15. Imbarazzo

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Quella sera Michelangelo tornò a casa di corsa, consapevole del fatto che sua madre si sarebbe arrabbiata per via del suo notevole ritardo.

Era uscito per andare a fare la spesa, ma si era ritrovato a passeggiare in compagnia di Ginevra e al supermercato non era nemmeno entrato.

Ciononostante, l'euforia che aveva provato in quell'ultima ora superava di gran lunga il timore di venire sgridato.

Ormai il ricordo delle urla dei suoi genitori non lo scalfiva minimamente, poiché il solo pensiero della ragazza dai capelli neri lo faceva viaggiare lontano da loro, in un universo parallelo dove sua madre e suo padre non avevano il diritto di accedere.

"Michelangelo, dov'è la borsa della spesa?" chiese per l'appunto la donna non appena suo figlio si sedette sul divano e, con il cuore che gli batteva all'impazzata, si mise a fare zapping.

"Scusa, mamma, ma non ho fatto la spesa. Per strada ho incontrato un mio compagno delle medie e ci siamo fermati a chiacchierare. Ho perso la cognizione del tempo e quando mi sono reso conto di che ora fosse, era ormai troppo tardi: il supermercato aveva chiuso" spiegò tranquillamente il castano con lo sguardo fisso sullo schermo della TV.

Passò da un programma di cucina a un telegiornale e successivamente alla puntata di una serie poliziesca.

"Non ci credo...". 

A quelle parole Michelangelo voltò la testa di scatto e incrociò lo sguardo di sua madre.

Come aveva fatto a sgamarlo tanto facilmente?

"Sei sempre il solito, Michelangelo" continuò lei, girandosi e tornando in cucina, delusa, ma anche rassegnata.

Michelangelo rilasciò un sospiro di sollievo e sorrise.

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Il giorno seguente era un venerdì e Michelangelo aveva in programma di andare a pranzo con sua sorella Lisa, che proprio quella mattina era tornata dall'università.

Si diedero appuntamento fuori da un locale del centro, molto affollato perché tra i migliori della città.

"Michi!" lo salutò la giovane stringendolo in un abbraccio fortissimo. 

Michelangelo era più alto di lei di almeno una spanna, ma, nonostante ciò, quando si trovava tra le sue braccia si sentiva lui quello più piccolo, il fratello minore di cui prendersi cura.

Lisa era una donna, ormai, e viveva per la maggior parte del tempo lontana da lui, ma l'affetto che provavano l'uno nei confronti dell'altra non era mutato. Era come se una parte di loro fosse rimasta legata al passato e solo in compagnia dell'altro sentisse di avere il permesso di esistere.

"Mi sei mancata tanto, Lisa" sussurrò Michelangelo accarezzando i capelli della sorella.

"Smettila o mi farai piangere!" esclamò la giovane donna allontanandosi e guardandolo a lungo negli occhi. "Sei cresciuto, angioletto mio!". 

Sorrideva, ma sembrava anche triste, poiché solo vivendo lontana da lui capiva quanto il tempo scorreva in fretta.

Le faceva male rendersi conto che lo studio e l'impegno necessari per costruirsi un futuro la stavano privando di momenti preziosi in compagnia della sua famiglia e in particolare di Michelangelo. Tuttavia non poteva farci proprio niente.

Michelangelo si accorse del turbamento di Lisa, ma preferì non dire nulla, poiché temeva di sapere già quali pensieri le stessero attraversando la mente.

Non si lamentò nemmeno del nomignolo con cui la sorella lo aveva chiamato. A dir la verità sotto sotto gli faceva pure piacere, dato che gli ricordava i bei tempi passati, quando lui era ancora un bambino e Lisa lo stuzzicava sempre usando quel soprannome.

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