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Come corpo ognuno è singolo,
come anima mai.
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Se quella notte avesse avuto un nome si sarebbe chiamata la notte dei fantasmi.Mentre Nicholas correva disperato verso il vecchio molo inseguendo quello che aveva perso, Elisabeth se ne stava appoggiata alla spalliera del letto a fissare il buio davanti ai suoi occhi.
La pancia le brontolava, nonostante quella sera avesse mangiato qualcosa in più all'ora di cena, perché sentiva la pressione dello sguardo vigile di Dimitri su di sé.
Alla fine in quei giorni aveva scoperto che suo fratello fosse venuto a conoscenza del suo complicato rapporto con il cibo non da Nicholas - come lei aveva erroneamente supposto - ma da Veronica, che preoccupata si era subito confidata con Dimitri, sperando che almeno lui potesse fare qualcosa.
Si sentiva un po' stupida ad aver accusato il suo vicino di casa, attribuendogli una colpa non sua, ma nel momento in cui gli aveva urlato contro tutto quello che si teneva dentro dalla fine dell'estate si era sentita subito meglio, quasi più leggera, con meno pensieri a importunarle la mente, già fin troppa piena di preoccupazioni.
Una tra tutte il grande punto interrogativo su come Dimitri avrebbe affrontato il suo problema. Aveva una terribile paura che racontasse tutto ai loro genitori o peggio ancora ad Aria, ed il solo pensiero le faceva tremare le gambe e le mani.
Non voleva che nessuno si preoccupasse per lei, avevano già i loro di problemi, non c'era alcun bisogno che si facessero carico anche dei suoi.
Non era di certo abituata ad affrontare tutto da sola, ma si sa, a mali estremi, estremi rimedi.
Ne avrebbe potuto parlare con suo fratello, pregarlo di non dire niente a nessuno, assicurargli - proprio come aveva fatto con Nicholas - che si sarebbe impegnata, che avrebbe fatto del suo meglio per superare quel terribile momento. Avrebbe ripetuto per la centesima volta - così come faceva nella sua mente ogni qual volta quel pensiero la sfiorasse - che era solo una fase e così come passano le stagioni, sarebbe passata.
Quando non ne poté più del buio tutt'intorno a sé, si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra. Scostò leggermente la tenda e la fievole luce di un lampione bastò ad illuminare la sua stanza. Si sedette sul davanzale, la testa all'indietro e le gambe rannicchiate al petto per sentire meno il freddo proveniente dall'esterno.
Rivolse per un po' lo sguardo al cielo, in cerca delle stelle forse, nonostante sapesse perfettamente che adocchiarne anche una sola nel cielo newyorkese fosse praticamente un miraggio, quasi paragonabile all'acqua nel deserto.A volte aveva la nostalgia del piccolo paesino dimenticato dal mondo in cui passava tutte le estati da bambina: lì si che si vedevano le stelle se si alzava la testa verso il cielo.
Si trovava completamente dall'altra parte dello stato. La California era l'opposto della sfrenata New York.
La tenuta dei suoi nonni era a metà tra la campagna - completamente immersa nel verde - ed il mare: praticamente un sogno per qualunque amante della vita tranquilla.
Dimitri - che l'estate l'aveva sempre amata più di lei - contava con entusiasmo i giorni che lo separavano dalla partenza. Non vedeva l'ora di affondare con i piedi nella sabbia a due passi da casa, di nuotare per tutta la mattinata nell'oceano Pacifico e fare pratica con la sua tavola da surf preferita, quella che il nonno Seb gli aveva regalato quando era solo un bambino di appena cinque anni.
Beth, invece, passava i pomeriggi in compagnia di sua nonna Tanya nel giardino dall'altra parte della tenuta a prendersi cura dei fiori. Tra quei cespugli rigogliosi era nata la sua passione per la natura e la certezza che l'amore risiedeva in tutto, dalla cosa più piccola a quella più grande. Si celava nelle azione quotidiane, quelle spontanee. Nei piccoli gesti come prendersi cura di qualcuno o di qualcosa, come annaffiare una piantina.
La nonna glielo ripeteva sempre "Trova l'amore e troverai tutto" e lei annuiva compiaciuta da quelle parole perché sapeva che non si riferiva a quello che tutti avevano in mente come amore convenzionale, Tanya alludeva a qualsiasi cosa, non per forza ad una persona.
"L'amore prima di risiedere nel cuore delle persone, si trovava nella natura" continuava a dire nel mentre accarezzava delle piccole foglioline sugli steli di alcuni fiori che ancora dovevano crescere.
Sospirò rassegnata, era inutile continuare a fissare così insistentemente qualcosa di così tanto oscuro nella speranza che potesse essere illuminato anche da un minimo bagliore di luce.
Portò lo sguardò sul piccolo scorcio di Saint Breath che la sua finestra le permetteva di vedere: il Rumours proprio lì di fianco, la strada con i suoi ciottoli, i balconi dei palazzi difronte, il fiume Hudson ed il vecchio molo.
Sentiva le vecchie assi scricchiolare fin lì.
Voltò il capo di poco, poi però nel rendersi effettivamente conto che quel suono non se lo stava immaginando, ritornò a guardare proprio in quel punto preciso, dove una figura indistinta continuava a fare avanti e indietro.
Sembrava un pazzo che non si dava pace dal modo ossessivo in cui calpestava il legno sotto le suola delle scarpe.
Assottigliò gli occhi e quando lo riconobbe era ormai troppo tardi per cambiare idea sulla pazzia che aveva preso piede nella sua testa.
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Grace
RomanceSPIN OFF di "Aria" È possibile leggerla anche separatamente. ‼️Attenzione Al momento "Aria" è in fase di revisione ed una volta conclusa anche questa storia verrà revisionata completamente e molti capitoli subiranno degli stravolgimenti. Non sempre...