Guilty or innocent?
My love is infinite, I'm giving it,
No need for prisoners.-Labirinth
ALEXANDER
Guardai fuori da quelle sbarre e vidi il corridoio freddo e desolato della mia cella.
Le pareti screpolate mi facevano ricordare ogni giorno in che posto di merda ero finito. Sedevo sul letto di metallo stretto, rivivendo la mia storia in quella prigione.
Il giorno in cui mi avevano portato qui, le manette avevano stretto i miei polsi e le parole accusatorie mi avevano perseguitato. Mi avevano accusato di un crimine che non avevo commesso e avevo dovuto affrontare le conseguenze di quel verdetto ingiusto.
Ma non mi pentivo minimamente di aver protetto Daphne. Lei, in un posto come questo, non ci sarebbe mai dovuta finire.
L'avevo promesso a me stesso.Nella prima settimana, avevo cercato di mantenere viva la speranza. Avevo cercato di legare con gli altri detenuti, condividendo storie di vita per trovare un po' di conforto reciproco.
Ma col passare del tempo, il peso di quella prigione aveva iniziato a schiacciarmi.
Le giornate interminabili passavano lentamente, con il suono metallico delle porte che si aprivano e si chiudevano. I pasti scadenti e l'isolamento dal mondo esterno stavano erodendo la mia resistenza mentale.
Ogni giorno sembrava una tortura senza fine e ogni notte speravo che l'oscurità potesse portare un po' di sollievo.
Le visite, rare e sorvegliate, erano l'unico legame con il mondo esterno. Gli occhi lucidi di mia madre e le parole impotenti di mia sorella erano come coltelli nel cuore. Le vedevo allontanarsi, sapendo che non potevano fare nulla per aiutarmi, e quella sensazione mi tormentava ogni volta.
Lì dentro avevo incontrato di tutto: alcuni si erano lasciati consumare dalla rabbia e dalla disperazione, alcuni avevano persino commesso un atto di suicidio, altri avevano trovato modi creativi per sopravvivere mentalmente.
Qui dentro ero lontano dalle cose che più mi piaceva fare: non avevo nessun dispositivo elettronico con cui programmare insieme a Layla, non avevo nessuna macchina con cui fare gare insieme a Lexi e Brandon.
Quindi cercavo rifugio nei miei ricordi, divoravo ogni singola memoria che riuscivo a ricordare per evadere, anche se solo per un istante, da quelle pareti di cemento grigio.
E non scherzavo quando dicevo che il ricordo del sorriso di Daphne era l'unica cosa che mi permetteva di andare avanti qui dentro.
STAI LEGGENDO
Game Over
Romance"𝐿𝓊𝒾 𝑒𝓇𝒶 𝓊𝓃 𝓂𝒾𝓈𝓉𝑒𝓇𝑜. 𝒰𝓃'𝒾𝒹𝑒𝓃𝓉𝒾𝓉à 𝓈𝒸𝑜𝓃𝑜𝓈𝒸𝒾𝓊𝓉𝒶 , 𝓊𝓃'𝒶𝓃𝒾𝓂𝒶 𝓃𝒶𝓈𝒸𝑜𝓈𝓉𝒶 𝒶 𝒸𝓊𝒾 𝓃𝑜𝓃 𝓂𝒾 𝑒𝓇𝒶 𝓅𝑜𝓈𝓈𝒾𝒷𝒾𝓁𝑒 𝒶𝒸𝒸𝑒𝒹𝑒𝓇𝑒. 𝐿𝓊𝒾, 𝑒𝓇𝒶 𝒾𝓁 𝓂𝒾𝑜 𝓅𝑜𝓈𝓉𝑜 𝓅𝓇𝑜𝒾𝒷𝒾𝓉𝑜." - In una...