𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐝𝐢𝐜𝐢

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Non appena parcheggiammo la macchina e scendemmo, ci dirigemmo a passo spedito verso l'entrata che man mano si stava facendo sempre più vicina. Sentivo l'aria mancarmi nonostante fossimo all'aperto e le gambe mi cedevano dalla paura: avevo bisogno di una sigaretta.

«Che ne dite di fumare prima di entrare?» proposi con un filo di voce.

«Buona idea, cuor di panna» rispose mia zia, dopodiché lei si tirò fuori una sigaretta dal suo pacchetto mentre io presi il mio per recuperarne una per me e una per Niall.

Dopo essermi accesa la sigaretta, porsi il mio accendino nero al mio fratellastro e poi buttai fuori il fumo ad occhi chiusi per cercare di non concentrarmi su nient'altro che non fosse il relax più puro che mi concedeva la nicotina.

«Che sensazione meravigliosa...» affermai, «...è da ieri mattina che non ne tocco una» aggiunsi poco dopo.

«Stai cercando di smettere di fumare?» mi chiese zia Barbara.

«Negli ultimi cinque giorni ero un po' nervosa e ho fumato il doppio di quello che fumo di solito» confessai.

«Chissà come mai eri nervosa...» ironizzò Barbara ridendo per poi fare un tiro della sua sigaretta.

Sapevo a chi si stava riferendo, si era accorta quanto fossi diventata strana da quando Zayn aveva fatto la sua comparsa nella caffetteria ma, a mia sorpresa, non mi aveva fatto domande, si stava solo limitando a mandarmi qualche frecciatina per poi ridere maliziosamente.

«Che cosa nascondete voi due?» chiese Niall sorridendo completamente ignaro di ciò che era successo alla caffetteria.

«Niente» ribattei.

«Zia Barb, che cosa nasconde Margot?» insistette il biondo.

Lei, sempre con quel suo sorrisetto, mi guardò, poi spostò lo sguardo sul mio fratellastro scuotendo la testa. «Nulla di cui tu ti debba preoccupare tesoro mio» rispose, dopodiché il silenzio tornò ad essere il protagonista tra noi tre.

Dopo una decina di minuti che sembrarono interminabili mentre ero immersa nelle mie preoccupazioni e nelle mie ansie per l'allenamento che a breve avrei dovuto svolgere, proprio quando stavamo per entrare allo Skating Club, mi sentì chiamare alle spalle e non appena mi voltai vidi Harry con accanto Liam che si stavano dirigendo verso di noi tutti contenti.

Il riccio, che aveva con sé la sua borsa per l'allenamento, subito mi avvolse tra le sue braccia per poi scoccarmi un bacio che molto probabilmente era indirizzato sulle labbra ma che io schivai e mi finì sulla guancia. In quel momento il mio sguardo era completamente rapito dalla vista che stava dietro le spalle del riccio: Zayn, completamente vestito di nero come suo solito, stava scendendo in tutta la sua maestosità da quella che mi sembrava una Lamborghini nera.

Dalla parte del passeggero invece era appena uscito Noah che sembrava essere entusiasta come un bambino e allo stesso tempo sconvolto: continuava a ringraziare Zayn per il meraviglioso giro che gli aveva fatto fare, ripeteva in continuazione quanto si fosse divertito e quanto gli fosse grato per quella "esperienza irripetibile".

«Che vuoi che sia un giretto del genere, Wilson! E poi per te questo ed altro!» gli rispose Zayn mettendogli un braccio attorno alle spalle mentre venivano verso di noi: il loro rapporto mi irritava perché non riuscivo a comprendere come fosse possibile che una persona tanto buona come Noah potesse essere amico di uno come Zayn.

Mi irrigidì non appena le sue iridi color nocciola incontrarono le mie ed Harry sembrò accorgersene dato che mi chiese se andasse tutto bene.

«Sarà un po' tesa per l'allenamento» mi giustificò Liam a cui porsi un sorriso di gratitudine per aver parlato al posto mio.

𝐂𝐎𝐋𝐃 𝐀𝐒 𝐈𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora