XXV - Temperamatite a manovella

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Potresti essere la cosa migliore
che mi sia mai capitata.




Era il 22 dicembre

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Era il 22 dicembre.

O meglio a Parigi lo era, a New York il calendario segnava ancora il 21.
Beth per quel giorno, però, aveva impostato sul suo cellulare una sveglia per la mezzanotte parigina, così da poter fare gli auguri ad Aria in perfetto orario.
Le aveva scritto un messaggio che diceva:
"Tanti auguri alla mia migliore amica da sempre e per sempre. Sei la persona più forte che conosca, ti voglio bene". E poi subito dopo aveva aggiunto: "Ci vediamo presto, io e Dim abbiamo già prenotato i biglietti per la prossima settimana".

Quel giorno però non era solamente Aria a compiere gli anni, e Beth se lo ricordava bene.
Nicholas era nato lo stesso giorno di sua sorella e fin dalla nascita ogni compleanno lo festeggiavano insieme.

Non quell'anno però.

Quando Beth aprì gli occhi quella mattina e scalciò via le pesanti lenzuola dalle sue gambe, si ritrovò davanti un paesaggio che conosceva bene, era ormai da un paio di giorni che nevicava ininterrottamente.

Le ritornarono subito in mente le lunghe giornate - che sembravano non finire mai - passate con Dimitri, Aria, Nicholas e Gideon a giocare con la neve. Formavano delle squadre piuttosto squilibrate e cominciavano a buttarsi contro palle di neve. Poi cadevano a terra esausti e si rotolavano in quel manto bianco, pregustandosi già le grida delle proprie madri.

Aria però era a Parigi, Gideon non si vedeva più nei paraggi da un po', l'ultima volta che Dimitri e Nicholas erano stati nella stessa stanza si erano presi a pugni e Adua non avrebbe più potuto sgridare i suoi tre figli.

Era bastato davvero poco per cambiare completamente le loro vite. Un attimo forse.

Aprì leggermente la porta finestra che dava sul suo balcone e una miriade di brividi si impossessarono immediatamente del suo corpo. Si strinse un po' in più nel suo pigiama e lasciò che qualche piccolo fiocco di neve le cadesse sul viso.

Voltò di poco la testa, quanto bastasse per avere una visuale migliore sulla villa adiacente alla sua. Da lì si vedeva perfettamente la camera di Nicholas, e quella mattina la tenda che di solito copriva la finestra era aperta, e ciò le dava una perfetta visuale di lui steso sul suo letto, completamente sfatto, mentre si rigirava da un lato all'altro senza darsi pace.

Fu allora che gli venne un'idea.

Si abbassò sulle ginocchia e raccolse una manciata di neve che durante la nevicata notturna si era posata sul balcone, la assemblò per bene e si ritrovò tra le mani infreddolite una palla di neve pronta ad essere scagliata.

Nicholas al solo udire il forte rumore di qualcosa contro il vetro della sua finestra, sobbalzò e smise all'istante di rigirarsi nel letto, spostò gli occhi lentamente per tutto il perimetro della stanza fino a fermarsi ai resti di neve che erano rimasti appiccicati alla finestra.
Guardò oltre di essa e vide Beth in piedi sul suo balconcino che sorrideva beffarda.
Si alzò immediatamente e si sporse solamente con la testa fuori, allungò poi un braccio avanti a sé e le rivolse un dito medio.

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