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- Buongiorno amore mio- mi sento sussurrare all'orecchio. Apro lentamente gli occhi e mi volto verso la donna che sta seduta al mio fianco nel letto, con un sorriso. Asteria mi accarezza i capelli e io non posso fare a meno che stringermi contro di lei in cerca del suo bacio. Il suo dolce profumo mi avvolge come fanno le sue braccia nel momento in cui appoggio le mie labbra sulle sue, morbide e calde
- Hai dormito bene?- mi chiede in un sussurro
- Sì, anche se mi sei mancata...dove sei stata? Mi sono girato nel letto e non ti ho trovata- piagnucolo
- Becky e Dafne hanno fatto colazione da Chateau Dessert, così le ho raggiunte e mentre ero lì ho pensato di prendere qualche piccola coccola per il mio amore- dice stampandomi un altro bacio sulle labbra
- Donna, lo sai che ti sposo solo perchè mi vizi vero?- le dico scherzosamente, Asteria mette un finto broncio e mi colpisce con il cuscino in pieno viso
- Ma che modi signora Malfoy- la rimprovero, prendo subito l'altro cuscino e inizio a colpirla senza pietà. Inizia così una lotta con i cuscini, senza esclusioni di colpi. Lei ride e mena a caso il cuscino dandomi alquante possibilità di colpirla ripetutamente
- Arrenditi- le dico
- Mai- mi risponde facendomi la linguaccia. Così la colpisco ancora
- E adesso?-
- Va bene, va bene mi arrendo- dice ridendo. Lascio che si alzi, la vedo guardarsi allo specchio e sospirare
- Mi hai spettinata tutta- piagnucola, sistemandosi i capelli con le mani. Mi alzo anch'io e la prendo per la vita, stringendola forte a me
- Per me sarai sempre splendida- le sussurro dandole un bacio nei capelli
- Ah signor Malfoy! Tu mi fai diventare pazza- ribatte con un sorriso
- D'amore spero!-
Ci guardiamo negli occhi, attraverso lo specchio e ci sorridiamo
- Facciamo colazione, adesso- mi dice prendendomi per mano e ci avviamo verso la sala da pranzo. Entrambi ci dividiamo i compiti: io preparo il succo d'arancia e metto a scaldare le brioches mentre lei prepara il tè e la tavola
- Sai- inizia, prendendo il barattolo dello zucchero
- Ho incontrato Cassandra stamattina- conclude, poi. Smetto di spremere l'arancia e mi raddrizzo
- Oh- rispondo solo
- L'ho invitata al mio addio al nubilato, ho fatto bene?- mi chiede cercando i miei occhi. Così li punto nei suoi
- Sì, direi di sì- rispondo con un sorriso tirato
- Tutto bene?- mi chiede notando la mia rigidità. Annuisco e scaccio la cosa con un mano, tentando in tutti i modi di rilassarmi. Ha fatto solo una cortesia, Draco, perchè irrigidirsi in questo modo? Chissà Cassie come ha preso l'invito. Ultimamente, è stata molto fredda e distaccata nei miei confronti. Tutte le volte che cerco di parlarle dei preparativi per il matrimonio, in cerca del suo consiglio, lei puntualmente cambia argomento e si concentra sul lavoro. Quella tipa è bipolare! - Che cosa ti ha risposto?- chiedo ad Asteria con finta non curanza
- Ha detto che verrà, e passerà l'invito a Queen e Rachel- rispose
- È una bella notizia! Mi fa piacere che cerchiate un dialogo e di costruire un rapporto- rispondo con voce stridula, riprendendo a spremere l'arancia con molto vigore
- Amore...perchè stai martoriando quella povera arancia? Cosa c'è?- mi chiede Asteria passando gli occhi dal mio viso al frutto che sto ancora stringendo fra le mani; lascio andare l'arancia con un sospiro e mi appoggio al ripiano della cucina
- Niente amore...sei stata molto carina ad invitarla. Hai fatto bene-
- È solo che...è solo che io voglio piacerle- mormora Asteria, iniziò a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli e si morse il labbro inferiore
- Perchè non dovresti piacerle?- le chiedo perplesso
- Bè...quelle poche occasioni che ci siamo viste...non so...non riesco a capire quello che pensa di me-
- Cassie è fatta così, è difficile capire quello che prova in qualsiasi circostanza. Fidati che anche per noi che la conosciamo da molto delle volte sembra un muro impenetrabile. Bisogna prenderla con i guanti- rispondo con un sorriso ma questo non sembra tranquillizzarla per niente così la prendo fra le mie braccia e la stringo
- Ehy, tu non hai niente che non va e sono anche sicuro che le piaci moltissimo- le sussurro. Asteria sorride e mi bacia
- Grazie- mi sussurra. Il fischio della teiera ci fa sobbalzare, lascio andare Asteria e di conseguenza l'argomento "Cassandra" decade.

"Va tutto bene, va tutto bene" mi ripetei mentre guardavo la porta imponente dell'altrettanto imponente villa in cui era cresciuta Asteria. Se solo penso che dietro a quella porta si trovano i miei futuri suoceri, mi viene l'orticaria! Asteria suona il campanello, tutta eccitata mentre io vorrei scavarmi una fossa e buttarmici dentro perchè diciamocelo: non sono affatto abituato a questo tipo di cose. Specie se me lo avessero chiesto sette anni fa! Sarei addirittura scoppiato a ridere di fronte alla prospettiva! Se il mio "io" diciotenne vedesse farmi fare queste cose, si strapperebbe i capelli. La porta si apre e io trattengo il respiro che esalo subito non appena vedo la testa di Dafne fare capolino dalla porta
- Suvvia! Non stai andando al patibolo- mi dice con sarcasmo fissandomi
- Dafne, sii gentile- la rimprovera Asteria. La bionda sgrana gli occhi con fare innocente
- Stavo solo scherzando!- ribatte facendo sbuffare Asteria
- Non darle retta amore...lo fa apposta- disse la mia futura moglie. Fece cenno a Dafne di spostarsi e presomi per mano, mi condusse all'interno della maestosa villa. Mi guardai attorno, piuttosto colpito. Sembrava di vedere il castello della regina! Le pareti erano dipinte di rosso rubino e mobili antichi ornavano il tutto. Niente tende alle finestre
- Sono arrivati?- chiese una voce da quello che presumei fosse il salotto
- Ho sentito suonare il campanello- continuò, sentii dei passi avvicinarsi e poi eccola spuntare di fronte a me: la madre di Asteria. L'esatta copia di Dafne. O meglio Dafne ne era la copia sputata!
- Mamma- disse Asteria in un corretto accento francese, l'abbracciò forte
- Mon petit amour- esclamò la donna stringendola a sua volta
- Mamma, questo è Draco- disse Asteria, prendendomi orgogliosa per un braccio
-Lieta di fare la tua conoscenza, Draco. Asteria ci ha parlato molto di te- esordì sua madre,porgendomi la mano
- Il piacere è tutto mio, signora Greengrass- dissi, stringendogliela con un sorriso
- Dov'è papà?- chiese Asteria
- Sta discutendo con il manager di non so quale attore! Sai com'è fatto-
E come se fosse stato chiamato, ecco spuntare Alec Greengrass da una delle porte che davano sul giardino
- Giselle, stai cercando di sminuirmi di fronte al mio futuro genero?- la punzecchiò con un piccolo sorriso. La donna sbuffò
- Lo sai che detesto quando anteponi il lavoro alla famiglia-
- Oh ma petit! Non ti ricordi più dove io e te ci siamo conosciuti per caso?- le chiese, prendendola per la vita e scoccandole un bacio fra i capelli. Lei sorrise come una ragazzina alla prima cotta e per un momento li invidiai enormemente: saremo stati anche io e Asteria così fra trent'anni? Se tempo addietro me lo avreste chiesto, l'avrei detto anche dei miei genitori. Scacciai immediatamente il pensiero e ricambiai il sorriso che il signor Greengrass mi rivolse
- Draco Malfoy. Chi l'avrebbe mai detto che il rampollo di Lucius chiedesse la mano della mia principessa?-
- Le dovrò fare i complimenti allora signor Greengrass. Ha fatto un ottimo lavoro: è perfetta- dissi, poi, spostando lo sguardo su Asteria che mi sorrise timidamente
- Allora miei baldi giovani, scommetto che avrete una fame da lupi perciò che ne dite se ci avviamo verso la sala da pranzo?- esordì,fummo tutti d'accordo e ci avviammo verso l'enorme sala da pranzo. Non dovemmo aspettare molto perchè la cena venne servita quasi subito, da due cameriere. Entrambe salutarono Asteria con un sorriso radioso e lei non si limitò affatto a stringerle in un forte abbraccio. Quando si risedette, la guardai in modo interrogativo. I miei genitori mi avevano sempre privato di socializzare in quel modo con la servitù per questo vedere Asteria in atteggiamenti così affettuosi, mi aveva lasciato perplesso
- Mi sono sempre state vicine- mi spiegò con un luccichio negli occhi
- Mio padre ha salvato la vita a Chantal. L'ha strappata dalle grinfie del marito che non faceva altro che picchiarla, le abbiamo dato un tetto e un lavoro tutto per proteggerla. Poi, mio padre ha denunciato il marito e l'ha fatto arrestare. Ho giocato con sua figlia Savannah per tutta la mia infanzia. Sono di famiglia per noi- concluse, infine. Le strinsi forte la mano e le sorrisi.
La cena andò benissimo, quando Alec mi chiamò in disparte
- Fumi Draco?- mi chiese
-Sì- risposi, perplesso della strana domanda
- Vieni con me, fumiamoci una sigaretta insieme...dopotutto sarai mio genero no?-
Annuì, ancora più perplesso. Mi fece cenno di seguirlo e io, titubante, lo seguì. Raggiungemmo la terrazza, Alec si accomodò su una delle poltroncine del giardino, sfilando dalla tasca un pacchetto di sigarette. Ne prese una fra le labbra e poi me lo porse
- Sai- iniziò, si accese la sigaretta e inspirò un poco per poi buttare fuori il fumo
- Asteria è sempre stata, fin da piccola, piena di aspettative per la vita. Ha un'ammirazione particolare per Dafne che come avrai capito ha il carattere di sua madre.-
- Sì, signore- risposi. Attimo di pausa. Entrambi inspirammo dalla sigaretta per poi buttare fuori il fumo
- Mi sono sempre preoccupato per la sensibilità della mia piccolina. Delle volte...sembra ingenua. Una sognatrice. Proprio come il padre- continuò con un sorriso che io definirei paterno
- Per questo quando ha iniziato a parlarci di te, ho pensato all'inizio che fosse una pessima idea...forse perchè...come ogni padre, sono geloso e ambisco al meglio-
Rimasi in silenzio e continuai a fumare. Tanto, avrebbe continuato a parlare perciò aspettai, pazientemente
- Adesso che ti ho conosciuto però...adesso che ti ho visto guardare mia figlia con gli occhi pieni d'amore posso dire di essere tranquillo. E sono disposto a lasciartela. Ti prego, prenditi cura di lei ogni giorno. Te l'affido- concluse. I minuti che seguirono furono i più interminabili della mia vita. Nella mia testa sentivo solo un ronzio e oltre a quello nient'altro. Alec buttò la sigaretta nel posacenere
- Ti aspettiamo dentro ok?- mi disse
- Certo- risposi meccanicamente, lui andò dentro mentre io me ne rimasi seduto fuori, a rimuginare sulle sue parole.

Iniziò tutto per giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora