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Finalmente le vacanze natalizie arrivarono anche se non sarebbero state una pacchia data tutta la roba che avevo da studiare prima del rientro. Certo che i professori le trovavano davvero tutte per torturarci. Non vedevo l'ora di arrivare alla maturità e mettere fine a questa tortura....almeno....per un pò. Guardai in cagnesco il libro di letteratura e sbuffai; spesso mi chiedevo a che cosa mi sarebbe servito sapere vita, morte e miracoli di gente morta da decenni. Eppure mi toccava se non volevo essere bocciato. Tentai in tutti i modi di concentrarmi ma proprio non ce la facevo e così pensai bene di sgattaiolare nell'unico spazio privato ( a parte il bagno) che mi era concesso in quella casa: la stanza relax. Sigaretta. Ecco di cosa avevo bisogno. Cercai nelle tasche dei jeans ma non le trovai. Momento di panico: dove cazzo sono finite le mie sigarette?! Con un sospiro, mi ricordai di averle finite dopo che Cassie se n'era andata qualche sera prima. Dopo che era stata da me per "studiare" e il casino che era successo, non ci siamo più avvicinati e tanto meno parlati. Ho bisogno assolutamente di fumare! Che sarebbe successo se fossi scomparso per un paio di minuti? Niente vero? Sgattaiolai al pian terreno recuperando alla svelta chiavi della macchina e giubotto quando mia madre pensò bene di spuntarmi alle spalle facendomi fare mezzo infarto
- Perchè stai sgattaiolando via come un ladro? Dove devi andare?- mi chiese
- Oh...ehm...mi servono dei fogli, faccio un salto in cartoleria-
- Possiamo mandare Alfred- disse lei
- No, no posso andare io! Ne approfitto per prendere un pò di aria anche e...staccare un pò- dissi balbettando un pò. Se non mi lascia andare ho idea che il mio cuore esploda sul serio! Mi guardò sospettosa, ma poi disse
- Va bene...allora vai, mi raccomando: cartoleria e poi casa-
- Certo- convenni io. Allora Dio esiste davvero e mi vuole bene. Aspettai che si avviasse verso lo studio di mio padre prima di aprire la porta d'ingresso e recuperare la macchina. Quella scusa mi sarebbe costata la vita, perciò per deviare qualunque sospetto feci davvero un salto in cartoleria a prendere i fogli. Feci per montare in macchina ma il mio sguardo venne catturato da una brunetta che io conoscevo fin troppo bene: Cassie camminava tranquilla con le sue due migliori amiche, ignara che io la stessi fissando. So che non dovrei trasgredire gli ordini di mia madre ma...buttai tutto in macchina e corsi verso di loro; Rachel e Queen si allontanarono da Cassie proprio quando mi avvicinai
- Ehy- dissi con il fiatone
- Ciao- mi rispose sorpresa
- Non pensavo di trovarti in giro a quest'ora- dissi
- E io non mi aspettavo di trovare te....che ci fai qui?-
- Commissioni da fare...senti che ne dici se ci prendiamo una cioccolata? Fa piuttosto freddo-
Cassie ci mise un pò a rispondere, combattuta sul da farsi ma alla fine accettò e mi seguì. Il locale che avevo scelto era uno dei più rinnomati per l'ottima cioccolata che servivano; nel mentre aspettavamo che le nostre ordinazioni arrivassero io e Cassie passammo tutto l'arco del tempo in silenzio, non sapendo che dire. Vidi la sua mano sgattaiolare verso la mia e convinto che volesse prendermela, l'anticipai io e le presi la mano. Cassie mi guardò sorpresa ma poi capì la motivazione di quel gesto: lentamente fece scivolare via la sua mano, lasciandomi sul palmo una sigaretta. Guardai incredulo ciò che mi aveva lasciato e lei notando il mio momentaneo smarrimento disse
- Te la dovevo e non è stato facile portarla fuori senza che i miei se ne accorgessero....mia madre controlla sempre fra le mie cose convinta che non lo sappia-
Mi rigirai fra le mani la sigaretta e poi la misi nell'orecchio
- Non dovevi- dissi
- Be, noto che ne hai bisogno-
- Non sai quanto- ammisi. I suoi occhi azzurri mi frugarono dentro e io distolsi lo sguardo
- I miei non vogliono che passo così tanto tempo con te...sono convinti che tu abbia una brutta influenza su di me- disse. Fu inevitabile dopo quella frase e la guardai dritta negli occhi. Avevo capito bene?
- Se sanno che sono da sola con te in questo momento farebbero un infarto- aggiunse poi con un piccolo sorriso
- Ancora per la storia del sesso a scuola?- le chiesi; ma andiamo! Era storia del paleolitico ormai! Cassie fece spallucce
- Ho idea di sì...ma a me non importa...possono dire quello che vogliono- disse fissandomi. Lo ammetto. La cosa non mi lasciò così sorpreso perchè avevo imparato che con lei niente era mai sicuro. Un uragano faceva meno confusione di Cassie Johnson, su questo siamo tutti d'accordo. La ragazza dalla faccia pulita e perfettina era in realtà una ragazza cattiva e che voleva assolutamente essere libera; sapevo così poco della ragazza che volevo raggirare che se non avessi subito.giocato d'astuzia tutte le mie fatiche sarebbero davvero state vane e inutili. Così, intavolai una discussione, giocando le mie carte migliori, fino a quando la tensione che c'era sempre agli inizi tutte le volte che ci ritrovavamo soli, se ne andò via del tutto. Ridemmo e scherzammo, ci punzecchiammo con battutine come se fossimo amici da sempre.
Uscimmo dal locale che ormai era l'ora di cena e ci avviammo alle nostre rispettive macchine
- Penso che sia ora di andare- disse lei
- Sì, è meglio...o i nostri genitori ci uccidono- convenni; Cassie sorrise
- Grazie per la cioccolata....allora.....ciao-
- Ciao- risposi io.

Iniziò tutto per giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora