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Perchè mi stavo comportando in quel modo? Perchè stavo facendo tutto questo? Perchè?
" perchè non sai stare senza di lei!" rispose per me quella solita vocetta interiore chiamata coscienza. Vendetta. Ecco, perchè. Per spingerla a credere che vivevo benissimo la mia vita anche senza di lei; sentivo il peso del suo sguardo su di me mentre parlavo tranquillo e beato con la piccola West: Emiko era intelligentissima nonostante la giovane età e piuttosto sveglia...sì, è decisamente perfetta! Non potevo scegliere preda migliore per la mia rivincita sulla Johnson! Dall'ultimo episodio, io e Cassandra ci tenevamo a debita distanza e non so nemmeno se avesse raccontato al suo dottorino quello che era successo. Dato che lo avevo tra i piedi anche quel giorno evidentemente non aveva accennato a nulla così osservai la coppietta felice venire verso di noi
- Emiko- la chiamò il fratello
- Dobbiamo andare?- chiese la piccola West in tono lamentoso
- Sì, tesoro...mamma ci attende a casa per il pranzo e non tollera che ritardiamo- la riprese con dolcezza Liam; io fissai lo sguardo su Cassie notando con piacere che era ricambiato piuttosto intensamente, ignorando i due fratelli intenti a parlare
- Draco, stasera mamma e papà hanno organizzato una festa perchè non vieni?- mi chiese Emiko bloccando per un secondo il lungo sguardo fra me e Cassie
- Cosa?- esclamammo all'uninsono
- Oh non farti pregare! Ci sarà anche Cassandra e ci divertiremo! Per favore- disse lei sgranando gli occhi a mandorla
- Non insistere se non vuole- disse Liam poggiando sulle spalle di Cassie un suo braccio muscoloso e volgendomi un'occhiata di sfida non appena si accorse di come ci stavamo fissando. É così che la metti? Benissimo, dottorino! Non intendo arrendermi!
- Sai che c'è? Verrò- dissi io con un ghigno
Il volto di Emiko si accese quanto un albero di Natale e iniziò a saltellare per la contentezza non accorgendosi affatto di come il fratello e Cassandra fossero impalliditi, Liam era quasi sul punto di svenire
- Che bello!!! Allora, a stasera!-disse la piccola West, ma prima di andarsene mi scoccò un bacio sulla guancia quasi vicino alla bocca lasciandomi sorpreso dal gesto. La conoscevo solo da due settimane eppure lei aveva le idee chiarissime! Il volto di Cassie passò in un secondo dallo smarrimento alla rabbia, fissando Emiko come se volesse staccarle la testa a morsi da un momento all'altro ma non appena intuì che avevo capito, prese Liam per mano e lo trascinò verso la macchina seguiti dalla sorellina che mi fece l'occhiolino a mo' di saluto.

Casa West era un'antica villa del '700 mantenuta in perfetto stato: la facciata era di un candido e immaccolato bianco-neve, così luminoso che non erano neccessarie tutte quelle luci ad illuminarla, l'ampia scalinata di marmo la faceva sembrare ancora più imponente di quanto non lo era già ma dandole, tuttavia, un tocco di classe. Dei maggiordomi mi fecero accomodare e finalmente varcai la soglia trovandomi di fronte una visione più regale dell'esterno; pullulante di gran parte degli ospiti, la sala era davvero enorme e guardando i pavimenti anche molto antica. Mi rode ammetterlo ma...hanno fatto un ottimo lavoro, questi West!
Emiko mi venne incontro non appena mi vide, mi saltò al collo stringendomi forte a sè mandandomi nello sconforto più totale
- Sei arrivato finalmente- mi sussurrò
- Eh si- dissi ricambiando goffamente l'abbraccio
- Vieni, voglio presentarti ai miei genitori- disse quando si decise a lasciarmi respirare. Cosa?! Ai suoi genitori?! Quando ho accettato o le ho proposto di essere la mia rgazza perchè non me lo ricordo proprio! Emiko mi trascinò verso due figure intente ad conversare con Liam e Cassie e fu piuttosto semplice capire che si trattava di Charles e Yuko West. Il signor West faceva decisamente più suggestione dal vivo: alto poco più del figlio ma con lo stesso fisico da nuotatore, due occhi azzurro ghiaccio così intensi da desiderare che smettesse di fissarti ( come stava facendo con me in quel momento...aiuto!), capelli neri come la pece così neri che la notte più buia sarebbe impallidita vedendoli. La signora West, invece, sembrava piú minuta trovandosi accanto al marito che era quasi in doppio di lei; i capelli lisci le ricadevano dietro le spalle in tutto il loro splendore mentre gli occhi erano stati messi in evidenza da una sottilissima linea di eyeliner, rendendoli ancora più scuri di quello che non erano già. A vederla da vicino sembrava una bambolina di ceramica ma per nulla delicata...anzi, piuttosto decisa come mi fece capire dalla sua stretta della mano
- Ecco il famoso figlio di Lucius e Narcissa Malfoy- disse con un sorriso piuttosto cordiale la donna
- Piacere di fare la vostra conoscienza, signori West- risposi io in tono altrettanto cordiale
- Quasi non ci credevo quando Emiko me l'ha detto oggi...ha un'ammirazione particolare per te nostra figlia- furono le prime parole che mi rivolse il signor West dopo avermi offerto un bicchiere di vino. Per poco non mi strozzai sentendo quelle parole!
- Davvero?- chiesi guardando Emiko che se ne stava beata e tranquilla attaccata al mio braccio come se fossimo fidanzati
- Deduco che tu le piaccia- fu il commento di Liam fissandomi intensamente con i suoi pozzi neri
- Ehm...bè...la cosa mi fa onore...ma...direi proprio che sia troppo presto per constatare una cosa così..così importante- balbettai dopo essermi schiarito la voce un paio di volte. Che cazzo mi stava succedendo?! Perchè stavo balbettando in quel modo? Io non ho mai balbettato, cristo santissimo! Mai. E mi sono trovato in situazioni peggiori di questa; Emiko mi sorrise e io ricambiai debolmente, buttai giù un considerevole sorso di vino e fu allora che Emiko mi tirò il braccio per attirare la mia attenzione
- Ti va di vedere la casa?- mi chiese
- Ehm...ok- dissi io, lasciando il bicchiere ormai vuoto su uno dei vassoi degli innumerevoli camerieri che girovagavano lì intorno; con un evidente entusiasmo Emiko mi trascinò verso la scalinata, diretta verso i piani superiori, lasciandosi alle spalle in pochi passi i genitori, il fratello e Cassie. Foto di famiglia ricoprivano entrambi i muri del lungo corridoio: un ritratto di famiglia, Emiko che suonava il violino, Liam con il diploma in mano e via discorrendo. Mi fece vedere ogni angolo della casa fino a quando non giunsimo all'ultima porta che presumei fosse la sua stanza; non so che cosa mi aspettassi...forse di trovarla dipinta di rosa? Con tulle al posto delle tende normali e un letto a baldacchino? Credo di sì, ma in realtà la camera era piuttosto....normale: era dipinta di azzurro, con dei fiori di loto sul bordo inferiore di ogni parete e un letto enorme pieno di cuscini. Le mensole erano stipate di libri da Oscar Wilde a Shakespear, addirittura "Il piccolo principe"
- Li ho letti tutti- disse Emiko guardandomi divertita mentre osservavo sorpreso la camera
- Che cosa ti aspettavi? Che la mia cameretta fosse tutta rosa con le Barbie sulle mensole o pupazzetti di pelouche?- continuò levandosi i tacchi e sedendosi sul letto
- In un certo senso- dissi io, a quella non sfuggiva niente quindi perchè avrei dovuto mentire?
