Capitolo 7

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Appena il pezzo musicale finì e gli orchestrali posarono gli strumenti e si prepararono per quello successivo, Mr. Jung si fece strada tra la folla e raggiunse Mr. Park, che era ancora al fianco della sua fidanzata.

Le labbra del biondo si incurvarono in un piccolo sorriso educato alla vista del cugino, non appena egli gli fu accanto, seguito a breve distanza dai suoi amici, dai due Mr. Kim e, per ultimo, da Jeon Jungkook.

“Caro cugino!” esclamò Mr. Jung, posando una mano sulla spalla di Mr. Park e rivolgendo poi un breve inchino e un baciamano alla giovane dama al suo fianco.

“Jung” lo salutò l'altro. “Vedo che vi siete dato da fare per rendere questa festa alla mia altezza”.

Jungkook non poté fare a meno di notare quanto Mr. Park fosse di una bellezza alquanto rara e quasi eterea. I suoi capelli biondi erano setosi, le sue labbra piene, la sua pelle liscia e candida, il suo portamento e il suo contegno regali.

Le parole che aveva appena rivolto al cugino, invece, nascondevano un'arroganza che fece storcere il naso a Jungkook e gli ricordarono che quel giovane era ricco, troppo ricco, e di sicuro si credeva chissà chi solamente per quel motivo.

“Volevo presentarvi alcuni dei miei più cari amici” disse Mr. Jung, per nulla turbato da come si era appena espresso suo cugino. “Costui è Mr. Kim, Kim Seokjin per essere precisi, questi un altro Kim, Kim Taehyung, e quello che cerca di nascondersi dietro di lui è Mr. Jeon Jungkook”.

A ogni nome lo sguardo di Mr. Park si spostò sul soggetto in questione e fu seguito da un breve inchino.

Quando fu il turno di Jungkook, il loro contatto visivo durò un po' più a lungo del dovuto, tanto che il moro fu costretto a distoglierlo per l'imbarazzo. Sentiva le guance in fiamme e non ne capiva il motivo.

Mr. Park lo aveva riconosciuto, di questo Jungkook era praticamente certo.

Chissà cosa pensava di lui... Avrebbe voluto darsi uno schiaffo in faccia e smetterla di porsi tali domande, ma proprio non riusciva a evitare di sentirsi legato a quel ragazzo di cui non sapeva nulla se non il nome, il fatto che era fidanzato e che su di lui circolavano voci di tutti i tipi.

“È un piacere” disse Mr. Park, lanciando un'altra occhiata a Jungkook, che dal canto suo avrebbe voluto morire seduta stante.

Era assurdo l'effetto che pochi sguardi e poche parole esercitavano su di lui. Forse era perché aveva l'animo di un sognatore, fatto sta che sentiva di aver già perso parte di se stesso per colpa di quel Mr. Park, e questo non riusciva proprio ad accettarlo.

“È un piacere anche per noi” disse Taehyung.

Dopodiché Mr. Jung presentò gli altri suoi amici. Infine disse: “Come già sapete, costui è Mr. Park, Park Jimin, e la dolce fanciulla accanto a lui è Miss Amy Harrington, la futura Mrs. Park”.

Jungkook sollevò lo sguardo dalla geometrica composizione di marmi colorati del pavimento per osservare meglio la ragazza nominata. Era piuttosto alta, di corporatura esile, con gli occhi azzurri e i capelli biondi raccolti in un'acconciatura elaborata. Era ingioiellata e indossava un abito rosa pastello che le calzava a pennello e la rendeva affascinante, quasi quanto il suo fidanzato.

Miss Amy Harrington era una ragazza bellissima, tra le più belle che Jungkook avesse mai incontrato, ma nessuna luce illuminava i suoi occhi e nessun sorriso increspava le sue labbra.

Di sicuro sapeva di essere splendida e che molte paia di occhi erano posate su di lei, ma la cosa non pareva stupirla. Era come se ci fosse più che abituata e a Jungkook questa cosa dava non poco fastidio.

Nonostante il fascino che quella fanciulla emanava, però, lui non riusciva a pensare che ella potesse meritare di stare al fianco di un giovane uomo come Mr. Park, che a suo parere era praticamente la perfezione in persona.

“Siete del sud dell'Inghilterra, Mr. Park?” domandò Seokjin per rompere il ghiaccio.

“Sono di Londra. Nato e cresciuto nella nostra capitale e ne vado pienamente fiero”.

Jungkook capì che il solo fatto che fosse londinese era più che sufficiente per iniziare a detestarlo.

Mr. Kim Seokjin si lasciò sfuggire un verso di apprezzamento. “Amo Londra e mi ritengo assai fortunato di avere dei genitori che posseggono una casa lì.
Se in ogni contea inglese ci fosse almeno una città anche solo lontanamente simile a Londra, oserei dire che l'Inghilterra sarebbe il Paradiso terrestre”.

“La vostra è una riflessione interessante” disse Mr. Park, con un accenno di sorriso che non pareva affatto di apprezzamento. “Eppure bisogna anche chiedersi se gli abitanti delle contee inglesi si sentirebbero degni di possedere una pallida copia di Londra nelle proprie terre. Non sarebbe strano, secondo voi, che ognuno potesse dire di fare un salto a Londra ogni volta che lo desideri? Non vi sembrerebbe qualcosa di addirittura... disdicevole? Oppure presuntuoso, anche solo da pensare?”.

A quelle parole Seokjin tacque e non seppe che cosa dire. Jungkook osservò Mr. Park socchiudendo gli occhi, come se limitando l'accesso di luce riuscisse a comprendere meglio la sua personalità e il motivo per cui si era espresso in quel modo.

Di sicuro aveva detto ciò che aveva detto al solo scopo di imbarazzare Seokjin e di affermare la propria superiorità in quanto cittadino della vera Londra.

Jungkook non poteva sopportarlo, perciò si fece forza e affermò: “Se ogni londinese fosse d'accordo con voi, Mr. Park, allora ci sarebbe da pensare che Londra abbia non solo un certo fascino, ma anche il potere di piegare gli animi dei suoi abitanti all'arroganza e alla presuntuosità”.

Era consapevole di aver appena dato del presuntuoso a Mr. Park, ma d'altronde lo stava ripagando con la stessa moneta.

L'occhiata che Mr. Park rivolse a Jungkook gli fece accapponare la pelle, eppure stavolta il moro riuscì a sostenere il suo sguardo, così che fu il biondo il primo ad abbassare il capo.

“Avanti, Londra è bella perché è unica e su questo siamo tutti d'accordo” disse Mr. Jung per calmare le acque.

“Prossimamente mi ci recherò con la mia famiglia” disse Seokjin sorridendo, come se le parole di Mr. Park non l'avessero minimamente scalfito. “Forse sarò accompagnato anche da Mr. Jeon qui presente. Ci preoccuperemo di informarci su dove vi trovate voi e di incontrarci, magari per un tè”.

Mr. Park strinse le labbra e annuì rigidamente, come se la prospettiva lo disgustasse, ma non volesse farlo capire in maniera troppo evidente.

“Resterete a lungo da vostro cugino, Mr. Park?” domandò un amico di Mr. Jung.

“Dipende da come sarà il tempo atmosferico” disse lui, alzando lo sguardo al soffitto affrescato. “E dipende dalla qualità del tempo che trascorrerò qui. Dovete compatirmi: una persona abituata agli agi di Londra non riesce a restare a lungo in campagna. Ogni volta che esco dalle mura della mia città ho la sensazione di aver fatto un passo verso la tomba”.

Il suo sguardo freddo si posò su ognuno di loro e si soffermò qualche istante di più su Jungkook, che era consapevole di avere i lineamenti piegati in una smorfia. 

Non poteva farci niente: il disgusto che provava nei confronti di Mr. Park non faceva che crescere a ogni parola che usciva dalla bocca di quell'individuo.

Compromise || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora