DOMINIQUE
Ho il suo peso addosso, scende con il viso sul mio, i capelli mi scivolano addosso. Non mi guarda mentre mi bacia, mi cerca, pianta le unghie nei polsi. Ruoto il bacino e la faccio cadere su un fianco, mi alzo e sono sopra di lei con le mani strette dentro le sue, l'immagine si è ribaltata dentro un improvviso gioco di specchi.
«E cosa vorresti fare? Sentiamo».
Ha i capelli in faccia, ride.
Cerco la bocca ma questa volta non mi bacia, scosta il viso, continua a ridere. Mi circonda i fianchi con le gambe, allora mi tiro indietro sollevandola di peso, sono inginocchiato sul letto e lei è sopra di me. Si spinge più in basso lasciandosi penetrare, butta indietro i capelli e si aggrappa alle mie spalle con entrambe le mani. Sono completamente dentro di lei, detta il ritmo che è frenetico e l'orgasmo la scuote subito, come se fosse rimasta lì, in bilico da ore, nella sola attesa di lasciarsi cadere. Crolliamo tra le lenzuola. Il respiro si mangia le parole.
«Chiamerò in studio per avvisare che non puoi uscire di casa. Quando Bollani sentirà le mie motivazioni sono certo che sarà più che comprensivo».
Si volta, guarda le nostre mani appaiate. Dalla strada un clacson rompe il silenzio, un televisore lontano sembra essersi acceso improvvisamente, una canzone stonata scansa l'aria, tutto ci riporta alla realtà. Di colpo. Troppo velocemente.
Si alza entra in bagno senza parlare, la seguo. Apre il rubinetto della doccia e si lascia colpire dall'acqua, stringe gli occhi, solleva il mento. Si insapona i capelli, si massaggia le spalle e poi scende piano. Mi spingo contro di lei, l'acqua mi cade addosso, rimbalza dal suo corpo al mio. Si adagia contro il palmo aperto, trattengo a stento la voglia di scoparmela di nuovo, questa volta da dietro, questa volta più a fondo, ma non faccio in tempo ad elaborare il pensiero perché si allontana in fretta ed esce dalla doccia. Chiude l'accappatoio con un movimento rapido della mano e torna in stanza. Rimango in bagno a fissare la mia immagine allo specchio. Afferro l'asciugamano, me lo passo tra i capelli ed esco. Sono in contemplazione del suo corpo che è in parte ancora esposto al mio desiderio. Gli slip di pizzo nero e il reggiseno si lasciano risucchiare da un vestito verde. Si volta, mi guarda, i capelli bagnati legati sopra la testa.
«Se non ti sto lontana arriverò tardi in ufficio».
«Ed è un problema?».
«Sì».
La voce è incerta, ma non indago oltre, perché mi supera in fretta e torna nuovamente in bagno. Quando il phon si accende sono già in salotto, vestito. Sprofondo tra i cuscini del divano e allungo le gambe sul tavolino di fronte. Il mio corpo si separa dalla mente, riposa mentre il cervello già elenca gli appuntamenti della giornata. Stiamo entrambi tornando alla vita reale, drastica e senza mezze misure. Il rumore dei tacchi scansa un'altra volta i pensieri, i piedi sono scomparsi dentro un paio di scarpe a punta, le caviglie svettano verso l'alto. Si muove in fretta davanti ai mobili della cucina, poi sembra ricordarsi della mia presenza e allora si ferma, mi guarda, due occhi sbarrati, lunari, che mi cercano come se non fossi esattamente dove sono. È il movimento delle mani a ridare ordine alle cose. Prende un bicchiere dal tavolo, due cucchiaini e mi raggiunge.
«Sentiamo se sono stata brava».
Sposto le gambe per farle spazio, si siede sul tavolo, affonda il cucchiaio dentro la crema ormai compatta e mi imbocca delicatamente. Il sapore dolce mi riempie la lingua, scivola in gola, denso.
«Sei sulla buona strada».
Inizia a mangiare, sorride soddisfatta.
«Dove mi porti stasera?».
«In riva al mare».
«E staremo in riva al mare tutto il fine settimana?».
«Più o meno».
«Te l'ha mai detto nessuno che abusi di tutti questi più o meno?».
«Può essere».
Mi guarda pensierosa, abbassa gli occhi sulle mie mani.
«Ci vuole un bagaglio?».
Le tolgo di mano il bicchiere vuoto, lo appoggio sul tavolino e le accarezzo le ginocchia.
«Per quello che mi riguarda, puoi venire esattamente così. Un vestito per uscire e tutto il resto del tempo a mia completa disposizione. Il più o meno dipende dal fatto che non ho nessuna intenzione di farti uscire».
Si avvicina, mi sfiora il mento con un bacio e si alza.
«Facciamo che per sicurezza un costume me lo porto o hai affittato una spiaggia intera?»
«Più o meno».
La sento ridere mentre entra in camera. Prendo l'Iphone, controllo le mail, in questi giorni ho dedicato pochissimo tempo al lavoro. La società e Mila hanno assorbito tutte le mie attenzioni. Rispondo in fretta a due fornitori e sollecito l'invio di alcuni documenti che stavo aspettando da giorni.
La sua mano è sul mio braccio, sposto gli occhi ed è di nuovo lì.
«Mr Gibrain, sono a sua completa disposizione».
«Non potrei chiedere di meglio».
Scendiamo le scale e la leggerezza di quella voce mi sembra per la prima volta diversa, improvvisamente sincera.
Una volta in strada, infilo gli occhiali da sole, la luce mi abbaglia e il corpo si irrigidisce. Stringo la sua mano e vorrei tornare dentro, con lei, nel buio della stanza, al riparo dalle ore del tempo. Le sue dita rispondono alla presa, si volta, mi guarda, strizza gli occhi.
«Certe notti dovrebbero durare mesi».
Apro la portiera della macchina e la guardo salire, questa donna mi sta completamente annebbiando la vista. In pochi minuti siamo in strada e neppure me ne rendo conto.
«Fermati qualche metro prima del portone. Scendo lì».
«Non ne vedo il motivo».
Sbuffa nervosamente.
«Dominique... lo dico per entrambi».
La sua voce è ferma, non ammette repliche.
Spengo il motore prima di girare l'angolo. Mi volto e la guardo incuriosito da quel suo improvviso cambio d'umore.
«Lascia pure le tue cose in macchina, stasera ti aspetterò qui. E avvisa tua madre e Sara, e chi altro sei tenuta ad informare, che non ti devono cercare».
Sorride, mi sfiora la mano e poi scende dalla macchina senza aggiungere altro, l'angolo della casa sembra divorarsela in un boccone. Inserisco la retromarcia e mi volto per fare manovra. A pochi passi dalla macchina Brunori mi osserva. Non abbasso lo sguardo, sorrido, e mi immetto nuovamente in strada spingendo sull'acceleratore.
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OUTSIDE
RomanceOutside è il primo episodio della serie "Side of Love". Mila, giovane avvocato di Firenze, lavora presso lo Studio Bollani-Innocenti e vive una travagliata relazione con uno degli avvocati dello studio. A un concerto degli Staind incontra Dominique...