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Il mattino dopo, arrivai in ufficio più presto del solito. In sette anni che lavoravo lì non era mai capitato eppure quel mattino, invece, era successo. Per tutta la notte non ero riuscito a chiudere occhio, l'emozione per averla rivista mi aveva soprafatto: avevo bisogno di un caffè subito. Mi recai alla macchinetta e per chissà quale scherzo del destino, trovai Cassie....ma non da sola. Vincent le era terribilmente vicino, lei gli sorrideva con malizia...stava flirtando con lui! Cassie si accorse di me, mi lanciò uno sguardo di sfida e poi cinse i fianchi di lui con le braccia. Vincent, all'inizio, se ne stette immobile come una statua ma durò poco; ricambiò l'abbraccio di Cassie. Ne avevo abbastanza.
- Permesso- dissi dividendoli "accidentalmente", poi con tutta calma presi il caffè
- Buongiorno Cassandra. Vincent- li salutai entrambi con un sorriso vedendo le facce smarrite di entrambi
- Cassandra, in ufficio. Abbiamo tanto lavoro da sbrigare. Vincent, perchè non vai a cercare mio padre? Sicuramente avrá qualcosa da farti fare-
Mi avviai a grandi passi verso il mio ufficio, sentendo i suoi passi attutiti dalla moquette che mi seguiva. Brava bambina. Hai capito da sola.
- Ti ha dato di volta il cervello?!- sbottò non appena chiuse la porta
- Cassandra, questo luogo è una rispettabile multinazionale. Non un bar e fino a prova contraria, qui dentro, sono anche il vice di mio padre. -
- E questo ti da il diritto di essere così stronzo vero?! La mia famiglia collabora da anni con i Malfoy, ha sempre fruttato parecchio per questa azienda. Tanto quanto la tua. E mio padre...fino a prova contraria, è socio del tuo!-
- Vuoi rovinare la reputazione che tuo padre, tuo nonno e chi prima di loro hanno costruito con fatica? Fai pure. Io me ne starò a guardare, seduto comodamente dove mi vedi ora ma non mi trascinerai in questo subdolo gioco solo per farmi dispetto.- ribattei freddamente
- É così che la metti?- disse lei a denti stretti
- Ah io non metto proprio un bel niente, Johnson! Non ho dato sfoggio della mia stronzaggine fino a...vediamo...cinque minuti fa. Vuoi frequentare Vincent? Ben venga. Fallo. Non sono il tuo ragazzo, per fortuna. Sei libera di fare quello che vuoi. Ma al di fuori di questo luogo. Al di fuori di questi uffici. E adesso, siediti e iniziamo a lavorare seriamente.-
Cassie mi fulminó con lo sguardo ma poi si sedette e per tutto il resto del tempo ci rivolgemmo la parola solo per il progetto
- Andiamo a pranzare- dissi io, osservando l'ora nell'orologio
- Non ho fame- ribattè lei
- Andiamo- le ordinai
- Hai sentito quello che ho detto?! Non ho fame-
- Sì che ne hai invece...ti devo un pranzo insieme...vuoi perdere questa occasione?-
Cassie sbuffò ma poi si alzò dalla sedia e mi seguì. Ci recammo verso il ristorante vicino agli uffici. Lei mi camminava a fianco senza proferire parola, il viso piuttosto corrucciato
- Non sei cambiata per niente- le dissi mentre raggiungevamo la porta del ristorante
- Che intendi dire?- mi chiese con un lungo sospiro
- Quello che ho detto. Sei rimasta la stessa di quando avevamo diciott'anni...una rompi coglioni, insomma- dissi con un sorrisetto
- Vaffanculo-
- Che parola dolce!- risposi con una smorfia
- Parliamo di te invece. Sei lo stesso di sette anni fa: quel donnaiolo stronzo che si fotte ogni cosa che respira-
- Eh no...qui sbagli...mi fotto solo le belle ragazze- e detto ciò ammiccai nella sua direzione con un sorrisino malizioso; Cassie ricambió il sorriso e poi mi alzò il dito medio
- Fottiti- mi sussurrò sorpassandomi ed entrando nel ristorante. Venimmo accolti da un cameriere che subito squadró Cassie con uno sguardo piuttosto mascolino; della serie: Dio! Quanto vorrei fottermela!. Mi schiarì la voce e subito gli occhi del ragazzo si spostarono nei miei, alquanto imbarazzato
- Tavolo per due, prego- dissi
- Avete prenotato?-
- No- rispose Cassie prima che io potessi anche solo pensare di rispondere
- Nessun problema...prego, seguitemi- disse lui guardandola incantato
- Grazie- rispose Cassie sorridendo nel modo in cui sapeva fare solo lei ovvero...desiderare di avere le sue mani e la sua bocca sul tuo corpo. Incredibile del fascino che faceva quella donna sugli uomini che la circondavano! Ora che la guardavo davvero, dopo ormai due settimane che collaboravamo, il suo corpo era nettamente più femminile. Gli occhi azzurri risaltavano di più con il trucco e i capelli legati in una lunga ed elegante treccia, risaltavano i bellissimi lineamenti del viso effetto bambolina...peccato che non lo fosse affatto. La sua figura minuta era ingannevole quanto il lupo travestito da pecora. Non tutti gli uomini potevano averla, questa donna. Il mio sguardo accarezzó il suo corpo: il seno era lo stesso! Piccolo e sodo, sensibile ai miei baci e sospiri. E il suo sedere! Mi sembrava più tonico ancora. Non lo notai solo io. Il cameriere le scostò la sedia e, presumendo che non lo stessi fissando, diede una sbirciatina al suo fondoschiena e alla scollatura della camicetta mentre Cassie controllava le e-mail con il suo I-phone, ignara degli sguardi languidi del cameriere
- Allora- iniziai, quando finalmente il guardone se ne andò
- Te ne sei stata via per sette anni negli States...com'è la vita lì?-
- Frenetica- rispose non staccando gli occhi dal cellulare
- Sii più specifica-
Cassie fece spalluccie
- Si corre tutto il santo giorno...ma la cosa bella è che se hai bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa i negozi sono sempre aperti. Ma adesso, parliamo di te. L'appuntamento con la super modella?-
- Come fai a sapere che è una modella?- chiesi fissandola sorpreso
- Non hai mai sfogliato una rivista?- chiese
- Ehy io non leggo quella roba. Il gossip non è roba per me- ribattei; Cassie fece scivolare dalla valigetta una delle riviste patinate che era solita leggere anche mia madre, la sfogliò e poi in tono trionfante disse
- Bingo!-
La girò verso di me e la figura che vidi, mi lasciò di stucco: Asteria in posa provocante, vestita da direttrice del circo mentre teneva in mano una bottiglietta di profumo.
- Come fai a dire che è proprio la stessa ragazza con cui esco io?- chiesi in tono di sfida
- Guarda sotto...c'è il nome-
Non volevo guardare, ma...non volevo neanche dargliela vinta. Così guardai dove diceva lei, scritto a lettere rosse c'era il suo nome " Asteria Greengrass"
- Dalla tua faccia, direi che è lei-
A quel punto, non potei fare altro che annuire e proprio nel momento in cui stavo per chiuderla e ridargliela, Asteria si materializzò dentro al ristorante
- Mettila via- sibillai a Cassie, lanciandogliela. Fortunatamente, Cassie la fece sparire subito nello stesso momento in cui Asteria si avvicinava con un radioso sorriso a noi
- Ti ho trovato!- disse
- Ehy! Che bello vederti! Come hai fatto a sapere che ero qui?-
- Ero nelle vicinanze, sono appena stata su un set fotografico e mi è venuta voglia di vederti per invitarti a pranzo ma la tua segretaria mi ha detto che eri già uscito e mi ha indicato il ristorante dove pranzi di solito-
- Ti va di unirti?- le chiesi
- Oh non voglio disturbare...insomma..-
Asteria lanciò uno sguardo nervoso verso Cassie che se ne stava beatamente seduta a controllare ancora le e-mail senza degnarci del suo sguardo
- Non è come pensi....ti ricordi che ieri avevo accennato alla mia collaborazione?-
Asteria annuì
- Cassie- la chiamai dandole un calcio sotto al tavolo, lei mi fulminò con lo sguardo
- Guarda che ti avevo sentito! Che bisogno c'era di darmi un calcio?!-
- Ti presento Asteria- le dissi. Cassie spostò i suoi occhi verso di lei, squadrandola per un secondo
- Ciao- le disse Asteria con un sorriso
- Ciao...Cassandra Johnson- si presentò la mia socia presentando il suo sorriso professionale. Mi sembrava di vivere un deja vu! Non era la prima volta che Cassie incontrava un'altra donna che conoscevo io, anche se sette anni fa il contesto era diverso perchè Pansy ed io scopavamo solamente. Mentre con Asteria...volevo andarci cauto e non rovinare tutto. Per tutto il pranzo, Cassie rimase silenziosa e concentrata sul telefono mentre Asteria tentava di avere una conversazione con lei ma senza successo
- Vado a pagare- annunciò poco dopo
- Cosa? No. Lascia fare a me- dissi bloccandola
- No. Faccio io- ribattè Cassie
- Ho detto che pago io-
Ci fulminammo con lo sguardo e poi mi alzai di colpo, andando verso la cassa, consegnai la mia carta di credito al cassiere che mi fissò sgomento dopo aver assistito alla scena
- Vede quella signorina lì?- dissi indicando Cassie che si avvicinava a noi, il cassiere annuì
- Non accetti la sua carta o vi farò una pessima pubblicità...la strisci si sbrighi-
- O-ok-
E strisciò la carta. Trionfante, mi voltai verso Cassie e le mostrai lo scontrino in segno di vittoria. Della mia vittoria.
- Uff adesso sono in debito con te e io non sopporto di essere in debito con qualcuno- disse piuttosto corrucciata
- Ripagami svolgendo un ottimo lavoro- dissi e poi la superai per raggiungere Asteria. Ritornammo ai nostri uffici e Cassie per lasciarci un pò da soli, si avviò da sola verso l'ascensore
- Non credo di piacerle- mi sussurrò Asteria quando Cassie sparì alla nostra vista
- Perché lo pensi?- le chiesi
- Be...non mi ha parlato molto..c'è stato del tenero fra voi vero?-
- Sì ma è stato molto tempo fa...è qui solo per lavoro, poi non so se rimarrà o tornerà in America fatto sta che...non c'è più niente fra me e lei. Si tratta solo di affari-
Asteria mi sorrise
- Va bene...ti lascio lavorare adesso- mi bació teneramente una guancia e poi si avviò verso la macchina. Rientrai in azienda e quando varcai la soglia del mio ufficio non vi trovai Cassie
- Karen hai visto la signorina Johnson?- chiesi alla mia segretaria
- Sì, signor Malfoy...è uscita...mi ha detto di dirle che non si sentiva bene-
- Da quanto è uscita?-
- Neanche due minuti fa-
- Grazie, Karen- dissi assente. Mi chiusi la porta alle spalle e per un momento, solo per un momento pensai che mi mancava terribilmente. Ma poi quel pensiero svanì come era apparso...

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