Capitolo 86 |Momento giusto|

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Fu mattina quando la sveglia situata all'interno dell'hotel scattò per tutti senza mancare nemmeno una stanza, gli studenti si svegliarono quasi storditi e uscirono dalle camerate per capire cosa stesse succedendo, la risposta fu semplice. -Tutti i ragazzi si sono risvegliati dal lungo sonno e i feriti sono stati curati, nonostante ancora alcuni piccoli problemi dovremo riuscire a tornare alla Han Okami- disse sorridente Ishida, i giovani si guardarono negli occhi in dei sguardi d'intesa, poi corsero a prepararsi per poter direttamente salire sul pullman, ormai erano stanchi di situare in quel luogo.

-Per me è stato un piacere conoscervi!!- Esclamò felice Yuzuki mentre vide gli alunni uscire dall'hotel per recarsi nel pullman, i suoi modi di fare trasmisero allegria e fu salutata con lo stesso entusiasmo, tuttavia Shiro rallentò non appena la vide, percepiva un qualcosa di strano in lei che non riuscì a svelare in quei giorni, però decise che andava bene così, era anch'esso stremato dai troppi aloni di mistero. Il viaggio in pullman fu lungo ma passò in fretta in quanto le due classi furono unite e trovarono tempo per parlare e fare nuove amicizie, fino a quando l'autista non si fermò nello stesso autogrill ove si fermarono all'andata.

-Pausa bagno e cibo!- Esclamarono i professori. Quasi tutti gli studenti scesero dal pullman e approfittarono per sgranchirsi un po', Youta guardò Shiro di fianco a sé e gli sorrise.

-Vieni con me?-

-Io non ho intenzione di tornare là dentro- rispose indifferente.

-Vedo Orochi che si dirige ai bagni, non vorrai mica farmi rischiare come l'altra volta- Shiro lo guardò fisso negli occhi ma fu un'occhiata veloce perché non riuscì neanche a trovare il tempo di osservarlo che Youta si avvicinò veloce al suo orecchio e con una mano lo accarezzò sul petto. -Magari potresti approfittare di questa pausa per farmi divertire un po'- disse beffardo e scendendo dal pullman in men che non si dica, Shiro del resto rimase perplesso da quelle parole, non capì com'era possibile che il ragazzo cambiasse atteggiamento da un momento all'altro, andava dall'essere molto timido al flirtare come se niente fosse ma questo al bianco piaceva e dunque lo seguì senza ulteriori storie. Riku guardò Satoshi restare vicino al finestrino e gli si avvicinò per potergli parlare visto che in quei giorni non ebbero abbastanza tempo per farlo.

-Satoshi. . . Ti va di entrare all'autogrill e prendere qualcosa da bere?- Domandò gentile, ma il blu non riuscì a sorridere.

-Al momento non devo fare niente, non ho voglia- il giovane con la fascia alla testa capì subito la tristezza che cercò di nascondergli e decise allora di sedersi vicino a lui. -Riku?-

-Si, ormai conosci la mia voce. . . Però io riconosco il tuo umore altalenante- Satoshi accennò ad un leggero sorriso veloce.

-Mi stai dicendo che cambio spesso umore?-

-Abbastanza ma non così troppo da diventare insopportabile- il blu abbassò il capo.

-So che stai cercando di farmi sentire meglio, ma non serve. . . Ormai non c'è nulla che possa farmi tornare come prima- Riku si rattristì ma non cedette e continuò a fargli compagnia. Nel frattempo Hakaku parlò con Goro per conoscerlo meglio mentre nei posti dietro Eita restò imbronciato per maggior parte del tempo ad ascoltare musica, Hayato li osservò e capì subito che il biondo faceva fatica ad esternare le sue emozioni, tuttavia Hakaku le ignorò di sana pianta senza nemmeno accorgersene. Guardò il grosso ragazzo muscoloso di fianco a sé, Chiko non era di molte parole e tendeva a guardare fisso in un punto senza nemmeno muoversi.

-Mi dici perché la tua pelle è blu?- Ci fu qualche secondo di silenzio, l'emo pensò di aver fatto la domanda sbagliata e si girò dalla parte opposta, tuttavia Chiko gli rispose ugualmente.

-Ho sempre fatto parte di un clan esistente da anni addietro dove tutti erano blu a causa di una famiglia nata con un potere curioso, potevano cambiare il colore della pelle ma visto che durante il parto la femmina diventò blu inconsciamente partorì un bimbo blu, un ciano permanente- Hayato ascoltò il suo racconto con curiosità e stupore.

-Ma tu non fai parte del clan Kiraenjeru?-  Chiko scosse il capo.

-Il professore ci ha spiegato di quel clan ma siete voi della classe sei a farne parte, noi della classe nove veniamo da molti altri clan, la cosa comune è che tutti avevano dei poteri in passato invece ora dobbiamo prendere un fiala per farli attivare. . . Tuttavia il restante dei gruppi in precedenza faceva parte del clan Kiraenjeru quindi forse i nostri antenati-

-Il nostro professore ci aveva accennato a una cosa del genere- disse leggermente infastidito ricordandosi di quel giorno.

-Io penso che non ci dicano moltissime cose, però prima o poi verrà tutto a galla no? Basta avere pazienza- disse mostrandosi calmo e sereno. Orochi entrò nel bagno per lavarsi la faccia con dell'acqua fredda, ricordò quando stette per uccidere Youta in quel luogo e si infastidì, tanto da doversi appoggiare a quel lavandino con entrambe le mani, fu visto però dal lentigginoso che entrò assieme a Shiro e restarono pochi secondi a fissarlo, Orochi se ne accorse e si voltò mostrando un'espressione accigliata, ma riuscì a mettere da parte l'orgoglio e approfittando della presenza di Shiro parlò apertamente.

-Mi scuso per tutto quanto- avanzò il passo per poter tornare al pullman, i due non dissero parola. I giorni passarono e il viaggio finì, tutti tornarono alla propria vita scolastica nella Han Okami e ripresero correttamente le lezioni, molti ragazzi della classe nove si sentirono distrutti per la perdita di Daisuke, tuttavia trovarono aiuto nel conoscere la classe sei e gli allenamenti furono spesso fatti assieme, i professori diedero tempo ai giovani per potersi riprendere e così per potersi anche fortificare, Youta e Shiro parlarono a lungo sul da farsi e sul cosa dire ai loro compagni di classe riguardo Nakaya, tuttavia decisero di aspettare un momento più opportuno facendo così passare settimane che divennero mesi di apparente tranquillità all'interno delle classi e anche al di fuori. I licantropi attuarono meno uccisioni senza una spiegazione logica, di conseguenza le uscite dalla scuola furono ridotte, le festività vennero festeggiate all'interno dell'edificio senza lasciar vedere i giovani ai loro genitori, Youta telefonò spesso sua nonna e le parlò di qualche dettaglio ammorbidito per non farla spaventare, inoltre si scusò per non averla chiamata nei mesi aventi più azione, avrebbe voluto chiederle se sapeva qualcosa del clan Kiraenjeru ma si limitò a dirle che in passato esistevano vari clan e che loro erano dei discendenti, dopotutto sapeva che la sua nonna non aveva idea di quei gruppi in quanto troppo giovane per quell'epoca. Quasi alla fine dell'anno scolastico i ragazzi vennero avvisati tutti della loro promozione in quanto in quel sistema scolastico non era compresa la bocciatura, l'estate invece fu più liberatoria ma non totalmente, per salvaguardare i giovani la direzione decise di permettergli l'uscita dalla Han Okami ma senza superare i confini del paese, difatti molti degli studenti dovettero restare a dormire lì poiché ostacolati nel tornare a casa. Shiro notò l'acqua calma e quindi prese la sua decisione di parlare ai ragazzi rimasti nella scuola di ciò che veramente successe.
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Kiraenjeru |Mystery of the Night| (In revisione)​
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