𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭𝐚𝐝𝐮𝐞

310 26 3
                                    

Mi controllai un'ultima volta allo specchio per vedere se fossi abbastanza decente per la festa a cui stavamo per andare: in dosso avevo un semplice jeans, un dolcevita nero smanicato che mostrava le mie braccia nude, le Dr.Martenes platform e poi avevo deciso di raccogliere i miei capelli biondi in una coda bassa laterale. Non ero poi così male, stavo abbastanza bene anche se ai miei occhi non riuscivo mai a vedermi abbastanza bella ed Harry sembrò capirlo dal mio sguardo perché d'un tratto, mentre io fissavo il mio riflesso e lui era disteso sul mio letto, mi chiamò facendomi voltare nella sua direzione.

«Sei splendida Margot» disse più serio che mai ed io gli sorrisi per la sua sconfinata dolcezza, poi tornai a fissare lo specchio.

«Non ho nemmeno provato ad essere carina, tanto c'è Gigi alla festa ed io posso mettermi anche il vestito più bello di questa terra che posso stare pur certa di sfigurare accanto a lei» sbuffai mentre continuavo a sistemare compulsivamente i miei capelli.

«Perché ti denigri così tanto? Tu sei bellissima» disse Harry alzandosi e prendendomi una mano che poi si portò alla labbra per baciarla. «Ora andiamo che è tardi» aggiunse poco dopo e mano nella mano uscimmo dalla mia camera e scendemmo le scale dove a mia sorpresa trovai mio padre.

«Buonasera signor Brown» lo salutò per primo Harry dato che era ben educato e nutriva un profondo rispetto per mio padre.

«Ciao» affermai vedendolo con in mano una tazza di quello che immaginai fosse caffè.

«Ciao ragazzi, dove state andando?» chiese curioso con un sorriso stampato sulle labbra vedendo le nostre mani intrecciate. Mio padre amava alla follia Harry, più volte aveva detto che desiderava che io costruissi un qualcosa di serio con lui e sapevo per certo che vedere il suo desiderio realizzato lo rendeva felice anche se io non lo ero per niente.

«C'è una festa» mi limitai a rispondere.

«Va bene, non portarmela a casa tanto tardi Harry: mi raccomando, conto su di te ragazzo» disse mio padre dando una pacca sulla spalla del mio fidanzato che tutto sorridente annuii, poi prese sia il suo sia il mio cappotto che infilai.

«Ci vediamo» affermai guardando mio padre, poi dopo un suo cenno io ed Harry uscimmo da casa mia, attraversammo la strada e prendemmo la sua Mercedes dal garage di casa Styles. Per tutta la durata del tragitto rimanemmo in silenzio: a parer mio Harry continuava a pensare alla mia reazione di quel pomeriggio quando mi ero messa letteralmente ad urlare non appena lui aveva provato ad andare oltre, ma sinceramente ero ancora talmente scossa da provare una volta ogni tanto un po' di egoismo ed ignorare di come lui si potesse sentire.

In sottofondo, ad accompagnarci a casa di Liam, ci furono parecchie canzoni alla radio che diedero un'aria ancora più magica alle luci della città che avevano preso vita nelle strade notturne della mia amata Boston.

Arrivati a casa Payne entrammo mano nella mano ed insieme ci mettemmo alla ricerca dei nostri amici che trovammo una manciata di minuti dopo nel giardino tutti intenti a fumare.

«Ciao belli!» disse Harry sorridendo conquistando su di noi gli sguardi di Liam, Rita, Louis e Noah.

«Finalmente siete arrivati!» affermò Liam tutto contento di vederci.

Io all'istante mi avvicinai a Rita che mi abbracciò con profondo affetto dato che per via di un concerto non era potuta venire all'ospedale a trovarmi.

«Come stai?» mi chiese accarezzandomi la schiena.

«Sto» le risposi senza staccarmi dall'abbraccio.

«Liam mi ha detto di Zayn» aggiunse per poi staccarsi e prendendomi il viso tra le mani, «ci sono io per te, sempre, in qualsiasi momento tu abbia bisogno» affermò per poi sorridermi ed io d'istinto l'abbracciai nuovamente dato che ero profondamente grata di averla incontrata nella mia vita.

𝐂𝐎𝐋𝐃 𝐀𝐒 𝐈𝐂𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora