44. La lettera

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Caro Michelangelo,

ti scrivo questa lettera perché sono una codarda e non riesco a confidarti a voce ciò che da troppo tempo ho tenuto nascosto nel mio cuore.

Premetto di non essere molto brava con le parole. Lo sai anche tu che mi sento a mio agio soltanto esprimendomi attraverso passi di danza. Purtroppo non posso dirti queste cose danzando, perciò sono costretta a prendere in mano carta e penna.

Ho scelto di scrivere una lettera perché amo le cose fatte alla vecchia maniera. Se la stai leggendo, vorrà dire che ho avuto il coraggio di dartela, chissà dopo quanto tempo e quanta fatica...

Michelangelo alzò lo sguardo dal foglio di carta che stringeva in mano e corrugò la fronte, confuso.

Quelle parole gli suggerivano che Ginevra non aveva lasciato di proposito quella lettera al manicomio abbandonato. Questo un po' lo rassicurava, sebbene lo lasciasse comunque assai perplesso, perché significava che doveva esserle caduta per sbaglio mentre era lì.

Ma era stato quel giorno o prima? Lo scenario che lo convinceva di più era quello in cui una Ginevra ubriaca perdeva lì, quella sera stessa, la sua preziosa lettera.

Ma perché si trovava in quel posto?

Michelangelo ignorò le domande che la sua mente continuava a formulare e continuò la lettura.

Michi, a me dispiace davvero tantissimo dirti questa cosa, però devi sapere che inizialmente il motivo per cui mi sono avvicinata a te e ho consentito a te di avvicinarti a me non era perché mi piacevi. Mi stavi simpatico, certo, ma non provavo nessun interesse.

So quanto possa essere difficile leggere queste parole, ma voglio che tu sappia tutta la verità.

Michelangelo allontanò di nuovo lo sguardo dal foglio e preferì osservare un punto indefinito di fronte a sé.

Gli sembrava tutto troppo complicato e difficile da sopportare per la sua mente, già messa a dura prova dalle emozioni di quella sera; non per questo, però, l'avrebbe messa da parte.

Aveva la sensazione che ciò che c'era scritto non gli sarebbe piaciuto per niente. Sapeva che probabilmente avrebbe perfino pianto, però non poteva fermarsi.

Vedi, Michi, quando ci siamo incontrati io ero ancora innamorata di Zeno, nonostante ci fossimo lasciati già da qualche anno. Lui non lo sapeva e io non volevo dirglielo, per non rovinare la nostra amicizia, ma ogni giorno speravo e sognavo di conquistare un'altra volta il suo cuore.

Soffrivo moltissimo. Ho sofferto per mesi, fin da un momento, risalente all'incirca a un annetto fa, in cui mi sono resa conto che i miei sentimenti verso di lui non si erano affatto spenti come credevo e come fra l'altro gli avevo assicurato quando ci eravamo lasciati.

È stato soltanto nella speranza di farlo ingelosire che ho acconsentito a vederti e mi sono mostrata così vicina a te. Fin da subito ho capito che eri cotto di me e per questo ho approfittato del tuo interesse nei miei confronti per avere di nuovo una possibilità con il mio migliore amico.

Speravo di farlo ingelosire, ma non ho ottenuto nulla. Anzi, un giorno Zeno mi ha perfino confidato che secondo lui formiamo una bellissima coppia. Altro che essere geloso, quel ragazzo ha creduto di essere il nostro cupido!

È stato per farci rimanere in contatto che ha condiviso con te il mio profilo Instagram, ad esempio. Me lo ha detto lui stesso, tempo dopo, e io inizialmente non volevo crederci, ma posso giurarti che non mente. Ha davvero avuto queste intenzioni.

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