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7 anni dopo...
Ero seduto alla mia scrivania a controllare le pratiche di un lavoro che mi era stato commissionato da un cliente piuttosto grosso quando Karen, la mia segretaria, bussò alla porta del mio ufficio e poi entrò
- Signor Malfoy mi dispiace disturbarla ma c'è un cliente che vorrebbe vederla-
- Ma io non ho appuntamenti a quest'ora...hai dimenticato di dirmelo, Karen?- chiesi non distogliendo l'attenzione da quello che stavo facendo
- No, signore. Ho cercato di persuaderla a prendere un appuntamento ma insiste a dire che la conosce da anni e che per parlare con lei non ne ha bisogno-
- Cosa?- chiesi alzando lo sguardo e fissando la mia segretaria; potrebbe essere Pansy. Mi è sempre venuta a trovare negli ultimi tempi, se sapete che intendo dire
- Va bene, Karen...lasciala passare me ne occupo io- dissi con un sospiro. Karen uscì dall'ufficio e io mi misi a sistemare la scrivania quando bussarono di nuovo alla porta
- Avanti- dissi distrattamente mentre raccoglievo i progetti e li suddividevo nell'archivio
- Ciao Draco-
Non appena sentì quella voce mi bloccai all'istante, non poteva essere...non dopo tutti questi anni! Il mio cuore iniziò a battere fortissimo, così forte che per qualche minuto me ne rimasi a fissare il cassetto aperto; doveva essere un sogno ma per saperlo devo girarmi: mi voltai lentamente e due famigliari pozzi blu mi fissarono con un velo di lacrime mentre la bocca s'incurvava in un sorriso, lo stesso sorriso stupendo che molti anni prima mi aveva stregato
- Non sei cambiato affatto! Hai solo il viso più adulto e non da ragazzino..ma quella luce negli occhi ti è rimasta- mi disse lei
- Cassie...che....che sorpresa...come mai qui?- furono le prime parole che mormorai quando riuscì a parlare; mi sembrava di vedere la scena da fuori come se non fossi stato io. Tutti i momenti vissuti con lei mi colpirono in faccia come un pugno gigante che poi mi strinse il cuore in una morsa. Cassie mi strinsr forte a sè e io annegai nel suo profumo che era sempre quello da anni: di fragola. Non riuscivo a muovere un muscolo perciò non ricambiai l'abbraccio anzi, rimasi fermo come una statua di sale
- Sono tornata perchè mio padre mi ha affidato la collaborazione con la tua azienda...dice che potrebbe essere il trampolino di lancio per la mia carriera-
- Collaborazione?- chiesi sorpreso. Dovevo aspettarmelo che sarebbe successo: scommettiamo che dietro a questa genialata si trova mio padre? Dato che collaboriamo da anni con i Johnson in quanto sono i nostri soci più fidati, avrà pensato che sarebbe carino far collaborare insieme i loro due unici figli come rito d'iniziazione
- Sì, papà ha sostenuto molto bene l'azienda in questi anni in America e poi tuo padre ha telefonato al mio offrendogli un incarico ben definito. Non te ne ha parlato?-
- No, affatto...scusami un momento- dissi e mi diressi verso l'ufficio di mio padre, bussando incessantemente alla porta
- Ma che diavolo ti prende, Draco?!- mi sbraitò quando finalmente si decise ad aprire
- Ti disturbo padre?- chiesi con sarcasmo
- Stavo parlando con un cliente...che succede?-
- Hai parlato con Johnson di recente?-
- Sì, perchè?-
- Una parola: Cassie.- dissi
- É arrivata con un giorno di anticipo a quanto pare- disse solo
- Quando avevi intenzione di parlarmene?!- gli chiesi
- Oggi a pranzo...lo giuro...non ti volevo tenere all'oscuro di questo progetto-
- Da quanto vi siete messi d'accordo?-
- Be..- tentennò
- Dimmelo. Lo voglio sapere- lo incalzai
- Sei mesi- ammise infine
- Non posso farlo...è troppo....affida l'incarico ad un altro dei nostri collaboratori...io non lo posso fare-
- Smettila di fare il bambino, Draco. Si tratta di lavoro. Solo questo.-
"solo questo! Intanto ci devo collaborare io!"mi dissi
- Non posso, papà- ribadì
- Invece lo farai...si tratta anche della tua vita questa e finché sono ancora qui e sono ancora il successore di tuo nonno, per il momento farai quello che ti dico. Vedila come un progresso per la tua carriera. Cassie sa tutto e ti spiegherà lei in cosa consiste il vostro progetto-
- Non mi liquidare in questo modo!- gli dissi
- É tutto...puoi andare- disse e si chiuse la porta alle spalle. La discussione era conclusa. 'Fanculo! Tornai nel mio ufficio, sfoggiando la mia faccia più professionale che avessi una volta seduto alla mia scrivania; Cassie mi scrutò attentamente
- Bene. Allora di cosa si tratta?- chiesi con la voce piuttosto incrinata
- Vogliono che presentiamo un nuovo prototipo di magliette sportive e se la nostra linea sarà valida allora la porteranno in mercato-disse Cassie trasformandosi davanti ai miei occhi in una precisa donna d'affari.
La Power Corporation creava da anni atrezzature per ogni tipo di sport, bevande eneretiche e negli ultimi tempi io e mio padre stavamo inserendo anche l'abbigliamento. So che ci sono multinazionali piú forti della nostra e che la clientela è assai restia alla novità ma negli ultimi tempi siamo riusciti ad arrivare a livelli piuttosto alti, facendoci strada a forza di calci in culo. Perciò, non era strano che mio padre avesse deciso di affidare quel semplicissimo compito a me. Con la collaborazione dei Johnson, o meglio....di una Johnson.
- Se si tratta solo di questo....allora.....va bene- dissi con un sospiro
- Magnifico....senti, so che è pazzesco che io sia qui ma sappi che è solo ed esclusivamente per affari. Mio padre non poteva mollare l'impresa di Chicago così...ha mandato me qui-
- Non devi giustificarti della tua presenza...solo, sono piuttosto sorpreso chr mio padre non me l'abbia detto prima.-
E ancora la cosa mi dava fastidio. Avrei voluto prepararmi prima a questo o forse anche evitarlo, invece avrei dovuto collaborare e starmene zitto.
Dato che Cassie era tornata a Londra dopo tanti anni, i miei amici con cui ero rimasto sempre in contatto e le sue amiche che ancora stavano insieme a Blaise e Theo ( sì, davvero!) vollero organizzare una cena come ai vecchi tempi al "Cesàr", il nostro ristorante di lusso preferito.Sebbene provai più volte a declinare gentilmente l'invito, m'incastrarono e ora mi trovo a buttare giú bicchieri di Pinot Nero senza aver mangiato nulla, ascoltando distrattamente le conversazioni dei miei amici. Cassie raccontava delle sue esperienze negli states, di come fosse fantastica Chicago e la sua gente; non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei mentre parlava e scherzava con gli altri e una parte di me continuava a martellare dicendomi che ero stato un idiota a lasciarla partire. E se lei non fosse mai tornata? Che cosa avrei fatto io?
- Ehy Draco smettila di berti tutto il vino, non lo sai che fa male?- mi rimproverò gentilmente Queen riportandomi bruscamente alla realtà
- Sì...scusa- mormorai
- Qui ci vuole un brindisi: a Cassie perchè è tornata a Londra e....al suo primo incarico come donna d'affari- disse Rachel alzando il bicchiere imitata da tutti quanti facendoli tintinnare fra noi.

Iniziò tutto per giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora