𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞

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Dopo essermi sistemata compulsivamente i capelli che avevo tinto temporaneamente di verde ed essermi esaminata accuratamente dato che avevo fatto i frisè e non ero per niente convinta di stare bene, trovai nel profondo di me la forza di uscire dalla mia camera, scendere le scale e dire ad Harry e Niall, che mi aspettavano da mezz'ora ormai, che ero pronta e potevamo andare alla festa.

Eravamo in estremo ritardo per colpa mia ed Harry era furioso perché odiava non essere puntuale: lui era perfetto e lo doveva essere per forza anche nelle cose più semplici e futili come le feste. Del resto per lui era facile: era dannatamente bello e sicuro di sé, non doveva di certo passare tutto il giorno davanti allo specchio interrogandosi su che figura avrebbe potuto fare entrando a casa di Liam davanti alla miriade di invitati che di certo erano persone note e conosciute per essere amici del mio allenatore.

Nonostante le mie paure e le mie insicurezze alla fine scesi quelle maledette scale e, non appena avvisai il mio ragazzo e il mio fratellastro di essere pronta, loro si alzarono di scatto e vedendomi vestita da Joker al femminile applaudirono facendo due enormi sorrisi.

«Prima mi sembrava di aver capito che fremevate perché eravamo in ritardo: ora non lo siamo più che ve ne state lì impalati come delle belle statuine?» chiesi un po' seccata dal loro troppo scrutarmi e guardarmi in ogni minimo dettaglio mentre infilai il cappotto.

«Ti guardiamo perché sei bella sorellina, sei bellissima» mi rispose Niall che notai solo in quel momento quanto fosse tenero e buffo vestito da Dracula. Subito lui si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia, dopodiché uscì di casa lasciandomi con Harry che continuava a fissarmi sorridendo.

«Posso sapere da chi dovresti essere travestito?» chiesi al mio ragazzo squadrandolo dalla testa ai piedi: indossava una canottiera nera con dei pantaloni a zampa di elefante viola che risaltavano ancora di più le sue gambe lunghe, i suoi capelli erano perfettamente cotonati in stile anni '70 e, oltre alla sua solita collana con il crocefisso che era abituato a portare sempre con sé al collo, aveva una sottospecie di collare nero ed oro.

«Ma come? Sono Mich Jagger amore!» rispose tutto entusiasta ed io, seppur avessi capito chi fosse, rimasi comunque di sasso perché solo in quel momento mi ero accorta di quanto fosse grande l'assomiglianza tra Harry, che continuava a sorridermi, e il cantante dei Rolling Stones.

Era bellissimo, di una bellezza unica e disarmante e ciò che mi stupiva era che riusciva a lasciare le persone a bocca aperta anche con in dosso una busta dell'immondizia: allora perché se trovavo Harry così divino continuavo a pensare, a cercare e a centrare la mia intera esistenza su Zayn? Perché non riuscivo ad apprezzare e godere della compagnia del mio ragazzo? Perché non riuscivo a stare con Harry senza dipendere da Zayn?

La verità era che non meritavo Harry, non me lo ero mai meritato e stavo sbagliando tutto con lui, completamente tutto.

«E Louis da chi si è travestito?» chiesi curiosa.

«David Bowie!» rispose tutto entusiasta. «Qualche settimana fa siamo andati in un negozio di musica perché Lou doveva prendere delle cose che gli servivano in studio...» iniziò a spiegare vedendomi perplessa, «...e un uomo sulla settantina appena ci ha visto ci ha fatto notare quanto fossimo simili a Bowie e Jagger ed effettivamente, quando abbiamo cercato la foto, ci siamo resi conto che aveva ragione!» concluse sempre sorridendo tutto contento ed io mi limitai a fare lo stesso, poi anche lui infilò il cappotto ed uscimmo di casa, raggiungemmo Niall ed andammo alla festa.

Optammo per usare la berlina di Rachel e decidemmo che avrei guidato sempre io dato che non avrei toccato l'alcol. Guidai fino a casa di Liam in assoluto silenzio perché il mio pensiero era rivolto a Zayn, a quanto saremmo stati belli insieme ma allo stesso tempo a Gigi: ero letteralmente terrorizzata all'idea che potesse infastidirle quella nostra complicità, la scelta dei costumi coordinati e il nostro continuo ed eccessivo bisogno di stare sempre insieme.

𝐂𝐎𝐋𝐃 𝐀𝐒 𝐈𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora