II

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NARRATORE ESTERNO

Pioveva quel pessimo giorno di gennaio.

Nicole aveva sempre apprezzato la pioggia e Joshua lo sapeva.
Sembrava lo sapesse anche il cielo, perché il giorno in cui il corpo di sua madre venne chiuso in una bara ornata di orchidee, i fiori che lei tanto adorava, le nuvole rilasciarono le goccioline con cui lei amava giocherellare insieme a Joshua nelle giornate nuvolose che prospettavano furiosi e violenti temporali.

Era un gioco tutto loro.
Un gioco con il quale Nicole aveva abbattuto ogni barriera innalzata da Joshua dal primo giorno in cui si erano incontrati.

Joshua lanció un'occhiata di disgusto alle orchidee che ornavano anche la bara color bianco latte in cui vi era il corpo, ormai morto, della madre.
Una volta Joshua le aveva chiesto il perché lei adorasse talmente tanto quei fiori che si accingeva a piantare in tutto il giardino.

《L'orchidea esprime armonia e bellezza. Essa nacque in memoria di Orchide che è una figura androgina e piena di fascino, ed è diventato l'incarnazione della bellezza in sé, l'armonia del tutto. Inoltre, bambino mio, questo fiore rappresenta un dono raffinato, ideale per esprimere un sentimento puro e sincero.》
《Come l'amore?》le chiese il piccolo accovacciandosi al suo fianco per osservare da vicino come la madre curasse con cotanto impegno e dedizione quel bel fiore.
《Come l'amore.》confermò ella sorridendo con infinita dolcezza.

Joshua ne colse uno e lo avvicinò al capo chino di Nicole che era ritornata a concetrarsi sui suoi adorati fiori, impigliando lo stelo tra le morbide ciocche brune dei ricci capelli di lei.
Gli occhi celesti di quest'ultima si fissarono in quelli neri del piccolo e la madre gli stampò un bacio umido sulla guancia paffuta.

Joshua le aveva dimostrato di amarla regalandole quel fiore, ma, osservando i bouquet di quegli stessi fiori che circondavano quel giorno il corpo morto della madre, pensò di odiarli terribilmente.

Per lui non erano più un simbolo d'amore, ma, di morte e tristezza.

E, nel mentre il Signor Thompson, dal volto stravolto dalle lacrime, sotterrava il corpo della moglie, sua figlia, avvolta in una pesante copertina rosa, piangeva e strillava come se avvertisse l'immenso dolore che permeava nell'aria calda e umida, così opprimente che Joshua avvertì uno straziante nodo alla gola che gli spezzò il respiro rischiando di farlo soffocare.
Pur di non commettere un omicidio, uccidendo la responsabile della morte di Nicole, Joshua piantò le unghie nel rivestimento antico che conteneva il libro che più amava leggere sua madre, la Bibbia.

Il pianto insistente di Amélie infastidiva Joshua.
La sua presenza infastidiva Joshua.
La sua stessa esistenza infastidiva Joshua.

Nicole aveva partorito una bellissima bambina dai capelli quasi bianchi e gli occhi celesti sbiaditi, perché quella bambina era cieca.

"Una bambina rotta." la definiva Joshua.

E, la malediva perché la madre aveva scelto la morte per salvare lei.
La madre aveva scelto di abbandonare la vita per donarla a lei, e Joshua non poteva sopportare che la figlia di Nicole fosse cieca e non perfetta come la madre.

Solo il colore degli occhi assomigliavano a quelli di Nicole, la forma a mandorla di quest'ultimi e i capelli d'un biondo quasi bianco li aveva ereditati dal padre e, ciò alimentava maggiormente l'odio che provava Joshua nei confronti della piccola.
Infatti, da quel giorno l'odio per quell'uomo aumentò a dismisura.
A sua volta, anche il comportamento del Signor Thompson divenne ancor più insopportabile, infatti, se in precedenza a Joshua venivano lasciati solamente sguardi di indifferenza o d'odio, dalla morte di Nicole, si erano aggiunte torture corporali nonché mentali.

𝑂𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑏𝑢𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora