“Che cosa succede, Jimin?” domandò Jungkook, non appena i due furono soli.
Avevano lasciato la sala da ballo e si erano avventurati nel palazzo, fino a raggiungere una corte interna dove in quel momento non c'era nessuno. Lì avevano iniziato a passeggiare sotto al porticato che percorreva i quattro lati e in cui abbondavano stucchi, colonne classicheggianti e capitelli riccamente ornati.
“È accaduto un evento assai spiacevole e voi siete la prima persona a cui lo racconto. A dir la verità siete l'unico a cui riesco a confidare qualcosa del genere”.
“Mi state preoccupando”.
“Allora cercherò di arrivare dritto al punto, per quanto difficile possa essere” concluse lui, fermandosi e girandosi verso Jungkook.
Il suo sguardo esprimeva perfettamente quanto le parole in quel momento fossero come macigni nella sua gola e si rifiutassero di vedere la luce.
“Ecco, vedete... Ieri sera sono stato da un mio amico a parlare di politica, ma questi dopo non molto ha ricevuto una lettera ed è dovuto partire all'istante; motivi suoi, ma comunque nulla di grave o di rilevante ai fini della vicenda che vi sto raccontando. Fatto sta che mi sono ritrovato senza niente da fare ben prima del previsto. Così ho pensato di passare a trovare Miss Harrington, che non vedevo da un paio di giorni. Non ho avvisato, non ho scritto nulla, mi sono semplicemente presentato alla porta e il servo mi ha aperto senza andare ad avvisare la sua padrona, cosa alquanto strana, se ci pensate...”.
Jungkook pendeva dalle sue labbra e con gli occhi lo pregava di continuare. L'ansia e la preoccupazione non facevano che crescere in lui al passare dei secondi.
“Mi sono diretto verso la stanza di Miss Harrington, dato che il domestico mi aveva detto che l'avrei potuta trovare lì. Mi sono avvicinato e...”. Mr. Park si bloccò e deglutì. Non sapeva proprio come continuare.
“E cosa è successo?”.
“Ho esitato a bussare, perché avevo un brutto presentimento. Difatti dopo nemmeno un minuto ho.... ho sentito cose che mai mi sarei aspettato di sentir provenire dalla camera da letto della mia fidanzata”.
Jungkook sgranò gli occhi. Aveva finalmente compreso che cosa Mr. Park voleva fargli intendere.
“L-lei...” balbettò, incredulo.
“Con un po' di coraggio ho aperto la porta, che non era nemmeno chiusa a chiave, e li ho scoperti sul più bello, lei e il suo amante”. Il biondo sembrava davvero provato anche solo a ricordare quell'evento, eppure dopo qualche istante un accenno di sorriso incurvò le sue labbra.
“Come ha potuto fare una cosa del genere?” sbottò Jungkook.
“Non me la sento di accusarla troppo. Alla fine, se ci pensate, nemmeno noi siamo privi di colpa. Non siamo arrivati a quei livelli, però ci siamo baciati due volte.
Miss Harrington non era innamorata di me, proprio come io non lo ero di lei. Voleva i miei soldi, mentre io volevo semplicemente accontentare tutte le persone che mi continuavano a ripetere che dovevo sposarmi. Strinsi la promessa di matrimonio con Miss Harrington in un momento della mia vita in cui ero particolarmente arrabbiato e deluso da me stesso e tutto ciò che desideravo era punirmi a causa del mio desiderio verso il sesso maschile. Promisi di sposarla, ma me ne pentì non appena conobbi il suo carattere: Miss Harrington è una donna incapace di provare sentimenti e lo ha dimostrato anche ieri sera. Infatti, dopo aver richiuso la porta e aver lasciato che quei due ponessero fine al loro rapporto, l'ho aspettata in un'altra stanza. È arrivata pochi minuti dopo e abbiamo potuto parlare”.“E che cosa vi ha detto?”.
“Non si è mostrata dispiaciuta o cose simili. Si è limitata a osservarmi, mentre io provavo vergogna per lei. Le ho detto che non avrei raccontato a nessuno ciò che avevo avuto modo di scoprire, perché posso soltanto immaginare quanto tale notizia potrebbe macchiare la reputazione di una giovane donna altolocata come lei. Le ho promesso che mai ne avrei fatta parola con nessuno, a patto che lei decidesse di sciogliere il nostro fidanzamento”.
“State scherzando?!” esclamò Jungkook, che, nonostante la gravità della situazione, tremava di gioia al pensiero che Mr. Park potesse non essere più legato a quella fanciulla.
“No, è tutto vero. Miss Harrington ha accettato, ovviamente, perché ha capito che era l'unica cosa sensata da fare.
Non so ancora che cosa dirò alla gente quando comunicherò loro la nostra rottura. Mi dovrò inventare una scusa plausibile, ma a voi, almeno a voi, volevo raccontare la verità”.“Quindi non siete più fidanzato?” domandò Jungkook con le lacrime agli occhi.
Mr. Park sorrise teneramente e lo guardò con un pizzico di compassione. “No, non lo sono, però ciò non cambia la natura del legame che c'è tra me e voi. Non crediate che adesso potrò fidanzarmi con voi, perché è impossibile”.
“Lo so bene” ammise l'altro. “Eppure non riesco a non rallegrarmi del fatto che ora, se vi bacio, non sto tradendo nessuno”.
I due giovani si sorrisero, poi ripresero a camminare. Il cielo si stava velocemente tingendo di nero e spicchi di tale mantello erano visibili tra le colonne, gli archi e i capitelli che li circondavano.
“Sono felice di non doverla sposare, ne sono immensamente felice. Mi sembra di essermi liberato di un peso che da tempo gravava sul mio petto. È solo che… speravo che non dovesse accadere qualcosa del genere perché il mio più grande desiderio si realizzasse. Non lo so... Quelle che provo sono emozioni contrastanti”.
“Posso immaginare. Però vi consiglio di dare tempo al tempo. Vedrete che un giorno l'amarezza sarà del tutto scomparsa e che in voi sarà rimasta soltanto una profonda gioia al pensiero di non esservi sposato con quella donna.
Una cosa, però, non capisco: perché la porta era aperta e perché il servo non vi ha annunciati? Se anche solo una di queste cose fosse andata diversamente, forse ora non avreste scoperto la verità e presto vi sareste unito a una donna falsa e traditrice”.Jimin sospirò pesantemente. “Sarò per sempre grato a quel domestico di Miss Harrington, o meglio, colui che era un domestico di Miss Harrington, dato che sono sicuro che ella l'avrà già licenziato.
A suo dire, gli incontri tra la mia ex fidanzata e il suo amante andavano avanti da molto tempo e il servo, che aveva capito tutto, desiderava ardentemente che la verità venisse a galla. Per questo sperava che io un giorno arrivassi mentre loro erano insieme e ogni volta apriva con una seconda chiave la porta che i due avevano precedentemente chiuso. Quando sono arrivato non li ha disturbati perché aveva già pianificato tutto”.Jungkook rimase a bocca aperta davanti a tale rivelazione. Non avrebbe mai immaginato che un servitore potesse avere un così accentuato senso del dovere e una così forte dose di coraggio da tradire la propria stessa padrona, in nome della morale.
“Comunque, forse adesso è meglio se torniamo dentro, prima che Mr. Kim si inizi a preoccupare” scherzò Jimin, passandosi una mano tra i capelli e alzando lo sguardo al cielo notturno, dove brillava la luna.
“Aspettate, prima devo consegnarvi una cosa” esclamò Jungkook, estraendo dalla tasca dei pantaloni il foglio di carta su cui aveva scritto la poesia per Mr. Park.
Il biondo sorrise mentre la prendeva in mano, forse perché già intuiva che cosa potesse contenere.
“Lo so, sono ripetitivo e probabilmente mi inizierete a odiare per tutte le sciocche poesie che vi dono”.
“Volete scherzare?” sussurrò lui, guardando Jungkook dritto negli occhi. “Non c'è regalo che preferisco a una poesia scritta dalla persona a cui...”.
Poi si bloccò e, sebbene la corte interna in cui si trovavano fosse avvolta nel buio, Jungkook avrebbe potuto giurare di aver scorto un certo rossore tingere le sue gote, altrimenti assai pallide.
“A cui cosa?”.
Jimin strinse a sé il foglio di carta e abbassò lo sguardo, imbarazzato.
“A cui io ho regalato il cuore”.
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Compromise || Jikook
Fanfiction[Completa] Dove Jungkook e Jimin vivono nell'Inghilterra di inizio Ottocento e appartengono entrambi alla classe borghese. ▻ liberamente ispirata a "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen ▻ in alcuni punti potrebbe non rispecchiare la realtà di qu...