- Papà non mi ha mai lasciato tempo per godermi l'infanzia spensierata. Quando sei figlia di un importante commercialista non c'è proprio il tempo per i giochi, ma solo di studio intenso. Con Liam, addirittura, è stato più severo- commentò. Mi raggiunse e mi cinse i fianchi con le braccia, il gesto mi fece irrigidire ma ancora di più ciò che mi sussurrò poi
- Sverginami, Draco-
Per poco, il libro che avevo fra le mani non mi cadde per terra; la guardai sorpreso della richiesta e nei suoi occhi trovai una determinazione tale da farmi paura. Per quanto Emiko potesse sembrare infantile e ingenua, cosa tipiche dei fanciulli, adesso mi trovavo di fronte lo sguardo di una donna che sapeva quello che voleva davvero
- Emiko- dissi dolcemente prendendole le mani fra le mie, staccandola dal mio corpo
- Parlo sul serio- disse mantenendo lo sguardo deciso. Peccato che quello deciso non ero io e per la prima volta mi chiamai fuori dai giochi; Emiko, tuttavia, non accettò affatto la mia decisione, mi attirò a sè e mi baciò intensamente. Non male, la piccola West! Ci sapeva decisamente fare! Una delle mani che teneva appoggiate sul mio petto, sciese al di sotto dell'ombelico cercando ostinatamente di slacciarmi la cintura, ma invano
- Emiko, no- dissi deciso prendendola per le spalle, ignorando la tensione che si era creta lì sotto
- Perchè?- mi chiese con il broncio
- Perchè non lo vuoi davvero-
- Tu che ne sai?- mi sfidò
Touchè, in effetti non la conoscevo abbastanza per sapere che cosa desiderasse. Ma era proprio questo il punto: dato che era vergine e io ero piuttosto deciso quando facevo sesso, avevo paura di farle male. Non sapevo mai come comportarmi con le vergini perciò anche se era divertente essere il primo cercavo comunque di evitare
- Dovresti concederti ad un ragazzo che ti ama e che ti rispetti- risposi
Ed ecco tornare la parola con la "a", nuovamente. Io che parlavo di amore ad una ragazzina, alla sorella del fidanzato della donna per cui avrei dato la vita se me l'avesse chiesta
- Non mi reputi all'altezza?- mi chiese alzando il mento in tono di sfida
- Al contrario, piccola. Per quanto la cosa mi faccia piacere che tu mi abbia scelto per la tua prima volta non lo trovo comunque corretto. Non sono...la persona giusta a cui dovresti concederti-
- Ma come? Le più grandi dicono che sei bravo a letto...e che per le prime volte sai essere dolce- ribattè
Questa poi! Che voci giravano sul mio conto adesso, a scuola?
- Preferisco di no-dissi io e mi allontanai da lei, raggiungendo la porta della stanza
- É per Cassandra vero?- mi chiese non appena la mia mano sfiorò la maniglia. Sentendola nominare, mi gelai sul posto
- Perchè lo chiedi?-
- É evidente, Draco. E mio fratello se n'è accorto. Per questo è diventato più ostile nei tuoi confronti...c'è ancora del tenero fra te e lei?-
- Non vorrai scherzare! Cassie per me era solo un gioco-
- Dimmelo guardandomi negli occhi- mi sfidò Emiko, così mi voltai. Seppur lentamente, lo feci.
