Capitolo 33

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Jimin si lavò in fretta e furia, perché voleva tornare da Jungkook e controllare che si fosse sdraiato sotto le coperte e avesse chiesto a Namjoon di preparargli una tisana calda.

Si vestì altrettanto velocemente, indossando gli abiti asciutti e puliti che l'altro ragazzo gli aveva prestato. Infine lasciò la stanza da bagno per precipitarsi in quella del moro, spalancando la porta senza nemmeno bussare e puntando immediatamente lo sguardo sul letto a baldacchino.

Fortunatamente Jungkook era lì. Si era cambiato e indossava una lunga camicia da notte bianca. Si era infilato sotto le lenzuola e aveva pazientemente aspettato l'arrivo di Jimin.

Appena il moro lo vide, un sorriso illuminò il suo volto.

“Come state? Avete chiesto a Namjoon di prepararvi la tisana calda?” sussurrò Jimin sedendosi sul bordo del letto e accarezzando i soffici capelli scuri del suo amato.

“Sì, è lì, ma è bollente e non riesco a berla” rispose Jungkook con un filo di voce.

“Non importa, adesso dovete soltanto riposare e non pensare a nulla. Io resto qui a tenervi compagnia”.

Jungkook sorrise e chiuse gli occhi, mentre Jimin poggiò una mano sulle sue guance e sulla sua fronte e sentì che la sua pelle scottava davvero tanto, sempre di più.

Aver corso sotto la pioggia ed essere rimasto a lungo con addosso i vestiti bagnati lo aveva portato ad avere una febbre improvvisa. Oppure era anche probabile che la malattia fosse nel suo corpo da prima, magari da giorni, e che solo in quel momento fossero comparsi i sintomi.

Jimin non poteva saperlo, dato che di medicina non se ne intendeva. Tuttavia l'esperienza che aveva bastava a suggerirgli che Jungkook non stava affatto bene. Sapeva che la febbre non era uno scherzo e che a causa sua troppa gente, anche sanissima, moriva da un giorno all'altro.

Jungkook teneva gli occhi chiusi e non aveva ancora smesso di sorridere. Jimin si chiese a cosa stesse pensando e fu sul punto di domandarglielo, ma poi preferì restare in silenzio e lasciarlo riposare. Magari in quel modo si sarebbe addormentato, così da riprendersi più velocemente.

Cercando di non fare troppo rumore, si sdraiò accanto a lui. Rimase su un fianco, con il gomito puntato sul cuscino e il palmo della mano appoggiato alla guancia, a osservare l'altro ragazzo, che teneva gli occhi chiusi e sorrideva.

Gli venne automatico sorridere anche lui. Poi però tornò serio, ricordando quanto calde fossero le sue guance e la sua fronte e preoccupandosi immensamente.

“Jungkook, riprendetevi in fretta, così possiamo tornare a passeggiare in mezzo ai campi, fino al prato fiorito dove siamo stati oggi”.

“Sto bene, Jimin, e non temete, perché ci torneremo presto” sussurrò Jungkook aprendo gli occhi e rivolgendo una breve occhiata al suo amato.

Jimin sospirò, quindi prese in mano la tazza poggiata sul comodino. “Coraggio, bevetene un po'. Vi sentirete meglio”.

Il moro acconsentì e si mise a sedere. Dato che faceva fatica a compiere perfino quella semplice azione, fu aiutato da Jimin, che dentro di sé si sentiva sempre peggio vedendo quanto l'altro fosse debole.

“Fate piano! Scotta” mormorò il biondo, con un braccio attorno alle sue spalle e una mano che stringeva la tazza.

Era bollente e gli stava bruciando la pelle, ma lui cercò comunque di resistere. Si morse il labbro per sopportare il dolore, mentre Jungkook sorseggiava la sua tisana.

“Grazie” sussurrò dopo qualche secondo, sdraiandosi di nuovo. Jimin poté rimettere la tazza sul comodino e rilasciare un sospiro di sollievo.

“Ora, per favore, aspettatemi per qualche minuto e nel frattempo restate a letto e riposate. Sarò di ritorno in un batter d'occhio”.

Compromise || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora