XXXVII - Titani

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E invece,
nonostante tutto,
ti proteggerò da chiunque.
Nonostante tutto,
corro sempre da te, Trix.




20 novembre 2021

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20 novembre 2021

Per Beth tutto girava intorno ad unica cosa: il destino. Era una di quelle persone che ci credeva ciecamente, che quando si svegliava la mattina il primo pensiero era afferrare il cellulare sul comodino e leggere l'oroscopo della giornata.

Aria la prendeva in giro ogni volta e sbuffava contrariata quando, invece, anziché gustarsi la colazione le leggeva quali dei tanti pianeti si sarebbe ritrovata contro quella settimana.

Eppure era successa una cosa strana, una coincidenza che non poteva essere spiegata in altro modo se non con la sua teoria del destino.

Si era laureata da appena qualche mese, quando le era stato proposto un posto come tirocinante alla New York University, e da poco più di una settimana, invece, Aria l'aveva chiamata a telefono e le aveva detto la cosa più sconvolgente di tutte, sarebbe presto ritornata nella Grande Mela. Roba di lavoro, così le aveva detto, qualcosa collegato ad allargare i suoi affari anche lì negli States, ma lei non ci aveva creduto. C'era qualcosa sotto, lo sapeva bene, ma sapeva anche che cercare di cavare la verità dalle labbra di Aria era una causa persa già in partenza.

Si muoveva tra quegli enormi corridoi assimilando ogni dettaglio intorno a lei.
Quello era il sogno di lei ed Aria da bambine: frequentare la stessa università, condividere una di quelle stanze minuscole dei dormitori, essere semplicemente due adolescenti lontane dalle pressioni e dalle alte aspettative delle famiglie che si portavano dietro.

Era la normalità la cosa che più bramavano, ma avevano dovuto farne a meno.
Alla fine Beth aveva frequentato la Berkeley e Aria una delle università più prestigiose e antiche di tutta Parigi.

Eppure se chiudeva gli occhi si immaginava passeggiare lì con la sua migliore amica, Aria con la sua solita calma, vestita di tutto punto, con una fantastica Birkin al braccio e qualche pesante manuale di economia tra le mani, il mento alto e i lunghi capelli neri in perfetto ordine, e lei lì al suo fianco che si era appena svegliata, come sempre in ritardo, i capelli biondi scompigliati, e gli occhi puntati verso i bellissimi quadri appesi alle pareti.

Sentiva la nostalgia e la mancanza di qualcosa che neanche c'era mai stato.

Le era capitato di pensarci di più ultimamente, da quando aveva rivisto Aria seduta sul vecchio molo, proprio come una volta, da quando era ritornata ad abitare nella villa accanto alla sua, da quando sapeva che bastava un semplice messaggio o una chiamata a farla precipitare subito da lei, senza dover attendere più di otto ore, ma soprattutto da quando era ritornata a mentirle.

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