Capitolo 28

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Pochi minuti dopo i due innamorati erano sdraiati sul letto di Mr. Park, sotto le lenzuola. La candela, ancora accesa sul comodino, era quasi del tutto consumata e lo stoppino nero annegato nella cera liquida.

I due giovani si erano messi sul fianco e si guardavano negli occhi, mentre la fiamma accanto a loro proiettava giochi di luci e ombre sui loro volti e rendeva quel momento ancora più intenso e romantico.
Jimin e Jungkook si osservavano e si tenevano per mano. Il silenzio che regnava in quella stanza, e nel resto della locanda, era quasi sacro.

“Volete dormire?” domandò a un certo punto il biondo, poggiando una mano sulla guancia di Jungkook e accarezzandola lievemente.

“Perché dormire, quando posso trascorrere tutta la notte ad ammirarvi?” sussurrò lui con serietà.

“Forse perché sennò domattina non avreste nemmeno la forza necessaria per alzarvi?”.

“Allora vorrà dire che resterò qui per sempre” scherzò Jungkook.

“In questa locanda piccola e squallida? Anche quando io sarò partito e vi avrò lasciato qui tutto solo?”.

Sul volto di Jungkook si dipinse un'espressione di terrore, così buffa che fece scoppiare a ridere Jimin. “Avanti, dormiamo” sussurrò lui, chiudendo con i polpastrelli le palpebre del moro.

“Ma io non ho sonno!”.

“Se tenete gli occhi chiusi vi verrà presto”.

Jungkook acconsentì sbuffando, ma non riuscì a nascondere un sorriso divertito. Dopo qualche istante di silenzio disse: “A una condizione: mi cantate una ninnananna fino a quando non mi sarò addormentato”.

Jimin sorrise e annuì, intenerito di fronte alla dolcezza e alla semplicità di quel ragazzo dai capelli scuri, che contrastavano con la sua pelle chiara e la camicia da notte bianca.

Quindi iniziò a cantare sottovoce e nel mentre ad accarezzare i capelli di Jungkook. Cantava canzoni che ricordava da quando era piccolo. A volte non ricordava le parole, perciò improvvisava, altre volte si limitava a mormorare la melodia.

Jungkook sorrideva, tenendo gli occhi chiusi, e si godeva quel tocco leggero e pieno di affetto e quella voce morbida, che era come se gli abbracciasse il cuore. Si sentiva così a proprio agio tra le braccia di quel ragazzo che gli sbadigli non tardarono ad arrivare.

Jimin continuò a cantare anche quando il respiro di Jungkook divenne calmo e regolare, segno che il giovane si era addormentato. Le note e le parole uscivano dolci dalla sua bocca e le sue dita passavano tra le ciocche di capelli con cura e lentezza.

Jimin si perse ad ammirare il volto pacifico di Jungkook. Le sue ciglia scure baciavano gli zigomi, mentre le sue labbra erano così rosee che gli fecero venir voglia di assaggiarle. Senza pensarci due volte, vi lasciò un bacio nel modo più delicato possibile, così che l'altro non si svegliasse.

Poi sorrise e, dopo aver smesso di cantare, sussurrò: “Buonanotte, Jungkook. Io non so chi sarei senza di voi. Vi siete impadronito del mio cuore e lo avete fatto germogliare, come mai mi era successo prima d'ora. Mi sento vivo quando sono con voi e per questo vi sono infinitamente grato. Vorrei dirvi tutto ciò che provo, senza paura, ma il mio cuore trema al solo pensiero... Forse domani troverò il coraggio e ci proverò. Intanto buonanotte, mio caro Jungkook”.

Jimin lasciò un altro lieve bacio al moro, questa volta sulla fronte, poi sorrise, quasi commosso alla vista di quel ragazzo dormiente. Infine avvicinò il viso al comodino e soffiò sulla fiamma vacillante.

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Jungkook aprì lentamente gli occhi e per qualche istante lo spaesamento si impadronì di lui, poiché non capiva dove si trovava. Quando però voltò la testa e vide Jimin, subito ricordò ogni cosa e un sorriso genuino si fece strada sul suo volto.

Compromise || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora