Cassie

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- Avanti. Esci. Lo so che hai sentito tutto- mi intima Queen in tono severo. Dovevo aspettarmi che l'improvvisata di Draco l'avrebbe fatta incazzare. Ultimamente è nervosa per tutto, non le si può dire niente. Decido di non farla incazzare oltre ed esco dal mio nascondiglio, quello che mi ha protetta dagli occhi di Draco ma non da quelli di Queen che ora mi fissa impassibile.
- Certo che la testardaggine è il suo punto più forte- fu il suo commento, scuote la testa e si mette a preparare il tè. Finchè è girata di schiena, io ne approfitto e mi siedo su una delle sedie e la fisso. Le spalle sono tese e scommetterei la mia testa che sta cercando di mantenere la calma il più possibile. Di solito quando è arrabbiata davvero, lancia in giro le cose e poi si mette a piangere come un'isterica. Niente che non abbia già visto e affrontato, ma adesso mi spaventa. Praticamente è un pezzo di ghiaccio; passano parecchi minuti prima che si decida a dire qualcosa
- Che intenzioni hai Cassie?- mi chiede prima di voltarsi; rispondo con un'alzata di spalle
- Non fare così! Almeno tu devi prendere una posizione! Altrimenti finirete davvero per farvi del male. Tutti e due-
- Tanto più male di così, suppongo che non posso stare- rispondo con un'altra alzata di spalle e prendendo una delle riviste che sono appoggiate lì vicino. Lei, prontamente, me la strappa di mano.
- Cassie, parlo sul serio. Devi fare qualcosa. Non hai molto tempo per pensarci. O blocchi tutto oppure...torna a Chicago-
L'ultima frase praticamente la sussurra
- Non posso bloccare tutto, Queen. L'ho capito che vuole quella nella sua vita. Altrimenti avrebbe fermato tutto lui- ribatto con uno sbuffo. Sono settimane, anzi no, mesi che non fa altro che ripetermi quella frase. E io ripeto costantemente, come un pappagallo che ormai la scelta l'ha compiuta. Come se non fosse palese a tutto il mondo quali fossero le sue intenzioni. Quella notte non ha cambiato proprio niente. È stato solo un momento di debolezza che poi ha minimizzato con un "mi dispiace, Cassie". A detta mia, le scuse sapete tutti dove se le può ficcare. Ovviamente, però, è venuto a cercarmi convinto di cosa? Che avremo sistemato tutto? Non c'era niente da sistemare. Niente che potesse essere ricostruito. Ha messo fine a tutto, di nuovo, solo che non se n'è reso conto.
- Bè forse ha bisogno di una piccola spintarella non credi? Perchè sarebbe venuto qui, in cerca di te?-
Queen incrocia le braccia al petto e mi guarda
- Senso di colpa?- azzardo, lei mi fulmina
- Non fare la stupida. Draco è ancora cotto di te.-
- Non fa nessuna differenza, Queen. Ha deciso. Punto. È finita. Non bastano degli occhi da cucciolo bastonato per dire che mi ama ancora. Avresti dovuto vedere la sua faccia, era parecchio deciso sulla sua scelta.- - Vuoi davvero lasciare che tutto finisca così?- mi chiede lei. Me ne rimango un attimo in silenzio, a contemplare le mie unghie

- Che cosa vuoi che faccia? Dimmelo tu perchè proprio io non lo so. Ho giocato tutto, gli ho dato tutto. Ma lui è stato fermo sulle sue ragioni, non si è smosso. E sul più bello che credevo di avercela fatta, in realtà mi sbagliavo-
- Quindi è finita davvero?- mormora Queen, alzo le spalle
- Già, a quanto pare è finita. Game over. Ho perso la partita-
Il bollitore inizia a fischiare, così lei si volta, spegne il fornello e versa il tè nelle tazze
- Allora vattene prima, Cassie. Non aspettare il giorno dopo al suo matrimonio come volevi fare. Non ce la faresti a vederlo con lei, sposato a tutti gli effetti. E...nemmeno io lo voglio. Ma tu puoi andartene da qui. Puoi ancora ricominciare e buttarti tutto alle spalle, per sempre. Come dovevi fare sette anni fa.-
Le sue parole agiscono peggio di uno schiaffo e mi rendo conto che anche per lei è stata dura pronunciarle. Siamo state lontane tutti questi anni, l'unico mezzo per vederci era Skype, in videochiamata. Sapevamo che non era la stessa cosa. E adesso eravamo nello stesso identico punto, come quando sono partita con i miei e mi era venuta a salutare con Rachel. Forse una parte di me lo sapeva che lui non sarebbe venuto. Mentre l'altra parte continuava a sperare che da un momento all'altro, avrebbe fatto il suo ingresso. Come un cavaliere nella sua scintillante armatura. Che cosa credevo di ottenere tornando qui? Di ritrovarlo ancora innamorato perso di me come lo ero io di lui? Sono brava a sognare ad occhi aperti di più di quel che pensavo. Era finita, finita davvero.
- Mi prometti che lo farai? Prometti che te ne andrai da qui iniziando la tua vita senza rimpianti e senza di lui?-
Mi ci vollero alcuni secondi, ma poi annuì
- Lo farò- l'assicurai.

Rincasai poco dopo, dato che me ne dovevo andare prima del previsto, era meglio se finivo di preparare i bagagli. Mentre rimettevo al suo posto tutte le stoviglie, sentì bussare lievemente alla porta.
- Ehilà vicina, sei tornata- mi salutò Lincoln. Che razza di nome. I suoi dovevano proprio essere fuori di testa.
- Ciao futuro ex-vicino- risposi
- Ultimi le ultime cose?-
- Già, la partenza è stata anticipata-
- Ha deciso allora-
- Basta che sia felice. Mi importa di questo- rispondo con un sorriso
- E tu? Lo sei?- mi chiede, fissandomi. Abbasso lo sguardo e mi concentro sullo scatolone che ho davanti
- No, ma lo sarò- mormoro
- Se decidi di tornare qui...bè, la mia porta è sempre aperta-
- Lo terrò a mente-
Lui sorride, fa per andarsene ma poi si blocca
- Stamattina è passato per di qua...ho capito subito che era il tuo amore più grande e poi ho capito qual'era la ragione che te lo ha fatto amare e continua a fartelo amore-
Mi blocco ma non dico niente, Lincoln lo interpreta come un gesto per farlo continuare
- Se fosse uno davvero convinto di amare un'altra donna, per come la vedo io, non si sarebbe mai presentato qui con l'intenzione di sapere che stavi bene. Non pensare che ti ha dimenticata. Ho visto i suoi occhi e quelli non erano affatto di un ragazzo che ha buttato nel dimenticatoio il suo vero amore. Pensaci. Puoi ancora fermarlo-
- Sono io che voglio andarmene...e ricominciare- mento
- Se vuoi un consiglio da un uomo, bè, saresti stupida a lasciarglielo fare. E tu lo sai bene. È vero che noi uomini siamo più lenti e ottusi nel capirvi oltre che orgogliosi ma stavolta la partita è ancora aperta e tu puoi cambiare il corso di tutto, Cassandra. Basta volerlo-
Mi mordo il labbro inferiore. Non so che dire a riguardo ma Lincoln non ha parlato con Draco e perciò non può sapere tutta la faccenda che c'è dietro. Decido di lasciargli il beneficio del dubbio e, dopo averlo gentilmente congedato con la scusa della partenza, chiudo la porta alle sue spalle e chiamo mio padre. Non ci mette molto a rispondere
- Ehy papà- lo saluto
- Ehy piccolina! Tutto bene?-
- Sì, certo...senti...non è che si potrebbe anticipare la data del mio rientro a Chicago?-
- Sicuro che si può fare ma...aspetta, così ti perderai il matrimonio di Draco-
- Lo so ma....tu e la mamma mi mancate...lui capirà, gliel'ho già detto ed è d'accordo.- mento. Dio santo! In questi ultimi mesi non ho fatto altro che raccontargli bugie, ma non voglio che sappia cos'è successo fra me e Draco
-Tesoro sei sicura? Perchè non abbiamo fretta, qui. Va tutto bene. Se vuoi prenderti dell'altro tempo per stare a Londra, lo puoi fare. Lucius sarebbe felice di averti nell'azienda originale. Non farebbe fatica ad assegnarti un posto-
- No papà...voglio tornare a Chicago...per favore-
E andare più lontano da qui, aggiungo nella mente
- È davvero questo quello che vuoi?- mi chiede
- Sì- rispondo
- Va bene...domani mattina o nel primo pomeriggio avrai il tuo biglietto. Sappi che se cambi idea, basta che mi chiami subito-
- Te lo prometto-
- Quindi, aspetto una tua telefonata. Se non dovessi sentire nulla, ti arriverà il biglietto-
- Grazie papà- mormoro
- Tesoro adesso devo andare, ho una riunione e agli americani non piace aspettare. Ti voglio bene e buonanotte principessa-
- Buonanotte papà, ti voglio bene-
Conclusa la chiamata, prendo una bottiglia di vino e un bicchiere iniziando a bere mentre fisso il mio appartamento, ormai, mezzo vuoto.

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