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Non tutte le persone
arrivano per ferirci, Greta.
Alcune vengono per guarire.
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La neve aveva lo straordinario potere di rendere tutto più candido.Forse era per quello che piaceva così tanto ad Aria, venne da pensare a Nicholas, lei che era l'esatto opposto della definizione di candido. Era abituata a fare rumore, a farsi notare, non di certo era una che se ne restava in un angolo a far finta di niente. Non aspettava il momento giusto, se lo creava da sola.
Nicholas l'aveva sempre saputo.
Erano simili loro due, si assomigliavano in tante cose, ma a volte lui la invidiava, nel senso positivo del termine ovviamente.
Erano entrambi determinati, ma lei lo era di più, erano entrambi ambiziosi, ma l'ambizione di Aria era un gradino più in alto rispetto a quella di Nicholas, erano entrambi capaci, ma la ragazza aveva dalla sua parte anche un pizzico di furbizia.
Da bambini passavano ore intere nello studio del padre a far finta di essere dei grandi imprenditori a capo di un'azienda del calibro di quella che avrebbero gestito un giorno "da grandi". Litigavano spesso perché nessuno dei due voleva lasciare lo scettro all'altro, entrambi desideravano sedersi sulla poltrona dietro la scrivania, anziché sistemare i libri nella libreria. Alla fine però trovavano sempre un compromesso, lo dividevano, tanto per quanto fossero piccoli ci stavano entrambi. E forse un giorno sarebbe successo anche nella vita reale, pensava Nicholas da bambino, non avrebbero dovuto litigare per la dirigenza dell'azienda di famiglia, la Lawrence Company. C'era posto per entrambi, due menti brillanti come le loro avrebbero fatto comodo agli affari.
Infatti Jordan nel suo testamento aveva lasciato le sue quote sia ad Aria che a Nicholas.
Era sempre stato un uomo giusto ma allo stesso tempo severo.
Voleva che i suoi tre figli fossero sempre i migliori, ma in ciò che volevano loro. Non li aveva mai costretti ad eccellere in un sport che non gli piaceva, ad esempio. Li aveva sempre lasciati liberi di seguire la propria strada, nonostante fossero ancora solo degli adolescenti. Lo era stato anche lui un tempo e sapeva cosa significasse, lui che da giovane stava per commettere il più grande errore della sua vita: scappare, correre lontano da lì, dagli impegni e i doveri che sapeva che un tempo sarebbero gravanti sulle sue spalle.Poi aveva conosciuto l'amore della sua vita, la sua futura moglie e madre dei suoi figli, Adua. Era così difficile da pronunciare il suo nome all'inizio, poi però con il tempo divenne la cosa più bella che potesse mai sussurrare al mattino al suo orecchio, mentre ancora teneva gli occhi chiusi.
Era figlia di due immigrati italiani, la sua famiglia non era ricca come lo erano i Lawrence, ma nessuno aveva mosso un dito per separarli.
Si erano innamorati, gli amici di Jordan divennero anche quelli di Adua, e lui non si sottrasse più alle sue responsabilità. Non aveva più il desiderio di scappare lontano, quel pensiero non gli sfiorò mai più per la mente neanche per un attimo da quando al suo fianco aveva quell'incredibile donna dai capelli corvini e gli occhi di un azzurro cristallino da mozzare il fiato e perdercisi dentro.
Nicholas smise di masticare quel boccone di creali che aveva in bocca da un po' e lo buttò giù. Bevve l'ultimo sorso di latte rimasto nella tazza e si alzò, riponendola nel lavello. Aprì un'anta del frigo e rimise al suo posto la confezione di latte vuota per metà. Quando lo richiuse un dettaglio catturò completamente la sua attenzione.
C'era una calamita che teneva ferma un'ecografia, non era la stessa che Gideon gli aveva mostrato, il feto sembrava notevolmente cresciuto.
La osservò meglio e si sentì stupido a non aver notato prima un altro particolare, proprio sotto di essa c'era una scritta: È un maschio!
Riconobbe immediatamente la scrittura di Gideon e sorrise come un bambino. Sarebbe diventato zio di un bambino.
Si sentiva in colpa per come si era posto nei confronti di suo fratello quella sera in cui gli aveva mostrato l'ecografia, ma non sapeva neanche lui cosa gli fosse preso. Era un periodo di merda in cui non era in sé, non che quella potesse essere una giustificazione perché nonostante tutto Gideon c'era sempre stato per lui in quei mesi, non l'aveva mai lasciato solo, non l'aveva mai abbandonato. La mattina ancora gli preparava la colazione e la sera continuava ad impostargli la sveglia quando lui dimenticava di farlo.
Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e scattò una foto all'ecografia che raffigurava quel piccolo esserino che avrebbe riportato speranza in tutti loro.
Riguardò la foto un paio di volte durante la giornata ed ogni volta sorrideva nonostante neanche sapesse distinguere la testa dai piedi.
Scrollò velocemente tra le altre foto in galleria e si soffermò su un'altra, una delle più recenti.
L'aveva scattata di nascosto a Beth mentre mangiava gli spaghetti al sugo con le polpette che lui le aveva cucinato. Era piegata con la testa nel piatto, quasi si sporcava il naso per quanto fosse vicina ad una polpetta.
Mangiava sempre così lei, non portava la forchetta alla bocca, ma la bocca alla forchetta, o meglio al piatto. Rise leggermente al solo immaginarsela sporca di sugo.Tornò indietro di qualche altro mese e si fermò casualmente su una foto del dicembre passato.
Si trattava di Aria quella volta.
Era seduta a gambe incrociate su un materasso mentre Dimitri la spingeva giù dalle scale.
Ricordava perfettamente quel momento. Avevano Villa Lawrence a loro completa disposizione per tutto il weekend e la sfruttarono nel miglior modo possibile: dando una festa memorabile, di cui tutti avrebbero parlato per settimane e mesi interi.Il sorriso della sorella arrivava da un orecchio all'altro, mentre i capelli - che nella foto erano venuti sfocati - le finivano tra gli occhi.
Quanto avrebbe voluto rivivere quei momenti lì. Quanto avrebbe pagato per riaverla di nuovo là, su quel materasso che cadeva in picchiata dalle scale, con quel sorriso a trentadue denti.
Nel vedere quella foto, a differenza delle altre due, non sorrise affatto. Una lacrima gli rigò il viso e ancora prima che potesse rendersene conto stava già digitando un messaggio a Beth.
"Ho bisogno di te" scrisse ed inviò.
Quando lo rilesse nella sua mente se ne pentì immediatamente, sembrava un bambino disperato. Non chiedeva mai aiuto agli altri, sapeva cavarsela da solo.
"Che vuoi?" fu la risposta della bionda dopo appena qualche minuto.
Nicholas ignorò del tutto quella domanda e gliene pose un'altra "Dove sei?"
"Che cavolo vuoi da me Nicholas?" poi non contenta inviò subito dopo un altro messaggio, credendo di non essere stata già abbastanza chiara "Mi devi lasciare in pace, davvero"
"Lo so, hai ragione"
Se la immaginò tirare un sospiro di sollievo, ma non si diede comunque per vinto e ritornò a scrivere.
"Giuro che questa volta è l'ultima volta che ti cerco, che ti scrivo e che irrompo nella tua vita"
Vedendo il visualizzato senza alcuna risposta, le inviò un ultimo messaggio.
"Te lo giuro"
"Cosa vuoi?"
Quella volta sorrise per davvero nel leggere quelle due parole. Immaginò persino il tono con cui le avrebbe pronunciate se solo le avesse dette a voce e non l'avesse scritte su uno schermo.
"Dove sei?" le domandò di nuovo, seguito da un "Devo parlarti di persona"
Afferrò immediatamente le chiavi della sua auto quando Beth finalmente gli mandò la posizione. Era in un bar in centro, ci era andato due o tre volte con alcuni suoi amici dell'università. Conosceva bene la strada, non ci fu neanche bisogno del navigatore.
Si trovò davanti all'insegna al neon dopo appena una mezz'ora.
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Grace
RomanceSPIN OFF di "Aria" È possibile leggerla anche separatamente. ‼️Attenzione Al momento "Aria" è in fase di revisione ed una volta conclusa anche questa storia verrà revisionata completamente e molti capitoli subiranno degli stravolgimenti. Non sempre...