La cena si concluse in silenzio. Michelangelo finì di mangiare la sua bistecca, nonostante avesse ormai lo stomaco chiuso, e fu il primo ad alzarsi da tavola.
Nessuno disse niente. Nessuno tentò di fermarlo quando si chiuse a chiave in camera sua.
Una volta al sicuro tra quelle quattro pareti, il ragazzo si concesse di versare lacrime di rabbia, frutto della tensione e dell'odio che in quell'ultima ora aveva accumulato nei confronti di suo padre.
Era come se quelle gocce salate lavassero via incrostazioni di dolore, dovuto a troppi anni passati a impegnarsi al massimo per qualcosa che non gli aveva dato niente in cambio. Niente che avesse nutrito la sua anima, perlomeno.
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Il mattino seguente, dopo aver aperto gli occhi, Michelangelo provò una scarica di adrenalina al pensiero che quel giorno avrebbe marinato per la prima volta nella sua vita.
Dopo essersi lavato, aver fatto colazione e aver preparato la cartella, il ragazzo controllò il cellulare e sorrise leggendo i messaggi di Tommaso e Federico. Il primo in particolare era piuttosto euforico.
In seguito uscì di casa, grato per non aver dovuto incontrare nessuno dei suoi familiari quella mattina, e si diresse a passo sicuro verso il parco dove si era dato appuntamento con i suoi migliori amici.
Arrivò in anticipo, perciò si sedette ad aspettarli su una panchina sotto a un immenso platano.
Da qualche giorno era cominciato l'autunno e le foglie degli alberi già sembravano sul punto di prendere fuoco, tanto accesi erano i loro colori.
Michelangelo piegò la testa all'indietro e osservò il cielo azzurro e le foglie scarlatte. Era un accostamento meraviglioso.
Nella sua vita non aveva mai avuto molto tempo per ammirare la natura, o forse non se lo era voluto ritagliare. In quel momento se ne pentì, ma pensò anche che forse non era troppo tardi per aprire gli occhi sul mondo che lo circondava e imparare a vedere il bello in ogni cosa, proprio come faceva Ginevra.
"Ehi, è Michi!" urlò una voce non molto lontana.
Ancora prima di girarsi e incrociarne lo sguardo, Michelangelo capì che si trattava di Federico.
I suoi due migliori amici si stavano dirigendo verso di lui, così il castano si alzò dalla panchina e andò loro incontro. Si scambiarono sorrisi e pacche sulla schiena, dopodiché Tommaso iniziò a saltellare sul posto, non riuscendo a contenere l'entusiasmo.
"Allora, andiamo? Andiamo? Il mare ci aspetta!" esclamò con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
"Sembri un bambino" commentò Federico, non riuscendo però a trattenere un sorriso. L'allegria del loro amico era assai contagiosa.
"Non mi importa. Ora andiamo?" ripeté Tommaso. Quindi afferrò i polsi degli altri due e li trascinò via con sé.
"Ma sì che andiamo, non serve trascinarci" si lamentò Michelangelo ridacchiando.
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Presero un autobus che li avrebbe portati fino a uno dei loro posti preferiti, ovvero una spiaggia libera abbastanza fuori città.
C'era molto traffico e per questo ci impiegarono più di mezz'ora per arrivarci, ma ne valse la pena, come ogni volta. Il sole abbagliante, il cielo turchino e le onde spumose li salutarono appena scesero dal mezzo.
"Da quanto tempo..." mormorò Federico, ammirando il mare con la bocca leggermente socchiusa e gli occhi che luccicavano.
In seguito i tre amici percorsero il breve vialetto che conduceva alla spiaggia. Fortunatamente in quel momento era quasi deserta, poiché la maggior parte della gente era diretta a scuola o al lavoro.
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Forever
Teen Fiction• Completa • Michelangelo Martini non ha mai cercato l'amore. Per lui contano soltanto la scuola, lo studio, la famiglia e i suoi migliori amici Tommaso e Federico. Le cose cambiano quando incontra Ginevra, una ragazza misteriosa e con una sfrenata...