4. Lacrime e McNuggets

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"Che cosa faremo quando il liceo finirà? Le nostre strade sono destinate a dividersi? Siamo destinati ad abbandonarci?" domandò Federico.

Il silenzio calò su quell'angolo del McDonald's.

Michelangelo non sapeva che cosa rispondere. Conosceva Tommaso e Federico sin dall'inizio del liceo, quindi da ormai quattro anni. Avevano condiviso i momenti migliori della loro adolescenza.

Il pensiero di perdersi di vista l'anno seguente per colpa dell'università lo terrorizzava. Ogni tanto quella paura si affacciava alle soglie della sua mente, ma lui aveva sempre cercato di tenerla lontana.

"Staremo insieme, dovunque saremo" mormorò Tommaso con un tono di voce assai flebile per lui.

"Davvero?" gli chiese Federico, sorridendo tristemente e guardandolo quasi con compassione, in un modo che non ammetteva risposte.

Sapevano benissimo tutti e tre che era alquanto difficile mantenere i contatti nonostante la possibile lontananza.

"Ma perché ce lo chiedi proprio ora?" domandò Michelangelo, per non lasciare che il silenzio prendesse ancora il sopravvento.

Federico abbassò lo sguardo sulle proprie mani. "Perché io ho intenzione di andarmene" confessò.

Tommaso e Michelangelo lo fissarono a lungo, cercando di leggergli in volto qualcosa di più. Speravano che si trattasse di uno scherzo, ma l'espressione di dolore del ragazzo era autentica.

"Fede" si limitò a dire Michelangelo.

Federico si morse il labbro inferiore, come se stesse cercando disperatamente di non scoppiare a piangere."Non usare quel tono di voce, Michi, ti prego" lo supplicò il ragazzo dai capelli neri.

"Allora tu dimmi cosa c'è che non va!".

Federico lo guardò con gli occhi pieni di lacrime.

"Per te sarà bello dirci addio? Lo sai che è difficile mantenere le amicizie del liceo e...".

"Ma vuoi scherzare? Per nessuno di noi sarà bello" lo interruppe Tommaso.

"Però è normale che le nostre strade si separino" disse Michelangelo guardando, oltre il vetro, la strada trafficata. "Insomma, è giusto seguire i propri sogni e studiare ciò che si vuole davvero, anche a costo di trasferirsi in una città lontana".

"Sì, lo so" farfugliò Federico. Poi sospirò e prese in mano un McNugget. Lo fissò a lungo, come se sperasse che quella crocchetta di pollo potesse dargli una risposta diversa da quella che gli avevano dato i suoi migliori amici.

"Abbiamo comunque ancora un anno da passare insieme" disse Tommaso, che cercava di vedere sempre il lato positivo delle cose. "Ci divertiremo".

Cadde di nuovo il silenzio e i tre ragazzi si concentrarono sul cibo delizioso che avevano davanti. Erano assorti nei loro pensieri, diversi fra loro, ma che gravitavano tutti attorno alla questione che Federico aveva appena sollevato.

"Hey, raga!" esclamò tutto a un tratto Tommaso, facendo sussultare gli altri due. "Che ne dite di marinare domani?".

Michelangelo lo guardò con tanto d'occhi, mentre Federico ridacchiò nervosamente.

Non avevano mai marinato in quegli anni. Erano dei bravi ragazzi ed erano abituati ad obbedire ai genitori e agli insegnanti.

"Non lo so, ho paura che verremmo sgamati. E poi se i miei lo scoprissero mi ammazzerebbero" confessò Michelangelo prima di dare un morso ad un croccante McNugget.

I suoi genitori avevano sempre preteso tanto da lui, soprattutto in ambito scolastico, e Michelangelo aveva cercato di non deluderli mai, essendo sempre uno studente modello.

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