𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭𝐚𝐪𝐮𝐚𝐭𝐭𝐫𝐨

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Feci un respiro profondo e incominciai a prendere sempre più velocità andando all'indietro sul ghiaccio. Il triplo salto era sempre qualcosa di terrificante da provare, con Fisher era sempre una tortura ma io dovevo farcela, lui doveva sparire dalla mia testa ed io dovevo riuscirci dopo tutti i progressi fatti nell'ultima settimana.

Pensai a quello che mi aveva detto Liam, a tutte le sue raccomandazioni, ai suoi consigli preziosi: dovevo contare.

Uno. Caricamento. Caricai tutto il peso in avanti e nel mentre presi più aria possibile nei polmoni perché, seppur cercassi di essere sicura e pronta, avevo una terribile ansia di cadere con il viso a terra dato che non avevo alcuna protezione.

Due. Puntata. Tutto il peso lo trasferì sulla gamba destra che sentivo di pasta frolla e che sperai con tutto il cuore non cedesse e non mi abbandonasse facendomi cadere.

Tre. Quattro. Cinque. Rotazione, rotazione, rotazione. Con tutta la forza che avevo in corpo feci il primo giro, poi il secondo e il terzo.

Sei. Atterraggio, senza affrettare mai la preparazione. Una volta che la lama del pattino toccò il ghiaccio sorrisi all'idea di esserci riuscita senza sbagliare.

Subito spostai lo sguardo verso Harry che, essendo sulla pista assieme a me, iniziò a battere le mani fiero e soddisfatto dei miei traguardi. Quando gli avevo detto di essere riuscita a fare più volte il triplo salto lui era rimasto parecchio incredulo dato che in passato con Liam non ero stata per niente felice di eseguirlo. Renderlo fiero di me era gratificante, mi faceva stare bene, mi faceva sentire leggera come una piuma.

«Sei pazzesca Margot Brown, pazzesca!» disse pattinando verso di me, poi mi scoccò un bacio sulle labbra da cui mi staccai subito. Negli ultimi giorni ero stata parecchio fredda nei suoi confronti e, anche se a lui non sembrava importargli molto, mi sentivo maledettamente in colpa per come lo stavo trattando.

Lo sguardo di Zayn però, i suoi occhi glaciali, mi avevano trafitto il petto ed io, seppur continuassi a provarci, non riuscivo a baciare, abbracciare e neppure toccare Harry senza pensare a quegli occhi delusi.

Come faceva a stare con una come me? Come poteva Harry anche solo sopportare una persona così bipolare come me?!

«Sono molto fiero di te, sai?» aggiunse il riccio prendendomi il viso tra le mani. Non riuscivo a guardarlo in faccia, non riuscivo a far incontrare i nostri sguardi e non riuscivo a sopportare le sue mani sulla mia faccia perché mi sentivo sporca, mi sentivo una traditrice e soprattutto mi sentivo sbagliata.

«Grazie Harry» risposi togliendogli gentilmente le mani dalle mie guance e a lui non sembrò pesargli né ferirlo, al contrario continuava a sorridermi contento.

«Presto potremmo fare un nuovo ritorno sul ghiaccio, quello vero questa volta» disse entusiasta ed io mi limitai ad annuire sorridendo. «Vado a cambiarmi ora perché stasera esco con Louis e Liam» aggiunse poco dopo.

«Va bene, ci vediamo domani» risposi, poi lui mi diede un veloce bacio sulle labbra e se ne andò pattinando verso l'uscita della pista.

Ricominciai a pattinare in solitudine, quella sensazione in cui un tempo mi sentivo a mio agio ora mi faceva stare malissimo perché stare da sola mi portava inevitabilmente a pensare a Zayn, a quanto ero stata stupida ad averlo lasciato andare e a quanto lo amassi.

Cercai di sfogare tutta la mia rabbia aumentano la velocità e facendo un altro triplo salto che mi riuscì con facilità. Un applauso conquistò la mia attenzione e non appena vidi che si trattava di Gigi decisi che per quel giorno l'allenamento era giunto a termine perciò uscii fuori dalla pista per raggiungere la bionda.

𝐂𝐎𝐋𝐃 𝐀𝐒 𝐈𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora