria fossero capaci certi suoi coetanei.

Erano passati tanti anni da quando andava alle elementari, ma il castano non ci teneva a rivivere una situazione simile a quella.

Fu per questo che, sull'orlo della disperazione, fu sul punto di chiedere a Patrick di non farne parola con nessuno.

Purtroppo, però, non fece in tempo, perché il biondo si allontanò, dopo avergli rivolto un ultimo sorriso beffardo.

"Chi era quello?" gli chiese Samuele quando Patrick era ormai lontano.

"Un mio compagno di classe".

Michelangelo aveva paura di ciò che sarebbe potuto accadere e sentiva un bisogno irrefrenabile di rincorrere il biondo e supplicarlo di tacere, ma non fece nulla di tutto ciò. Insieme al ragazzo dai capelli blu uscì dall'edificio.

Una volta fuori, i due si salutarono e si promisero di rivedersi la settimana seguente per la prima vera lezione di danza.

Sulla strada del ritorno Michelangelo si sentiva stordito per via delle diverse emozioni che aveva provato quel pomeriggio.

Necessitava di una doccia e di un lungo sonno, ma aveva anche l'impellente desiderio di scrivere a Ginevra e comunicarle com'era andata la lezione.

Fu per questo che, dopo essere arrivato a casa e aver cenato, chiese a sua sorella Lisa di prestargli il cellulare per contattare una persona.

"Va bene, certo. Non serve chiederlo" gli rispose lei gentilmente, porgendogli lo smartphone e sorridendo. "Mamma e papà te l'hanno ritirato, vero? Che cosa hai combinato di tanto grave?".

Michelangelo la mise al corrente di ciò che era successo in quegli ultimi giorni.

Mentre parlava, Lisa lo guardò con tanto d'occhi e infine lo strinse in un abbraccio fortissimo.

"Non preoccuparti, Michi. Sei un adolescente e hai il diritto di scegliere che cosa fare della tua vita. Io sono contenta che tu abbia deciso di dedicarti a qualcos'altro oltre che allo studio e che abbia avuto il coraggio di marinare, almeno una volta nella tua vita. Davvero, mamma e papà sanno essere proprio ottusi certe volte! Tu non badarci troppo e fai di testa tua, perché hai una testa e sei in grado di capire che cosa è bene per te e che cosa non lo è".

A Michelangelo quasi vennero le lacrime agli occhi a sentire le parole di sua sorella. Appoggiò la testa nell'incavo della sua spalla e inspirò il profumo dello shampoo con cui Lisa si era appena lavata i capelli.

"Grazie, Lisa. Sono felice che almeno tu ti fidi di me".

"Non devi ringraziarmi, angioletto. Io ti voglio bene e ti starò sempre accanto, lo sai. Anche se vivo lontana, io ci sono per te, non dimenticarlo mai".

Dopodiché la giovane donna diede un bacio in fronte al fratello e lo spedì via dalla sua stanza, perché aveva voglia di mettersi a dormire.

Michelangelo tornò in camera sua e si sdraiò sul letto, tenendo stretto in mano il cellulare di Lisa.

Il cuore gli batteva velocemente e si sentiva pervaso da un grande affetto nei confronti della sorella.

In quel momento decise che le avrebbe presto parlato di Ginevra.

Poi accedette a Instagram con il proprio account e diede un'occhiata alle novità, cercando nel frattempo di darsi una calmata. La prospettiva di poter scrivere a Ginevra lo rendeva alquanto nervoso.

In seguito digitò velocemente:

Ciao Ginevra, come stai?

Oh, ciao Michi. Bene e tu?

scrisse lei dopo meno di un minuto.

Anch'io, grazie. Oggi ho avuto la mia prima lezione di danza classica!

Oh, bello

Michelangelo rilesse più volte l'ultimo messaggio della corvina, mentre il suo sorriso si spegneva lentamente.

Ginevra non sembrava entusiasta, anzi, pareva alquanto annoiata.

Con una scrollata di spalle, però, il castano si convinse del fatto che fosse tutta quanta una sua paranoia. Perciò scrisse:

Mi è piaciuto molto! Ho conosciuto anche un ragazzo simpatico e il maestro sembra in gamba

Bene

Dopo quella piccola parola di risposta, però, Michelangelo non riusciva più a credere che fosse tutto a posto.

Tutto okay?

Ginevra non rispose subito, cosa che fece preoccupare ancora di più il ragazzo.

Ti dovrei parlare, Michi

Michelangelo non sapeva più che cosa pensare. Poteva essere che la corvina volesse confidargli qualcosa di bello, così come qualcosa di brutto. In ogni caso, il sangue gli si gelò nelle vene.

Spero non sia niente di grave...

No, non è niente di grave. Possiamo vederci domani sera?

Sì, certo

Dopodiché si accordarono sul luogo dove incontrarsi.

Una volta uscito da Instagram, Michelangelo sospirò, leggermente amareggiato. Ginevra era strana quella sera.

Con la speranza di scoprire il giorno seguente il motivo del suo misterioso comportamento, Michelangelo spense la luce e si mise a dormire.

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