XXXII - La verità viene sempre a galla

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Che cosa mi sono perso
mentre dormivi?




Con l'avvento di maggio mancava poco più di un mese alla fine della scuola e quindi all'inizio dell'estate

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Con l'avvento di maggio mancava poco più di un mese alla fine della scuola e quindi all'inizio dell'estate.

Quell'estate per Beth sarebbe stata strana senza dubbio. Era la prima senza i suoi genitori, che si sarebbero trasferiti dall'altra parte dello stato.

Nicholas aveva già fatto i suoi programmi invece: un'estate all'insegna della felicità, a metà tra New York e gli Hamptons. Già si immaginava quanto sarebbe stato bello poterci andare con Beth, passare interi giorni - o forse addirittura settimane - in quella villa talmente grande e dispersiva, starsene distesi a letto con solo un leggero lenzuolo bianco a coprirli, fare colazione in giardino, su quei comodi divanetti circondati da piante e cespugli. La sera, però, era la sua parte preferita della giornata: distesi sulla sabbia a due passi dal mare con gli occhi rivolti verso il cielo nell'attesa di una stella cadente per esprimere un desiderio che avrebbero sperato con tutto il cuore che si avverasse.

Se la immaginava con un bellissimo vestito di raso rosa chiaro, con dei sandali alti ai piedi, che però avrebbe tolto appena qualche minuto dopo, perché già non ne poteva più.
Se la immaginava sorridente e felice nel mentre ballava insieme a lui ad una di quelle feste che erano soliti organizzare lì negli Hamptons.
Avrebbero anche litigato senza alcun dubbio, magari perché Nicholas rientrava in casa con i piedi ancora sporchi di sabbia e allora Beth l'avrebbe spinto di nuovo fuori senza sentire ragioni, o forse perché sarebbe stata proprio Beth a infastidirlo svegliandolo ogni mattina di buonora.

Scosse la testa e lasciò andare quei pensieri nel momento esatto in cui si rese effettivamente conto di star progettando una convivenza con Beth. Ridacchiò tra sé e sé e quando Beth - seduta ai piedi del letto e circondata da una decina di libri e quaderni - gli chiese cosa gli prendesse tutto d'un tratto, lui ritornò a scuotere la testa, facendo finta di niente.

Non l'avrebbe mai ammesso ad anima viva.

Quando era con lei gli capitava sempre più spesso di sentirsi stranamente diverso, delle volte neanche se ne rendeva conto perché era piacevole come cosa, altre volte però si zittiva all'improvviso e se ne stava in silenzio per un po', forse per realizzare e metabolizzare che del vecchio Nicholas di appena qualche mese prima era rimasto ben poco.

Faceva lo stronzo solo a lavoro o quando era in compagnia dei suoi amici dell'università. Con Beth, invece, aveva smesso da un bel po' di esserlo.

E poi ancora, beveva di rado e non era più sbronzo già alle quattro del pomeriggio.
Non organizzava più feste nelle case altrui, né tantomeno in casa sua.
Non cercava più di seppellire il dolore in alcol, ragazze sconosciute, feste e battute taglienti che non facevano ridere proprio nessuno.

Aveva capito che in quel modo non sarebbe arrivato da nessuna parte, che si sarebbe annientato da solo ancor prima che avesse potuto avere l'occasione di rendersene conto.

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