XXXII (parte due) - La verità viene sempre a galla

30 2 0
                                    


Imparare a non invidiare
le fortune altrui,
ecco com'è fatta la grazia.



«Beth?» Gideon la scosse «Tutto bene?»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.





«Beth?» Gideon la scosse «Tutto bene?»

«Eh?»

«Ti eri incantata... non so, sembravi strana»

«No no, sto bene, tranquillo» lo rassicurò l'attimo prima di alzarsi dalla sedia su cui si era seduta appena qualche minuto prima.

«Mi dispiace di aver nominato Aria, non dev'essere stato facile neanche per te»

«No, davvero, tranquillo» imboccò nuovamente quel corridoio, ma quella volta lo percorse al contrario, pronta a ritornare da Nicholas.

Era stanca.

Stanca marcia.

«Finalmente!» la colse di sorpresa il ragazzo ancora prima che potesse rimettere piede nella sua stanza, aveva capito che si trattasse di lei solo dal rumore dei suoi passi.

Beth però si fermò per un attimo, e facendo attenzione a non farsi vedere, si appoggiò con la schiena al muro. Un ultimo respiro e poi affrontò la verità che le veniva negata da fin troppo tempo.

«Che ti sei mangiata? Tutta la dispensa?» scherzò Nicholas, facendo l'errore di parlare prima di guardarla in volto.

Era rossa di rabbia, collera e delusione.
E appena lui se ne accorse si zittì all'istante, cominciando a pensare a cosa mai fosse potuto succedere in quei venti minuti in cui era stata in cucina.

«Che hai?» si arrese alla fine perché non gli veniva in mente proprio niente.

«Non ero da sola in cucina»

«No?» mormorò confuso.

Non ci stava capendo un bel niente e quei mezzi indovinelli di Beth di certo non aiutavano.

«No» affermò lei convinta «C'era Gideon, e sai cosa mi ha detto?» fece una breve pausa per guardarlo dritto negli occhi e godersi quell'ultimo momento prima della tempesta che avrebbe distrutto tutto «Mi ha ringraziato. Mi ha ringraziato per esserci stata per te, per averti risollevato il morale dopo... dopo che Aria è andata via. Anzi no, aspetta, lui ha usato un altro verbo. Scappare. Si, era questo qui. Dopo che Aria è scappata di punto in bianco. Così mi ha detto. Questa è stata la sua frase precisa. Me la sono impressa»

Nicholas all'inizio sembrò non capire. Era talmente pieno di bugie che neanche lui le ricordava tutte. Poi però sbiancò e il sangue gli si gelò nelle vene, allo stesso modo in cui si era gelato a Beth mentre Gideon pronunciava quelle parole.

«Me l'ha ripetuto più di una volta. Aria è scappata. Continuava a ripetermi lui e io non capivo. Non capivo perché tu, brutto stronzo» gli puntò un dito contro «...mi hai mentito, di nuovo. Mi hai rifilato l'ennesima bugia, l'ennesima cazzata. Te la sei inventata bene. Da film Oscar. Ma questo non è un film... e tu non sei un cavolo di personaggio e questa che ti sei inventato non è una sceneggiatura, è la vita vera, è la vita vera delle persone che tu... tu hai distrutto. Te ne rendi conto Nicholas?» gli diede le spalle, i gomiti in alto, le dita tra i capelli, gli occhi pieni di lacrime e le guance già sporche di mascara «Tutto questo è solo colpa tua! Non di Gideon, non di Lisa né tantomeno di Paul. Loro non c'entrano niente, ma non lo sanno perché tu ci hai usato tutti come dei tuoi stupidi burattini. Hai mosso i fili delle nostre marionette e noi, tutti noi, siamo stati talmente ingenui da lasciartelo fare, da crederti incondizionatamente. Io mi sono fidata di te nonostante i campanelli d'allarme erano tanti e c'erano tutti, per di più. Ma adesso sono stanca... sono stanca di tutto. Stanca di queste continue bugie, di questa maledetta storia che mi tortura da mesi e mesi, sono stanca di essere vista come l'agnello sacrificale, come l'anello debole della catena. Sono stanca persino di te e della tua faccia da stronzo narcisista» si liberò di tutti quei sassolini nelle scarpe e glieli rigettò uno ad uno, senza urlare, senza alzare il tono della voce neanche di un'ottava. A sentirla non sembrava neanche arrabbiata o tremendamente furiosa, ma Nicholas lo sapeva che dietro quell'apparente calma si nascondeva la rabbia più cruda di tutte.

«Adesso voglio solo la verità»

Beth si voltò di nuovo, quella volta per ritornare ad avere lui davanti agli occhi.

L'aveva odiato tanto, con tutta se stessa, e poi tutto d'un tratto l'aveva amato e quel terribile odio si era dissolto.

In quel momento però proprio non riusciva a detestarlo come faceva un tempo. Lo guardava fare avanti indietro dal letto alla finestra spalancata, guardava i suoi occhi azzurri agghiaccianti, quegli occhi che aveva guardato per ore intere senza mai averne abbastanza, e non ce la faceva a odiare lui e i suoi occhi.

Avrebbe tanto voluto farlo, sarebbe stato tutto più semplice. Odiarlo avrebbe reso le cose meno complicate, ma lei era sommersa dal suo amore e non sapeva come fare ad evitarlo.

«Quello che ti ho raccontato non è del tutto falso... dopo la morte di papà mi sono per davvero rifugiato nel suo studio, ho trascorso per davvero interi giorni lì dentro, senza neanche mangiare. Volevo semplicemente sentirlo ancora lì con me per un altro po'. Poi cominciai a ficcanasare un po' tra i cassetti e gli scaffali e mi resi conto che c'era qualcosa che non tornava: l'azienda era al di sotto con il bilancio annuo... ma questo lo sai già. È qui che la storia cambia... non l'ho confessato a nessuno, né a Gideon, né a Paul e neanche a Lisa. Me lo sono tenuto per me. Così presi la situazione in mano e scelsi di occuparmene io, da solo, proprio come faceva sempre anche papà. Volevo dimostrargli - anche se non c'era più - che io ero come lui, capace di fare grandi cose come lui. Andai più a fondo e trovai un bel po' di fogli rilegati tra loro nel cassetto chiuso a chiave della scrivania. E io, cazzo, l'ho scoperto solo dopo che tutti i cazzo di documenti chiusi lì dentro erano destinati ad essere tritati e cestinati. Non dovevano per nessuna ragione al mondo essere firmati. Ma io non lo sapevo e li firmai senza neanche leggerli. Gli altri non ne sapevano niente, non lo sanno neanche ora. Su quei documenti di merda c'è solo la mia firma. L'errore è mio. È solo colpa mia se Aria è stata stuprata... Ecco la fottuta verità, Beth»

Grace Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora