Capitolo 3

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La madre di Jungkook si mostrò estremamente dispiaciuta del fatto che la famiglia Kim avesse ricevuto l'invito e loro no.

“Io non riesco a capire” borbottò, sprimacciando il cuscino su cui poi si sedette. “Mr. Jung ci conosce, quindi perché non invitarci? Suo padre era amico di tuo padre, quindi anche solo per rispetto nei confronti di tale amicizia avrebbe dovuto includerci nella lista”.

Jungkook sospirò profondamente e cercò di concentrarsi sulla scrittura.

“Forse l'invito si è davvero perso... È l'unica spiegazione che riesco a darmi” continuò la donna.

“Secondo me ha voluto giocarci un brutto tiro” scherzò Jungkook, intingendo la penna d'oca nel calamaio e passando poi la punta sul foglio di carta.

La sua scrittura era pulita e ordinata, senza sbavature. Gli piaceva pensare alla forma, oltre che al contenuto.

“Non scherzare!”. La donna sembrava davvero provata da tutte quelle preoccupazioni e la leggerezza del figlio non faceva che aumentare il suo nervosismo. “Piuttosto dimmi, perché ci hai messo così tanto dalla famiglia Kim?”.

“Mi sono fermato lungo la strada ad ammirare il paesaggio” rispose tranquillamente Jungkook, ma sentendo il proprio cuore perdere un battito al ricordo del ragazzo che aveva visto sull'altro lato del fiume. 

Gli dispiaceva molto non sapere il suo nome, altrimenti avrebbe potuto chiedere in giro qualcosa di più sul suo conto.

Sperava di incontrarlo un'altra volta al fiume, ma aveva anche paura che non sarebbe successo.
Magari era di passaggio. D'altronde non l'aveva mai visto da quelle parti.

Forse se avesse provato a descriverlo fisicamente a qualche pettegola del paese, con un po' di fortuna avrebbe ottenuto l'informazione che sognava: il suo nome. Eppure la paura che quelle donne potessero mettersi in testa strane idee lo bloccava dal compiere tale scelta.

L'unica cosa da fare era aspettare il giorno seguente e tornare alla stessa ora nello stesso posto, nella speranza di rivederlo.

“Sei un disastro, Jungkook” disse sua madre con disappunto. “Ti conviene finire in fretta quella lettera e poi uscire di casa, perché oggi proprio non ti sopporto”.

Jungkook si morse un labbro per non scoppiare a ridere. Quando sua madre era arrabbiata era un vero spasso.

“L'inchiostro ci mette tanto ad asciugare” disse soltanto, non facendo altro che confondere la povera donna.

Dopo aver finito di scrivere, Jungkook posò la penna d'oca e sollevò di un po' il foglio per rileggere il tutto.

Aveva detto a sua madre che era una lettera perché non voleva che si impicciasse nei suoi affari. In realtà era una poesia.

L'aveva composta perché aveva avuto un'ispirazione improvvisa dopo l'incontro di quel pomeriggio con il ragazzo del fiume.

Incastonato
Nella pietra del mio destino
Giace il mio cuore,
Gemma intrappolata nelle grinfie
Di regole mai scritte.

Lacrime
Che scendono lungo le vostre guance.
Forse un fato che ci accomuna
Causa il vostro dolore?

L'acqua scorre,
Il pianto ci unisce,
Il vostro è vivo e visibile,
Il mio nascosto negli abissi
Della mia anima
Impolverata.

Anche il vostro cuore è in una morsa?
Anche la vostra anima brama
Una via di fuga?

Ho paura di non rivedervi mai più,
Ma ho ancora più paura
Di essermi sognato tutto.

Compromise || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora