48. In riva al mare

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Michelangelo smise di danzare e si sedette sulla sabbia per riprendere fiato. Voltò il capo per osservare la spiaggia baciata dal sole del tramonto e il suo cuore fece un balzo nel petto.

A poche decine di metri da lui c'era Ginevra.

Michelangelo dischiuse le labbra e restò a osservarla, incantato, come se si trattasse di una visione; in verità lui non era del tutto sicuro che non lo fosse.
Quando però la ragazza gli si avvicinò e lui poté scorgere alcune lacrime brillare sulle sue guance, iniziò a credere che fosse reale.

"Ginny? Che cosa ci fai qui?" domandò alzandosi in piedi.

In quel momento Ginevra pareva oltremodo fragile e vulnerabile e nel suo sguardo Michelangelo riuscì a leggere una grande sofferenza, un peso di cui non era ancora riuscita a liberarsi.

"Volevo parlarti" si limitò a dire la ragazza, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

"Okay, sono qui" sussurrò Michelangelo, accennando un timido sorriso.

Ciò non fece altro che far scuotere lentamente la testa a Ginevra, mentre i suoi lineamenti si piegavano in una smorfia di dolore. Stava cercando in tutti i modi di non scoppiare a piangere.

"Non merito un cuore buono come il tuo, Michelangelo. Però sono qui perché... ecco, la verità è che non ho smesso nemmeno per un secondo di pensare a te, durante questa settimana". Ginevra si fermò e rivolse una lunga occhiata alla distesa azzurra accanto a loro. L'acqua era calma e le onde spumose accarezzavano la sabbia con infinita dolcezza. "Se tu mi dirai che non vuoi più avere a che fare con me, ti darò ragione e scomparirò per sempre dalla tua vita".

La ragazza riportò lo sguardo su Michelangelo e lo ammirò come se fosse un'opera d'arte. I capelli del ragazzo gli ricadevano setosi sulla fronte e gli occhi brillavano per l'emozione, mentre le sue guance erano leggermente tinte di rosso.

"Se invece non detesti con tutto te stesso la mia presenza, allora... potrei provare a riconquistarmi la tua fiducia? Io sono disposta a fare qualsiasi cosa, Michi, anche ad aspettare per anni. Ti sembrerà assurdo, ma è la verità. Ho sbagliato, in passato. Sono stata meschina, ti ho ferito, ho giocato con i tuoi sentimenti, ti ho mentito... però adesso sono qui, con le mie lacrime e il mio cuore che appartiene ancora a te e a te continuerà ad appartenere. Ora sono qui con la folle speranza di poter avere una piccola possibilità. Non la merito, lo so, ma farò sì di meritarla. Io... Michelangelo, io...".

Le lacrime rigavano le guance di Ginevra e lei tentò di asciugarle, ma esse scendevano così velocemente che appena lei le scacciava, altre le sostituivano.

Michelangelo colmò la distanza che li separava e strinse la corvina in un abbraccio fortissimo. Poi iniziò a cullarla tra le sue braccia e le accarezzò i capelli, mentre Ginevra singhiozzava e il suo corpo era scosso da continui tremori, dovuti alla forte emozione.

"Ginny" sussurrò Michelangelo, sciogliendo l'abbraccio e guardando la ragazza negli occhi, mentre le teneva il volto nelle sue mani. Con il pollice le asciugò le lacrime e intanto sorrise.

"Io voglio cambiare. Io sono già cambiata molto, Michi, e solo grazie a te. Mi hai fatto capire così tante cose... Mi hai fatto capire quanto sono importanti i veri sentimenti, quanto è importante la sincerità...".

"Ginny, possiamo ricominciare. Io e te, senza più bugie e incomprensioni, come se nulla fosse successo". Il sorriso di Michelangelo era sincero e le sue intenzioni erano delle migliori.

Ginevra spalancò gli occhi, ancora velati di lacrime, e restò a bocca aperta a sentire quelle parole. "Tu... dici sul serio?".

"Sì, Ginny. Non posso negarti che non sono ancora in grado di fidarmi di te, dopo tutto ciò che è successo, ma se anche tu ti impegnerai, sono sicuro che tutto tornerà come prima, anzi, molto meglio di prima. Io ti amo, Ginevra, e non sono disposto a rinunciare a te per un tuo stupido sbaglio".

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