Capitolo 3 |Occhi azzurri|

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Il giovane Youta camminò a passo svelto per le strade di Kyoto alla ricerca di qualcuno con cui giocare, lui non aveva amici a causa del fatto che nella scuola precedente fu preso di mira dai bulli e quindi ottenne l'emarginazione da parte di tutti, sia nella classe, sia nella scuola. In quei momenti non pensò di reagire, non sapeva come difendersi e poi aveva paura di far del male a qualcuno senza volerlo, lui non voleva generare altro odio, preferiva parlare e aiutare le persone che però purtroppo approfittavano di lui.

Mentre passò davanti ad un parchetto incontrò alcuni ragazzi che giocavano a palla, erano dei compagni della vecchia scuola, non ci parlò molto in passato quindi pensò che quella era una buona occasione per rimediare e andò da loro per chiedergli se potevano giocare assieme. -Ehi ciao ragazzi! Vi andrebbe di giocare con me?- Era entusiasta, ma in cambio ottenne una pallonata in faccia che lo fece cadere all'indietro. -Ahi!!- Esclamò mettendosi una mano in volto per tentare di alleviare leggermente quel dolore causato dalla botta.

-Come pretendi di giocare con noi se non sai nemmeno schivare una palla?- Il ragazzino scoppiò a ridere assieme agli altri tre che gli stavano dietro, Youta non riuscì a dire nulla e trattenne alcune lacrime per il dolore. -Cosa c'è? Stai piangendo?- Continuò a ridere con cattiveria quando improvvisamente vide il giovane alzarsi in piedi e guardarlo negli occhi.

-Io volevo solo giocare con voi, perché mi avete fatto del male?- Chiese cortesemente mentre i suoi occhi risultarono lucidi, tuttavia in cambio, i bulletti gli si avvicinarono in modo minaccioso.

-Ma chi ti credi di essere?- Disse uno di loro. Di punto in bianco Youta ricevette un pugno sullo stomaco e qualcun altro sulla schiena, il ragazzo si piegò a terra, non riuscì a fare nulla e iniziò a piangere, non capendo il perché di tutta quella cattiveria. Dopo alcuni minuti di calci e pugni i quattro ragazzacci scapparono via, lasciando Youta a terra inerme.

-A-aiuto. . .- Pronunciò a bassa voce, non fu sentito da nessuno eppure lui sperò nella presenza di qualche animo gentile che lo avrebbe potuto vedere e aiutare, ma il ragazzo ci sperò troppo, si fece sera e non fu aiutato da alcuno. Improvvisamente si alzò da terra quasi di scatto e tentò di mettersi in piedi, sentì dolori ovunque, ma riuscì perlomeno a reggersi.

-Non va affatto bene, penso di essere svenuto a causa di tutto quel dolore e come se non bastasse è buio! Ormai avrò superato già da qualche ora il coprifuoco!!- Cominciò a correre verso casa, un po' zoppicante a causa delle ferite, non vide nessuno per le strade, stavano tutti chiusi all'interno delle proprie mura per paura del lupo mannaro.

Youta iniziò ad avere freddo ed ebbe dei brividi lungo tutto il corpo, non era ancora entrato nella scuola e già stava rischiando grosso, non aveva idea di come sopravvivere ad un lupo mannaro e si sentì impotente, iniziò a darsi la colpa a causa della sua insistenza nel voler giocare per forza con quei ragazzi. -Potevo starmene da solo, accidenti!!- Dall'angolo della strada sbucarono all'improvviso due occhi enormi, azzurri. Youta si fermò di scatto, tremò e indietreggiò per la paura, vide per la prima volta un lupo mannaro.

Corse via con tutte le sue forze, non sentì più i vari dolori al corpo, la paura prese il sopravvento e questo lo aiutò a correre il più velocemente possibile. -Ti prego, ti prego, non posso morire proprio ora!- Il lupo lo inseguì velocemente e se lo ritrovò dietro non appena girò lo sguardo, per sfuggirgli, Youta scavalcò in fretta un muretto. . . Ma fu inutile, la bestia saltò sopra quel pezzo di roccia come se niente fosse e senza problemi.

-Non solo è velocissimo ed è grande come un cavallo ma riesce addirittura a saltare talmente in alto che se ci provassi io mi romperei sicuramente qualche osso, se questo muretto per lui è stato come alzare semplicemente le zampe, non immagino fino a quanto potrebbe arrivare lontano!- Rifletté. Il ragazzo si infilò velocemente in uno spazio fra una casa e l'altra, ma anche quello fu inutile, il lupo ormai fiutò il suo odore. -Cazzo devo riuscire a scappare in qualche modo!!- Corse nuovamente via il più lontano possibile, ma appena si voltò a guardare dietro di sé vide il lupo mannaro pronto a saltargli addosso e così fu.

Youta si trovò a terra, con le zampe enormi del lupo che lo tennero incollato a quell'asfalto a causa del peso. Il ragazzo tremò come una foglia e guardò dritto negli occhi il lupo, il suo pelo era bianco come la neve e la sua pelliccia molto folta, si accorse di una cicatrice sulla spalla destra dell'animale che andava fino e dietro il dorso come se fosse stato graffiato da qualcosa, perdeva sangue. Youta capì che quel lupo era appena stato ferito ed ebbe paura ma fu anche conquistato da quell'essere. Gli occhi della bestia erano azzurri proprio come un bel cielo di primavera, tuttavia la sensazione fu quella del ghiaccio d'inverno. Il ragazzo vide i denti del lupo spuntare dalla bocca e pensò che si stesse preparando per divorarlo, quindi la preda non poté fare altrimenti se non gridare in cerca di aiuto. -Ti prego fermati!! Non lo fare!- Si sentì una sparatoria.

Youta vide del sangue fuoriuscire dal fianco del lupo, tra i due ci fu un'ultimo sguardo, come se volessero entrambi ricordare il volto dell'altro. Il lentigginoso si sentì strano, ebbe l'impressione di vedere un lupo mannaro spaventato e cosciente, come se non fosse un semplice animale. La bestia fuggì subito dopo aver udito un'altra sparatoria che però andò a mancarlo, la polizia corse ad aiutare Youta, lo alzarono da terra e lo portarono con loro in caserma per fargli delle domande. -Quel lupo mannaro. . . Non riesco a togliermelo dalla testa, un'essere così bello, eppure nei miti e nelle leggende i lupi mannari sono stati sempre raffigurati come creature orribili che camminano a due zampe, com'è possibile questo divario fra i due? Forse non si tratta propriamente di un lupo mannaro?

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Kiraenjeru |Mystery of the Night| (In revisione)​
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