Diciotto giorni e poi basta

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MILA

Sara è riversa sul divano, dorme con la tv accesa e un libro spalancato in braccio. Mi siedo sul tavolino e le accarezzo la fronte, la guardo, sospiro. Una penna rossa rotola a terra. Apre gli occhi e scoppia a ridere.
«E io che mi illudevo stessi dormendo veramente».
«Devo ricordarti che sono un'attrice? E adesso, ti prego, racconta tutto. Chi fa le ore piccole non deve dire bugie».
«Non le so dire le bugie».
Si piega in avanti, mi guarda i piedi, poi alza il viso e mi annusa il collo.
«Sei tutta intera, non manca nulla e questo profumo che sento non è il tuo, quindi non poniamo limiti alle oscenità».
«Sara, ti prego».
«Insomma devo chiederlo a lui se ti ha scopata come si deve?».
«È stato inaspettato e meraviglioso. Non so che altro aggiungere, credimi».
Sale in piedi sul divano e inizia a saltare, aspira l'aria ed emette un suono stridulo. Mi alzo, la guardo, ma non riesco a reggere il suo entusiasmo, sono stanca, disorientata.
«Vado a dormire, domani devo andare al lavoro e non posso farmi trovare in queste condizioni da Marco».
Fa un balzo in avanti e mi raggiunge.
«No, aspetta! E a noi cosa ce ne importa adesso di Marcolino?».
Mi prende il mento e se lo porta a pochi centimetri dalla bocca.
«Non starai mica pensando a lui, vero?».
Sposto la testa, mi allontano di poco, ma sfuggo comunque alla presa.
«Devo lavorarci assieme, Sara. Lo capisci?».
«No, non lo capisco, ma chissenefrega. Io penso a Dominique, ora! Quando vi rivedete?».
«Domani sera. Forse».
Mi accompagna in camera, spalanca la porta del bagno e apre il rubinetto della doccia.
«Rilassati con un bel bagno e vai a nanna. Domani devi essere in forma».
Se ne va, lasciandomi sola ad osservare il vapore dell'acqua che si leva davanti allo specchio.
Entro sotto il getto che mi brucia la schiena, regolo la temperatura e respiro. Diciotto giorni e poi basta.
Vivi Mila. Vivi.

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