Capitolo 36

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“Che cosa sta succedendo qui?” domandò Mr. Jeon, per poi guardare negli occhi suo figlio, rannicchiato in un angolo del letto.

Mr. Park stava tenendo bloccata per le braccia Mrs. Jeon, che dal canto suo si divincolava e aveva i lineamenti contratti dall'ira.

Anche Seokjin li osservava e le sue labbra si piegarono presto in un sorriso beffardo, non appena notò che quella scena era assai spassosa. Non vedeva l'ora di descriverla a tutti quelli di sua conoscenza; era sicuro che in quel modo li avrebbe divertiti a dismisura.

“Mr. Jeon!” esclamò la donna, liberandosi con uno strattone dalla presa di Mr. Park e puntando un dito contro suo marito. “Dite immediatamente qualcosa a vostro figlio! Il suo comportamento è stato assolutamente... Ah, io lo odio! È la nostra rovina”.

“Mrs. Jeon! Come potete parlare di vostro figlio in questi termini? Per di più egli si sta ancora riprendendo dalla febbre” esclamò Jimin, stringendo i pugni per contenere la rabbia.

La donna gli rivolse uno sguardo di fuoco e si asciugò le lacrime in un gesto fulmineo.

“Chi siete voi per dirmi come devo esprimermi? E poi… febbre? Chi ci crede che lui è davvero malato?! La sua era soltanto una scusa puerile!
Perché vi trovate qui, con lui? Siete stato voi a convincerlo a commettere la pazzia di lasciare Londra, non rispettando il volere dei suoi stessi genitori? Che cosa gli avete fatto?”.

Mrs. Jeon sembrava seriamente sul punto di lanciarsi addosso al biondo e strozzarlo, così il marito pensò che fosse meglio trattenerla prima che potesse commettere delle sciocchezze. Le afferrò un polso e le disse dolcemente: “Avanti, cara, non siate così aggressiva. Di sicuro c'è un motivo dietro allo strano comportamento di Jungkook. Lasciatelo parlare”.

“Jungkook non c'entra nulla, ne sono certa. La colpa è tutta di questo ragazzino che gli ha fatto il lavaggio del cervello. Avanti, che cosa avete da dire a vostra discolpa, Park?” urlò la donna, digrignando i denti e non badando assolutamente al fatto che colui al quale si stava rivolgendo fosse di rango sociale superiore al suo.

“Madre, non prendetevela con lui” sussurrò Jungkook, scuotendo leggermente la testa e lanciando una tenera occhiata al suo amato, che lo guardava spaurito. “Sono stato io a voler partire per la campagna, perché non ce la facevo più a sopportare la vita londinese”.

“Ma perché, Jungkook?” domandò Seokjin, che non riusciva proprio a comprendere l'atteggiamento del suo amico ed erano giorni che voleva rivederlo per avere spiegazioni. “Stavate per tornare a casa. Era questione di un paio di giorni, quindi perché non aspettare? E perché partire insieme a Mr. Park? Da quando siete così amici da... prendere una carrozza solo voi due e...”.

Seokjin si interruppe e assottigliò lo sguardo, per studiare attentamente il volto dei due ragazzi.

Jungkook iniziò ad agitarsi. La conversazione si stava spostando su un terreno assai pericoloso e al momento lui non riusciva a ragionare e a decidere quale fosse la scusa migliore da usare. Aveva la sensazione che in ogni caso non sarebbe stata abbastanza convincente.

Era stufo di mentire; avrebbe voluto poter dire semplicemente che era fuggito con Mr. Park perché erano innamorati e volevano lasciarsi tutto alle spalle.
La verità è che in quel momento, alla festa, avevano agito d'istinto e non avevano pensato alle conseguenze. Jungkook non se ne pentiva, ma avrebbe voluto essere bravo a trovare una scusa che stesse in piedi.

Lanciò un'occhiata a Jimin e notò che anche lui sembrava non sapere che pesci pigliare. Avevano entrambi pensato a lungo, in quei giorni, a cosa dire ai Jeon, a Seokjin e alla società in generale in merito alla loro fuga, ma tutto ciò che avevano ideato non era particolarmente efficace.

Compromise || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora