I Kim fecero in modo che Mr. Park potesse ricevere abiti asciutti e puliti, ordinando a uno dei loro domestici di andare a prenderli nella camera del fratello di Seokjin. I due, infatti, avevano una corporatura simile.
Quindi Mr. Park si ritirò in una stanza che fungeva da bagno e spogliatoio; si lavò, si cambiò e infine tornò dagli altri sentendosi come rinato. L'unico dettaglio che poteva fare intuire che fosse stato sotto la pioggia erano i capelli ancora un po' umidi.
Vedere Mr. Park sorridergli era stato per Jungkook sufficiente per ritenersi l'uomo più felice al mondo, ma quando il giovane, dopo essere entrato nella stanza, si diresse senza esitazione dov'era seduto lui, gli causò quasi un infarto.
Senza staccare gli occhi dalla sua figura, Jungkook si mise a sedere in modo più composto. Il biondo si sistemò accanto a lui sul divanetto, a una certa distanza, ma pur sempre più vicino di quanto il moro si sarebbe aspettato.
I signori Kim chiesero a Mr. Park se stava bene e se aveva ricevuto un buon trattamento. Lui rispose educatamente, ringraziando per l'ospitalità e scusandosi ancora per il disturbo che aveva loro arrecato.
Quindi gli altri tornarono a giocare a carte e non badarono ai due giovani, il biondo e il moro, seduti a poche spanne l'uno dall'altro e con i cuori che battevano forte, allo stesso ritmo della pioggia che ancora picchiettava contro le finestre.
Jungkook voltò il capo e sorprese Mr. Park a fissarlo. La bocca gli si dischiuse leggermente.
“Siete un folle, lasciatevelo dire” sussurrò per rimproverarlo. Tuttavia non riuscì a mostrarsi particolarmente arrabbiato, anzi, il suo tono di voce era assai dolce e sensuale.
Il biondo sorrise furbescamente, poi lasciò vagare lo sguardo per la stanza, illuminata da uno spropositato numero di candele.
Il profilo di Mr. Park era dorato e i suoi occhi erano così belli e profondi che Jungkook si sarebbe volentieri perso in essi, se avesse potuto trovarsi da solo con lui. Gli stucchi e il mobilio che li circondavano erano di ottimo gusto, ma erano insignificanti in confronto alla presenza al suo fianco.
“Vi ho sorpreso, venendo qui sotto la pioggia”.
“Avete sorpreso tutti”.
“Lo so” confessò lui sorridendo soddisfatto, come se fosse un bambino, felice di avere appena combinato una marachella. Jungkook trovò il suo atteggiamento a dir poco adorabile.
“Ora esigo sapere il perché di questo vostro colpo di testa”.
Dopo aver detto ciò, il moro si perse a osservare le gocce d'acqua che colavano di tanto in tanto dalle ciocche di capelli del ragazzo seduto accanto a lui e gli finivano sul colletto, sulla giacca, oppure sulla fronte e poi lungo le guance e il collo. Avrebbe tanto voluto potersi avvicinare e asciugargliele.
“Se ve lo dico, mi promettete di non scoppiare a ridere?” domandò Mr. Park, incrociando il suo sguardo e facendosi improvvisamente serio. “E mi promettete anche di credermi?”.
Jungkook annuì. “Ve lo prometto”.
Un angolo della bocca del biondo si sollevò. “Avevo un disperato bisogno di vedervi e dato che ultimamente la pioggia non ha intenzione di smettere, ho deciso di ignorarla e di raggiungervi comunque”.
Jungkook sgranò gli occhi e si sentì quasi svenire. “State scherzando, spero”.
“No, Jeon, sono serio. Io sono venuto qui per voi, esclusivamente per voi”.
Jungkook non ci avrebbe mai creduto, se non avesse avuto davanti a sé un paio di occhi sinceri e colmi dello stesso sentimento che lui sentiva ogni giorno nel suo cuore.
“Come mai siete cambiato in così poco tempo? Soltanto pochi giorni fa vi divertivate a provocarmi in tutti i modi possibili e immaginabili e a guardarmi con disprezzo, mentre adesso... adesso sfidate addirittura un temporale e le domande scomode dei miei genitori e della famiglia Kim, pur di vedermi. Che cosa vi ha fatto cambiare?”.
“Le vostre parole mi hanno scosso a tal punto che ho deciso di lasciare che sia il mio cuore a prendere le decisioni, e non più la mia razionalità.
La vita è troppo breve, Jeon, e assurdo è permettere a questo mondo di tarparci le ali e congelarci gli animi. Io sono come voi e voglio iniziare a esserne fiero, senza più nascondermi dietro alla maschera del giovane ricco, viziato e presuntuoso. Ho deciso che voglio essere semplicemente felice e voi mi rendete felice come niente e nessuno ha mai fatto prima d'ora” confessò Mr. Park con gli occhi che gli luccicavano, un po' per l'emozione, un po' perché le fiamme delle candele vi si riflettevano.“Mr. Park...” sussurrò Jungkook. Un'immensa felicità aveva invaso il suo petto non appena aveva sentito quelle parole.
I suoi genitori e i Kim erano ormai incredibilmente lontani, sebbene si trovassero nella stessa stanza. In quel momento al mondo esistevano soltanto lui e il ragazzo biondo che gli aveva finalmente aperto il cuore e glielo aveva offerto su un piatto d'argento.
“Di che cosa parlate voi due?” domandò Mrs. Jeon, alzando il naso dalle sue carte.
I due smisero di conversare a parole e occhiate e si voltarono verso il resto della compagnia.
“Di Londra” rispose Mr. Park, facendo sorridere Jungkook. Era la stessa scusa che aveva usato lui con Seokjin, dopo che avevano lasciato la casa del biondo.
“Almeno avete trovato qualcosa di cui discutere senza uccidervi a vicenda” disse Seokjin, divertito. Poi riprese a studiare le sue carte, nel tentativo di portare a casa un'altra vittoria.
“È un argomento interessante anche perché siamo di opinioni diversissime” disse Jungkook, trattenendo una risata per quanto assurda fosse quella situazione.
Se solo avessero saputo, gli altri, di cosa stavano realmente parlando loro due...
“Possiamo andare da un'altra parte per conversare meglio, senza rischiare di disturbarvi” disse Mr. Park alzandosi e facendo cenno a Jungkook di imitarlo.
“Non è necessario, ma se proprio volete... Jeon, magari potete portare il nostro ospite a fare un giro per la casa, così che possa visitare tutte le stanze”.
“Lo farò” acconsentì Jungkook, rivolgendo poi un piccolo sorriso imbarazzato a Mr. Park.
“A noi basta che non vi ammazziate” ridacchiò Seokjin.
Poi tutti ripresero a giocare, ignari di che cosa stesse accadendo tra Mr. Jeon e Mr. Park.
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Compromise || Jikook
Fanfiction[Completa] Dove Jungkook e Jimin vivono nell'Inghilterra di inizio Ottocento e appartengono entrambi alla classe borghese. ▻ liberamente ispirata a "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen ▻ in alcuni punti potrebbe non rispecchiare la realtà di qu...