XXIX (parte 2) - Siamo crepe ricoperte d'oro

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Ma non te ne andare,
rimani ancora un po',
giusto il tempo di innamorarmi
un'altra volta.



Quando qualcosa va in frantumi non sempre ce ne accorgiamo

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Quando qualcosa va in frantumi non sempre ce ne accorgiamo. A volte viene da pensare che è solo un momento, e la speranza - che è l'ultima a morire - ci illude che presto tutto passerà e ritornerà come prima.

Come si fa però quando è categoricamente impossibile rimettere tutto al proprio posto?
Non basta far combaciare i pezzi distrutti, serve anche qualcosa che li tenga uniti.

Ma forse questo poteva andar bene per un vaso... quando erano le persone a colare a picco o le speranze ad abbandonarci del tutto, allora, come si faceva?

Lei gli aveva mentito.

Lui non aveva creduto abbastanza in lei e in ciò che provava.

Continuavano a guardare quel vaso di inestimabile valore sul pavimento mentre pensavano sul da farsi. Come avrebbero potuto rimettere ogni pezzo insieme di nuovo?

Osservavano quei pezzi e si immedesimavano in quel povero vaso.

Incredibile quanto la vita delle volte sia davvero ironica e bastarda allo stesso tempo.

Il vaso era stato urtato e loro - insieme a lui - erano caduti.

«Cazzo» sussurrò Beth con le lacrime agli occhi.

Si portò entrambe le mani alla bocca e respinse l'istinto innato di mettersi a gridare come un'isterica. Soffocò tutto dentro di sé.

Nicholas la guardò per un solo attimo sorpreso di sentire uscire dalla sua bocca una parolaccia, poi si riscosse e fu il primo a muoversi per davvero.

Fece un passo in avanti e si ritrovò uno di quei pezzi sotto la suola delle scarpe. Si abbassò sulle ginocchia e lo raccolse. Se lo rigirò tra le dita e lo ammirò per lunghi secondi. Non ci mise neanche lui molto a capire di cosa si trattasse. Era il vaso preferito di Lauren.

Raccolse tutti i pezzi, dai più piccoli ai più grandi, facendo attenzione a non dimenticarsene neanche uno.

Poi si rialzò e ritornò nella camera di Beth, li poggiò sulla scrivania e si sporse leggermente verso di lei che nel frattempo era ancora immobile e con gli occhi lucidi.

«Beth...» la chiamò per farla smuovere, ma la bionda non voltò neanche il viso verso la sua direzione «Grace» provò a dire allora, e poté di nuovo rivedere quei due occhi verdi «Vieni qui» le disse con un gesto della mano.

Quando finalmente erano ad un solo passo di distanza, l'attirò a sé e se la tenne stretta al petto, con una mano sulla schiena e una tra i lunghi capelli biondi.

«Dai la colpa a me» le sussurrò ad un orecchio poco dopo «Tanto mi odiano già tutti»

«Io non ti odio» si affrettò a dire lei con la voce segnata dalle lacrime e dai singhiozzi.

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