Capitolo 8

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A rendere felice non è l'amare,
ma essere amati.

-Michele Scirpoli

-Michele Scirpoli

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DAPHNE

Eccoci qui. Era arrivato il grande giorno.

"Buongiorno ragazzi, ho corretto le vostre verifiche" disse il professore di filosofia entrando in classe velocemente, ed io lanciai un'occhiata a Josh, che ricambiò ridacchiando. "Sono molto fiero di alcuni di voi, mentre di altri..." passò lo sguardo su di me prima di continuare, "Avrei preferito cavarmi gli occhi con la candeggina che correggere le loro verifiche."

Sbuffai. Questa sarebbe stata la mia fine.

Mio padre mi avrebbe richiusa in casa per sempre.
Potevo ufficialmente dire addio alla mia vita sociale!

Tuttavia, quando il professore mi consegnò la mia verifica rimasi a bocca aperta. Avevo preso 8.

Controllai il nome scritto sulla verifica, ed effettivamente, era proprio il mio.

Quando mi resi conto che era impossibile che avessi preso questo voto, controllai le risposte, rendendomi conto che quello NON era assolutamente il mio compito. "Ma che diavolo" sussurrai.

Insomma, avevo preso un voto che non meritavo grazie ad un compito che non era mio.

Mi restavano due opzioni: dire la verità e confessare lo sbaglio del professore o lasciare che il povero compagno a cui è capitato il mio compito si goda
la sua insufficienza non meritata.

Decisi di confessare, ma quando stavo per aprire la bocca la voce del professore mi interruppe.

"Alexander sono davvero deluso da te. Avresti potuto fare molto meglio. Hai saltato molte domande e quasi nessuna di quelle che hai svolto era corretta." 

Feci una faccia confusa.

Alexander era davvero bravo in tutte le materie, non avrebbe mai preso un brutto voto. A meno che...

Quella era la mia verifica!

Mi girai di scatto verso di lui, cercando di fargli notare lo scambi, ma lui si mise l'indice sulle labbra, intimandomi a stare zitta.

Mi girai nuovamente indignata.

Scommettevo tutta la mia collezione di carte Pokemon che fosse stato lui a scambiarle!

E proprio quando suonò la campanella, precipitarmi da Alexander per chiedergli una spiegazione era la prima cosa che avevo fatto. Stupido idiota.

Lo trovai appoggiato al suo armadietto, mentre parlava con Layla di chissà cosa.

"Tu, coglione!" mi avvicinai sbattendogli la -mia- verifica sul petto. "Hai scambiato le nostre verifiche!" mi lamentai.

Alexander sussurrò a Layla qualcosa di incomprensibile prima di rispondermi.

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