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- Dove sei stata ieri?- fu la prima cosa che chiesi a Cassie quando si presentò, quel mattino, in ufficio. Lei mi fissò con i suoi pozzi blu
- Perchè stai urlando?- mi chiese mettendosi una mano sulla fronte. Vogliamo scherzare?!
Mi ha piantato in asso nel bel mezzo del progetto e mi chiede perchè sto urlando..davvero sto urlando?..sì, sto urlando. Contai fino a dieci e poi chiesi nuovamente
- Dove sei stata ieri?-
- E sarebbero affari tuoi perchè?-
- Cassie, sono entrato in ufficio e non ti ho trovata al tuo posto e sono venuto a sapere da Karen che te ne sei andata-
- É la tua segretaria...è il suo lavoro- ribattè tirando fuori, come sempre il fascicolo del nostro progetto
- Perchè non me l'hai detto?-
- Eri con Asteria- disse storpiando il nome. Oh no! Conoscevo quel tono! Gelosia in arrivo
- Molto carina...comunque- disse lanciandomi appena uno sguardo e posandolo immediatamente sul suo lavoro
- Cassandra sto cercando di avere una discussione matura con te- dissi. Cristo! Quella donna sapeva farmi uscire dai gangheri come nessuna. Conosciete il detto " se lo sguardo potesse uccidere"? Ecco. Ne ho appena beccato uno. Lanciandomi un'occhiata poco
cordiale, Cassie si sistemò comodamente sulla sedia, lisciandosi la gonna sulle sue belle gambe snelle. Scontro fra tre, due..
- Vuoi parlare? Benissimo. Sono tutta orecchi- disse
Cazzo! Due secondi! Ha durato due secondi prima di lanciarmi il guanto di sfida!
- Karen mi ha detto che stavi male..-
- Già appurato. Continua. Voglio vedere fin dove ti spingi.-
Chiusi gli occhi e iniziai a contare fino a dieci. Anzi, no facciamo venti perchè nemmeno una forza divina mi avrebbe trattenuto dal strangolarla
- Se stavi male perchè non hai avvisato me? Sono io che collaboro con te fino a prova contraria-
- Ma come? Non ti stavi sbaciucchiando con la tua nuova amichetta?-
Sarcasmo. La sua arma più letal! Ecco il male di quando conosci qualcuno da anni: sa come farti girare i coglioni in pochi secondi. Io e Cassie ci conoscevamo abbastanza per sapere cosa infastidiva l'un, l'altra...diavolo! Siamo stati a letto insieme anche!
- Piantala adesso!-
- Perchè? É così divertente vederti sputare fumo dal naso e orecchie-
Stavo per rispondere quando la porta del mio ufficio si aprì e la testa di mio padre fece capolino, squadrandoci entrambi
- Tutto bene, ragazzi?-
-Certo, Lucius. A meraviglia- gli rispose Cassie guardandolo con i suoi occhioni da cerbiatto
- Vi ho sentito battibeccare e mi sono preoccupato...come procede la collaborazione?-
Mi morsi la lingua all'istante anche se avrei tanto voluto rispondere " Una schifezza papà...perchè non rispedisci il suo culo a Chicago?" ma rimasi zitto, a testa china
- É tutto ok papà...ci stavamo solo confrontando sul progetto, tutto qui-
Lo so che la mia era una balla colossale ma qualcuno lassù ( o laggiù, se simpatizzate per l'inferno) doveva volermi bene sul serio; mio padre si bevve quella grossissima stronzata e dopo essersi congedato con un " fate i bravi, buon lavoro", si chiuse la porta alle spalle. Neanche fossimo alle elementari.
- Perfetto. Con il nervoso che mi hai fatto venire, devo fumare e sono solo le nove del mattino-
- Dovresti farti una sana scopata...sei un tantino stressato- disse mentre stavo uscendo; feci finta di nn sentirla e mi rifugiai sul mio balcone preferito. Presi fra le labbra la sigaretta e solo questo gesto mi fece sentire già più rilassato. Certe volte, Cassie me le faceva proprio girare! Che mai ci avró trovato in lei per farmela piacere? Se il aveva deciso che dovevamo separarci perchè di punto in bianco ha cambiato idea e ci siamo rivisti? Perchè in quei sette anni non si era sposata o almeno trovato fuori un bel fidanzato americano? Al diavolo! Io non dovevo pensare a lei. Il mio scopo era quello di presentare un buon prodotto, collaudarlo, metterlo in commercio e poi bye bye Cassie. Lei se ne sarebbe tornata in America e io avrei vissuto la mia vita come ho sempre fatto fino al suo ritorno. Non mi sentivo ancora pronto a rientrare, così, presi una seconda sigaretta dal pacchetto. La stavo accendendo quando il cellulare iniziò suonare impetuoso " Bohemien Raphsody" e guardai lo schermo illuminarsi con il nome di " Blaise"
- Allora sei ancora vivo!- disse non appena risposi
- Molto spiritoso! Che succede?- chiesi dato che era piuttosto insolito che Blaise mi telefonasse alle nove passate del mattino
- Mi è venuta un'idea strepitosa! E se stasera ci ritroviamo tutti quanti allo "Skylounge"?-
- Dico che ho bisogno di sbronzarmi stasera-
- E lo farai...come va la tua collaborazione con Cassie?-
Feci una smorfia e buttai il mozzicone di sigaretta nel posacenere
- Due parole: da schifo-
E gli raccontai di quello che era successo
- Frena tutto: tu esci con Asteria Greengrass?!-
-É questa la parte che ti ha colpito maggiormente?!- gli chiesi stizzito; e tanti saluti al mio autocontrollo
- Amico esci con una delle modelle più sexy della nazione e me lo dici solo adesso?! Perchè non la porti con te stasera? Voglio conoscerla-
- Così tu e Theo potete fare gli scemi? No, grazie-
- Ehy ti ricordo che sono fidanzato...o meglio non ufficialmente ma ho una relazione e Queeny mi stacca la testa e me la fa uscire dal culo se solo oso guardare un'altra-
- E io ti stacco le palle se ci provi con Asteria...ci sto uscendo io-
Nonostante avessimo un codice d'onore, Theo e Blaise si divertivano un casino a farmi incazzare provandoci con la ragazza che avevo puntato io...adesso, entrambi erano coinvolti con le due migliori amiche dell'arpia che si trova nel mio ufficio e quindi dovevano dire addio ai loro momenti di coglionaggine. Non erano permessi. Specie per Blaise. Queen lo teneva d'occhio come un mastino e più di una volta aveva azzardato d'incastrarlo, cercando di portare la loro relazione ad un gradino più elevato. Sebbene Blaise mi dicesse quanto Queen era sensuale e brava a letto, questo non era abbastanza per indurlo a prendere QUELLA decisione. L'idea del matrimonio lo terrorizzava molto di più di andare a convivere nella stessa casa ( il che è tutto dire conoscendolo bene. Non resisterebbe un giorno!). La situazione per Theo era già più abbordabile invece. Rachel era rimasta la solita studiosa dei tempi della scuola; preoccupata a portare a termine la sua laurea in giurisprudenza, il matrimonio era l'ultimissimo dei suoi pensieri. E che dire di Theo? Be...è Theo e abbiamo detto tutto quanto.
Il momento che tanto avevo temuto per tutto il giorno, arrivò
- Sono piuttosto agitata- mi disse Asteria durante il tragitto da casa sua allo Skylounge, le strinsi la mano sorridente
- Andrà tutto bene...che io sappia non sono carnivori perciò non ti divoreranno-
- Spero...la prossima volta organizzo con i miei amici se ti va...sono molto curiosi di conoscerti visto quanto gli ho fatto sanguinare le orecchie a forza di parlare di te- disse ricambiando la stretta. Il conttatto con la sua pelle, mi fece scorrere un brivido lungo tutta la spina dorsale ma non saprei dire in che modo. Fu come una scossa elettrica lieve e impercettibile. Arrivammo al bar, i miei amici ci attendevano ad uno dei tavoli che chiaccheravano fra loro; Asteria si aggrappò al mio braccio scrutando il gruppo con attenzione come se volesse memorizzare ogni singolo loro particolare. Come da manuale Tiger, Goyle, Theo e Blaise guardarono con gli occhi fuori dalle orbite Asteria, che sentendosi osservata con così tanta curiositá ricambiò gli sguardi di ognuno. Queen prese per un orecchio Blaise, fumante di rabbia e Rachel cacciò un calcio a Theo che sussultò per la sorpresa. L'unico sguardo che non riuscì ad interpretare fu quello di Cassie: gli occhi truccati con maestria tanto da far sembrare il loro azzurro ghiaccio, ancora più ghiaccio non esprimevano assolutamente niente. Zero. Impassibile.
- Ben arrivati- disse Queen con un sorriso cordiale e linciando di tanto in tanto Blaise con lo sguardo
- Ehy banda di pazzi...vi presento Asteria-
Asteria  era ammutolita e fissava Cassie tanto intesamente che dovetti darle uno scossone; risvegliatasi da quel momento piuttosto insolito, sfoggiò uno dei suoi sorrisi più belli
- Ciao a tutti- li salutò.
- Conosci già Cassie- dissi
- Abbiamo già avuto modo di incontrarci- disse con un sorriso melifluo la mia socia
- Sì- rispose Asteria
Si scrutarono per un momento e poi la sua attenzione si spostò sugli altri e glieli presentai. Cassie per tutta la sera non fece altro che trangugiare piccole quantità di vodka dai dei bicchierini, beccandosi da me un'occhiataccia dato che l'indomani sarebbe stata una giornata piuttosto stressante: avremo presentato il nostro piano marketing. Tutto ció consisteva in una riunione per  tastare il suolo del nuovo progetto: al che significava soddisfare mio padre e soci. Mossa per niente semplice.
- Piantala di bere- le sussurrai
Per tutta risposta prese l'ennesimo bicchierino e lo buttò giù davanti alla mia faccia
- Costringimi- mi sfidò
- Cassie..Draco ha ragione, adesso basta bere- la riprese Queen; le allontanò i bicchierini
- Forse è meglio se vai a dormire- le disse Rachel ma Cassie scosse il capo
- No, sto bene...davvero-
- Cassie hai una brutta cera...tu a casa ci vai e anche subito- le dissi
- Non sei il mio padrone-
- É vero...ma lo dico per il tuo bene-
- Tutti lo diciamo per il tuo bene- mi diede man forte Queen
- È venuta in macchina?- chiesi alle sue amiche, Queen scosse la testa
- Sono andata a prenderla io con Blaise subito dopo cena-
- Andiamo Johnson...ti riaccompagno- le dissi
- Pianti qui la tua amica per me? Oh ma che galante!-
Cazzo! Mi ero lasciato così tanto trascinare da lei e dal suo comportamento infantile dall'essermi dimenticato di Asteria; lei mi sorrise
- Non preoccuparti...portala a casa e poi ci vedremo ok? Nel frattempo parlo con i tuoi amici- mi rassicurò
- Sei sicura?- le chiesi
- Assolutamente! Ti prego, accompagna a casa Cassandra...non sta bene e tu sei suo amico oltre che suo socio. Giusto?-
Guardai Cassie e poi Asteria, infine annuì. Alzai Cassie dalla sedia che senza discutere si lasciò trascinare verso la macchina
- Mi raccomando non vomitare qui dentro- le dissi non appena montai dal lato del guidatore
- Ci provo- mi rispose con gli occhi chiusi
- Non so dove stai ora- le dissi prima di partire, mi diede l'indirizzo e poi si sistemò meglio sul sedile, chiudendo gli occhi. Rimasi con gli occhi fissi sul tragitto dato che conoscevo poco la zona, arrivai davanti a un elegante palazzo e svegliai dolcemente Cassie

- Cassie- la chiamai e lei aprì lentamente gli occhi

- Siamo arrivati...andiamo- 

- Draco- mi chiamò. Mi voltai a fissarla, scontrandomi con quei pozzi blu, così famigliari. Non sembrava nemmeno che fosse stata lontana tutto quel tempo, anzi...mi sembrava di essere tornato a sette anni fa,  in quella macchina, quando lei non voleva scendere e nell'attimo successivo ci siamo scambiati un bacio.

- Che c'è?- le chiesi a malincuore

- Mi accompagni? Ho paura di non farcela- 

- Certo- 

La lasciai davanti alla porta dell'appartamento ma nel momento in cui mi voltai per andarmene e lasciarla riposare, lei mi prese il polso e mi fece voltare. Perché il contatto con la sua pelle mi faceva sempre rabbrividire? Cassie mi attirò verso di lei e se non avessi appoggiato le mani al muro l'avrei travolta; mi sfiorò il viso, sfiorandomi poi le labbra con la punta delle dita. Chiusi gli occhi. Ti prego, non farlo. Non trascinarmi di nuovo in quel limbo, Cassie, ti ho buttato nel dimenticatoio tanto tempo fa...non puoi prendermi ancora il cuore e farlo tuo. Le sue labbra sfiorarono le mie mentre le mani scivolavano, accarezzandomi il petto. Riuscì ad allontanarmi, mi bastò un passo e il suo tocco svanì anche se sentivo ancora la pelle formicolare

- Non andare- mi pregò

- Sei ubriaca...non sai quello che desideri. Non è me che vuoi, Cassie. Sono i ricordi che hai di me che vuoi che ritornino- sussurrai, tenendo gli occhi fissi al suolo. Vedendo che non rispondeva, lo alzai. Lei lo ricambiò e senza dirmi nulla, mi voltò le spalle, entrò nel suo appartamento sbattendomi la porta in faccia.



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