Jimin tornò a casa dei Jeon in sella a un cavallo che suo cugino gli aveva prestato non appena avuto saputo che egli voleva recarsi a Londra la mattina seguente. Avrebbe potuto chiederlo ai genitori di Jungkook, ma preferiva di gran lunga non scomodarli e domandare a Mr. Jung, che era più ricco e possedeva una scuderia ben più fornita.
Non appena Jungkook lo vide arrivare, si precipitò verso la porta di casa e la spalancò con irruenza. Poi si mise a correre a perdifiato verso di lui, incurante di scompigliarsi i capelli e incurante di avere addosso soltanto un paio di pantaloni e una camicia bianca di stoffa grezza, con il cordino all'altezza delle clavicole leggermente allentato.
Raggiunse Jimin e lo guardò dal basso verso l'alto sorridendo allegramente.
“Mi siete mancato” ammise, stringendo una delle mani del suo amore, che in quel momento era ancora in sella al cavallo.
“Non è giusto! Se dite così mi farete venire voglia di baciarvi in questo preciso istante, senza pensare al fatto che ci troviamo a pochi metri da casa vostra”.
“Allora fatelo! Mr. Park, io vi sfido a baciarmi in questo preciso istante” disse Jungkook, per poi ridacchiare e fare qualche passo indietro, così che il suo innamorato potesse scendere da cavallo.
Il biondo cercò invano di nascondere un sorriso di sfida, poi smontò agilmente dall'animale, mettendo un piede dopo l'altro sulla terra smossa dagli zoccoli. Si trovavano al margine della strada, a una decina di metri dal giardino della tenuta dei Jeon.
“Avanti, baciatemi, se ne avete il coraggio” lo stuzzicò Jungkook, con gli occhi che gli brillavano per l'immensa felicità che provava da quando aveva visto la figura di Jimin avvicinarsi, baciata dai raggi del sole che stava tramontando.
“Sotto a questo disco morente, immersi in questa luce dorata, io, Park Jimin, accetto di baciarvi, mio amato Jeon Jungkook” disse il biondo stando al gioco.
Dopodiché afferrò il suo volto con entrambe le mani e congiunse le loro labbra.Non fu un bacio lungo né particolarmente appassionato. Fu uno scontro di labbra affamate d'amore, fu una promessa suggellata sotto ai raggi di sole, in una giornata che si avviava verso la sua conclusione.
Quel bacio fu veloce, eppure segnò la fine di un capitolo della loro vita e l'inizio di un altro.
L'incipit del nuovo capitolo consistette in un urlo, che arrivò lacerante alle orecchie dei due ragazzi, allontanati l'uno dall'altro dopo essersi baciati.
Subito essi si voltarono verso la fonte di quel grido quasi sovrannaturale e ci misero un po' prima di scorgerla. Jungkook però l'aveva già riconosciuta e aveva avuto un tuffo al cuore.
Lei li aveva visti. Non poteva essere andata altrimenti.
In quel momento capì che era tutto finito e che niente sarebbe stato come prima. Quei pochi secondi in cui le loro labbra si erano unite erano stati fatali. Si erano baciati alla luce del sole, sfidando la sorte, incuranti di cosa potesse accadere. Avevano giocato con i loro destini e avevano perso.
Gli occhi di Jungkook si riempirono di lacrime quando finalmente scorse il viso di sua madre, nascosta tra le fronde degli alberi che delimitavano il giardino. Probabilmente si trovava già lì e, avendo sentito i due ragazzi ridere e chiacchierare, si era avvicinata per spiarli.
Li aveva visti mentre si baciavano.
Jungkook non si voltò a guardare Jimin, perché non riusciva a smettere di osservare l'espressione dipinta sul volto di sua madre: terrore, ribrezzo, raccapriccio, un insieme di emozioni che furono per lui come una pugnalata al petto.
STAI LEGGENDO
Compromise || Jikook
Fiksi Penggemar[Completa] Dove Jungkook e Jimin vivono nell'Inghilterra di inizio Ottocento e appartengono entrambi alla classe borghese. ▻ liberamente ispirata a "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen ▻ in alcuni punti potrebbe non rispecchiare la realtà di qu...