𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚𝐝𝐮𝐞

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Tra giornate piene di risate e gioia e notti avvolta dalle braccia dolci e accoglienti di Zayn, i giorni a Carolina Beach trascorsero in fretta, furono veloci come una saetta e ben presto ci ritrovammo al 2 di gennaio a far le valigie per ripartire e tornare a casa.

Io e Zayn decidemmo di farlo per primi: caricammo in fretta le nostre cose nella sua Jaguar, salutammo tutti e poi ce ne andammo velocemente usando la scusa che lui aveva un appuntamento con un suo vecchio amico di Bradford mentre io decisi di approfittare del compleanno di William, il compagno di mia zia, e dissi che dovevo assolutamente esserci per la festa a sorpresa che gli stavano organizzando, perciò accettai volentieri di aggregarmi al mio occhi belli e tornare con lui a Boston.

In realtà entrambi dicemmo una bugia: Zayn non doveva vedere nessuno mentre per la sera non c'era alcuna festa a sorpresa per William ma una semplice cena a cui potevo anche non partecipare.

Semplicemente, dopo giorni trascorsi a nasconderci e fingere di essere solo amici sotto gli occhi di tutti, avevamo bisogno di passare del tempo insieme, di amarci sotto la luce del sole. Poter baciare Zayn senza aver paura che qualcuno potesse dire qualcosa era una sensazione meravigliosa, una liberazione fantastica che mi rendeva felice e mi faceva sentire leggera come una piuma.

«Mi dai un bacio?» mi chiese mentre aveva lo sguardo concentrato sulla strada che ci stava riportando a Boston. Sorridendo felice, non ci pensai nemmeno un minuto di più e mi sporsi per baciarlo dolcemente rallegrandolo.

Le piccole cose, la quotidianità e la semplicità come quegli attimi erano le cose che più mi piaceva fare con Zayn: in quegli istanti mi sembrava di essere la sua ragazza, sentivo che il futuro insieme era realizzabile, che eravamo perfetti insieme.

«Metti una canzone» dissi non appena ritornai composta al mio posto mentre la sua mano destra era appoggiata sul mio ginocchio. Lui subito mi accontentò e non appena partì "Can't help to falling in love" mi voltai all'istante di scatto verso di lui e ci sorridemmo l'un l'altra. Quella canzone aveva tutto il mio cuore, era stata in qualche modo il primo segnale che mi aveva fatto capire ciò che lui provava per me, era la nostra canzone e ormai ogni volta che la sentivo il cuore mi esplodeva nel petto perché ripensavo alla sua versione che aveva cantato la sera del concerto un paio di mesi prima.

«Wise man say "only fools rush in"...» iniziai a cantare mentre il mio sguardo era fisso sulla strada ripensando a quanto Zayn mi stesse rendendo felice nell'ultimo periodo, «...but I can't help falling in love with you...» continuai.

Sentendomi osservata però voltai subito lo sguardo verso Zayn che mi stava fissando con gli occhi spalancati ed un'espressione che era tra lo stupito e lo scioccato.

«Che c'è?» gli chiesi confusa e con un leggero sorriso imbarazzato stampato sulle labbra.

«Ma tu canti davvero così bene Brownie?»

«Amo cantare Zayn, è stata una passione che ho sempre avuto» spiegai mentre sentii il mio volto prendere colore per l'imbarazzo. Non adoravo cantare davanti ad altre persone, preferivo farlo quando ero sola ma con lui mi ero sentita talmente a mio agio che mi era venuto naturale cantare in sua presenza. Il fatto che gli piacesse la mia voce mi lusingava perché io invece amavo follemente la sua.

«Perché non provi a lavorarci Brownie? Ti faccio dare qualche lezione se vuoi coltivare questa tua passione» disse mentre spostava lo sguardo da me alla strada.

«Non lo so Zee...»

«Canta ancora Margot» mi esortò ed io, con profondo imbarazzo, continuai a cantare sopra la canzone chiudendo gli occhi e pensando solo a quanto mi sentissi bene, a quanto fossi felice, a quanto quelle parole fossero parte di me e della mia storia con Zayn, poi quando riaprì gli occhi e smisi di cantare, guardai il mio occhi belli che stava sorridendo sbalordito mentre aveva lo sguardo fisso sulla strada. «Perché fai la pattinatrice se hai questa voce meravigliosa?» chiese ridendo.

𝐂𝐎𝐋𝐃 𝐀𝐒 𝐈𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora