Capitolo 7

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Tante volte uno deve lottare così duramente per la vita che non ha tempo di viverla.

-Charles Bukowski

-Charles Bukowski

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DAPHNE

"Allora ragazzi, prendete tutti pagina 148, oggi parleremo dei Promessi Sposi, chi di voi sa dirmi qualcosa su Manzoni?" la voce squillante e fastidiosa della mia professoressa di letteratura interruppe la mia piccola discussione con Josh.

Non stavamo realmente litigando, stavamo solo battibeccando su quale fosse il Pokemon più forte.

"Si sa che il più forte è Azumarill" continuava ad insistere il mio migliore amico, anche se io sostenevo che fosse Pikachu. "Non puoi dire che sia Pikachu il più forte solo perché è giallo, non hai nemmeno visto una puntata del cartone!" aggiunse.

Si, avevo sempre avuto un ossessione per il colore giallo e Josh questo lo sapeva bene. Nonostante ciò, non cambiai idea e restai sulla mia opinione.

Pikachu era il più forte. "É come se giochi a Persona 3, non puoi negare che Mitsuru sia la più forte" dissi.

Giocai a quel gioco un paio di volte insieme a Rebekah, e fin da piccola ebbi una crush enorme per Mitsuru. Andiamo, chi non l'aveva mai avuta?

"Coosa? Ma se la uccidevano sempre! Il migliore è senza dubbio Akihiko." Ovviamente Josh non era della mia opinione, ma ormai eravamo abituati.

Di solito c'era sempre Rebekah che ci supplicava di smettere e noi, per pietà, lo facevamo, prima di scoppiare a ridere tutti insieme.

Rebekah era così simile ma allo stesso tempo diversa da me. Certe volte, mio padre mi chiedeva come faccio a superare tutto questo senza disperarmi.

Ma io rispondevo sempre che era sorprendente come l'uomo (senza preavviso e senza nemmeno averlo voluto) si imbatte sempre casualmente nelle sue nuove cose preferite.

Che siano nuove canzoni, film, libri, giochi, spettacoli, cibi , passioni, interessi, hobby e addirittura nuove persone.

Quindi, quando le cose vanno veramente male, mi ricordavo che un giorno, forse quando meno me lo aspetterò, mi imbatterò in qualcosa di nuovo e straordinario, altrettanto meraviglioso.

E io, speravo proprio che quella cosa sarebbe stato il sorriso raggiante di mia sorella.

"Vediamo chi ha voglia di parlare oggi."

Ero seduta in fondo alla classe, la mia insegnante prese il registro e scorse il suo dito sopra 25 nomi.

Uno di quelli era il mio ,insieme a quello di Josh, dei miei compagni e anche quello di Rebekah, ancora non cancellato dall'elenco.

La polizia la riteneva ancora viva, ma la domanda che mi facevo ogni giorno era proprio... «E se in realtà non lo fosse?»

Se fosse morta, avrei perso una parte di me per sempre. Nulla sarebbe mai stato come prima.

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