𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐬𝐞𝐢

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Dopo un estenuante giornata di lavoro iniziava a farsi sentire parecchio la stanchezza: avevo deciso di fare un doppio turno dato che per via degli allenamenti faticavo parecchio ad organizzare le mie giornate lavorative in caffetteria.

Ero arrivata alle dieci del mattino e alle otto e mezzo di sera ero ancora lì che stavo sistemando la piccola cucina che la caffetteria disponeva. Mi sentivo stanchissima e come se non bastasse finito il turno avevo appuntamento a casa di Eleanor e Gigi che avevano pensato di organizzare una serata tra ragazze.

Avrei fatto volentieri a meno di andarci ma, non appena avevo saputo della serata, non ci avevo pensato due volte di estendere l'invito a Rita, che non vedevo dalla settimana prima alla festa di Halloween.

Nonostante fossi sfinita non avevo la minima intenzione di dare buca alle ragazze perché mi dispiaceva infinitamente lasciare sola Rita con Gigi ed Eleanor che non conosceva minimamente: io ero l'unica con cui aveva parlato e tra di noi, seppur avessimo passato poco tempo insieme, sembrava essere nata una grande intesa.

Per evitare di arrivare in ritardo mi affrettai a pulire il più presto possibile, cambiarmi nello spogliatoio e volare a casa di Gigi ed Eleanor.

«Tesoro, ti ci vuole ancora tanto?» chiese d'un tratto mia zia alle mie spalle facendomi sussultare per lo spavento. «Oh scusami cuor di panna, non volevo farti spaventare» aggiunse ridendo.

«Tranquilla zia, comunque no, non mi manca tanto» risposi sorridendole ma dal mio viso era percepibile quanto fossi stanca ed esausta per tutto quel lavoro.

«Che ne dici di mollare qui, cambiarti e andare a casa?» mi chiese avvicinandosi a me e togliendomi lo straccio dalle mani che stavo usando per pulire.

«No zia, davvero, stai tranquilla e lasciami finire» insistetti, «per di più finito qui non andrò a casa mia ma a quella di Gigi Hadid ed Eleanor Calder, le mie vecchie compagne di pattinaggio» aggiunsi e subito sul viso di mia zia comparve un grosso sorriso nel sentire i nomi delle mie amiche.

«Oh sì, me le ricordo bene Gigi ed Eleanor! Come stanno? Pattinano ancora?»

«Stanno bene e sì, pattinano ancora e sono anche parecchio brave» risposi appoggiandomi al piano della cucina ed incrociando le braccia.

«Sono felice che le frequenti, sono davvero carine quelle due ragazze» aggiunse zia Barbara annuendo soddisfatta. «Bene, allora basta lavoro: vai subito a cambiarti!» disse poco dopo spingendomi verso lo spogliatoio ed io, arrendendomi perché sapevo che in ogni caso avrebbe vinto sempre e comunque lei, corsi a cambiarmi.

Non appena arrivai davanti al mio armadietto presi i vestiti che avevo messo quella mattina prima di uscire di casa ovvero una canottiera con sopra un dolce vita nero per evitare di prendermi qualche malanno dato che era inizio novembre ed iniziava a fare parecchio freddo a Boston, dei pantaloni dello stesso colore, le mie adorate Dr.Martens platform e un cappotto color cammello.

Dopo essermi data una sistemata davanti allo specchio ed aver pettinato i capelli, raggiunsi zia Barbara alla cassa ma, a mia sorpresa, la trovai a parlare con qualcuno, precisamente con il mio occhi belli che non faceva altro che sorridere ed annuirle.

«Sai quanto mi fa piacere averti nella mia caffetteria caro, tu esci con Margot e sei come di famiglia per me...» disse mia zia mettendogli una mano sul braccio e Zayn non fece altro che sorridere tra il divertito e l'imbarazzato per quello che stava dicendo Barbara.

Subito mi fiondai da loro e mi intromisi per salvare Zayn dalle grinfie di mia zia. «Hey! Che ci fai tu qui?» gli chiesi sorridendo.

Durante la settimana trascorsa ci eravamo visti qualche volta allo Skating Club ma giusto di sfuggita, sembrava quasi che ci fosse un leggero strato di imbarazzo dato che nessuno dei due proponeva un qualcosa da fare da soli. Avevo passato tutti i giorni con Harry, come era giusto che fosse del resto, e stando con il mio ragazzo mi ero mancato da morire Zayn e sperai con tutto il cuore che, anche se non mi aveva cercato, gli fossi mancata tanta anche io.

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