- Cos'è per te Cassie?-
Deglutì a fatica e poi pronunciai
- Cassie per me era solo un gioco...nient'altro che questo-
Avevo bisogno di uscire di lì, da quella stanza, da quella casa...avevo bisogno di prendere una boccata d'aria altrimenti sarei morto. Non appena potei, corsi fuori, respirando a grosse boccate l'aria fresca della sera. Dovevo fumare; accesi una sigaretta e cercai con lo sguardo un posto dove poter pensare senza avere rotture di scatole. Il giardino era immenso e mi accorsi che accanto ad una siepe c'era una panchina, la raggiunsi e mi sedetti prendendomi la testa fra le mani
- Eccoti qui! Dov'eri finito?-
Avrei riconosciuto quella voce ovunque e infatti non alzai nemmeno lo sguardo per sapere che chi mi stava di fronte in quel momento era proprio la donna che mi stava mandando nel pallone più completo. Cassie si sedette al mio fianco e io non la degnai della mia attenzione, anzi continuai a fumare
- Emiko sa che sei qui?-
- No- dissi seccamente
- Lo immaginavo- rispose lei
- Perchè stai con quello?- le chiesi di getto
- Perchè? Cos'ha di piú di...lasciamo perdere-
Mi alzai bruscamente, buttai a terra la sigaretta ormai finita schiacciandola con il piede e mi avviai alla mia macchina
- Cos'ha piú di te volevi dire? Non lo so che cos'abbia più di te fatto sta che mi fa sentire..-
- Cosa? Amata? Apprezzata?- le chiesi voltandomi nuovamente verso di lei
- Sì potrebbe essere anche questo!- rispose Cassie con una strana incrinatura nella voce. Era buio e non potevo vederla bene, non potevo vedere quegli occhi che mi avevano rapito l'anima e l'aveva fatta sua
- E tu allora? Con Emiko che intenzioni hai?-
- Nessuna! Nessuna! E anche se ci fosse non ti riguarderebbe!-
- Perchè te la prendi tanto? Se non provi nulla per me perchè stai facendo tutto questo?-
- Da quando quello che faccio è diventato affar tuo, Cassandra eh? Da quando?-
- Lo è diventato quando hai iniziato a prendere di mira Emiko!- rispose. Quell'incrinatura nella voce si spezzò, Cassie lasciò che le lacrime le uscissero lente su quel bel viso. Avrei tanto voluto baciarla ancora. Ancora e per sempre, ma mi voltai e continuai a camminare verso la macchina. Sentì la ghiaia schricchiolare sotto ai miei passi e poco più lontano sotto ai suoi ma piuttosto che allontanarsi, il suono sembrava quello di qualcuno che si stava avvicinando; mi sentì prendere per la manica della giacca e voltarmi a forza, ritrovandomi poi con la sua bocca premuta sulla mia, il suo corpo addossato al mio quasi volessimo fonderci l'uno nell'altra. Il bacio che ci scambiammo portava sapori diversi: il salato delle sue lacrime, il fumo della sigaretta che avevo appena finito di fumare e del suo rossetto ai lamponi; le nostre lingue si stuzzicarono a vicenda, bramose e nostalgiche. Dovetti appoggiarmi alla macchina per non cadere mentre ci esploravamo come per ricordarci com'erano fatti i nostri corpi, le mie mani non smisero un'istante di stringerla e di accarezzarle il corpo che tanto mi era mancato.
- Vieni- mi sussurrò prendendomi per mano e portandomi sul retro della casa, trovando con mia grande sorpresa uno di quegli yacht lussuosi
- No, Cassie, pessima idea- le dissi cercando di tirarla e tornare alla mia macchina ma invano. Riprese a baciarmi, impedendomi di ragionare lucidamente, sapendo che effetto mi faceva se solo mi sfiorava. Raggiunta la camera da letto, la presi in braccio e la buttai sul letto facendola ridacchiare divertita
- Spogliati- le sussurrai a pochi millimetri dalle sue labbra, desideroso di rivedere il suo corpo senza nulla addosso. Cassie si alzò dal letto e guardandomi fissa negli occhi fece scivolare il vestito al suolo, slacciò il reggiseno lasciandolo cadere accanto al vestito e infine fece sparire le mutandine. Con la sua camminata felina, mi raggiunse, permettendomi di baciarle i fianchi snelli e di accarezzare con le labbra i capezzoli facendola subito gemere. Le inserì un dito, accarezzandole con il polpastrello il clitoride e continuai, finchè non s'ingrossò...oddio, la desideravo immensamente! Mi liberai dei vestiti anch'io e poi, stringendole i fianchi con le braccia l'attirai sul letto; Cassie si mise cavalcioni su di me, facendolo entrare dentro di lei. Sospirai estasiato mentre iniziava a muoversi con dolcezza, chiudendo gli occhi e buttando la testa indietro, le accarezzai il fondoschiena iniziando a muovermi con lei, spingendomi dentro sempre di più
- Oh mio Dio!- la sentì gemere fra un ansimo e l'altro, facendomi eccitare ancora di più, desiderando che non finisse mai quel momento. Eravamo presi da noi, dai nostri corpi tanto che ci lasciammo trasportare e per la prima volta dopo mesi accettai che in quel momento stavamo facendo l'amore.

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