NARRATORE ESTERNO

Dubitare di sé stessi è per i pigri, sperare è per i coraggiosi, per i sognatori, per quelle persone che necessitano affrontare e vincere le sfide della vita.

Amélie, con il petto ricolmo di un'emozione nuova e unica che, mai si sarebbe aspettata di poter provare, credette alla promessa silenziosa della donna appoggiata al suo fianco.

《Concediti il lusso di sperare, Amélie.》disse la Dottoressa con tono materno, accarezzandole con estrema delicatezza la guancia livida su cui era scivolata una piccola e dolce lacrima.

La donna si strinse nel bianco camice, con il cuore dolente dal dispiacere desiderò cancellare quella lacrima assieme ai dolorosi traumi che vide scorrere chiaramente in quegli occhi grandi da ragazzina.

Quegli occhi che, finalmente, stavano conoscendo la vita nella sua interezza, con i suoi più belli colori, senza, però, essere in grado di comprenderne la bellezza.

《E, se poi, non arrivassi mai a vedere la luce?》domandò flebilmente Amélie tirando in sù con il naso nell'intenzione di darsi una parvenza di contegno.

La Dottoressa con sguardo pensieroso le fissò il bellissimo e, triste, viso da bambola restando per un attimo in silenzio.

《E, se, invece, ci riuscissi?》ribatté la donna con indicibile dolcezza, allontanando lo sguardo dal brutto livido che colorava crudelmente lo zigomo pronunciato di Amélie, la quale, si sforzó di trattennere il respiro e le lacrime che le si erano ammucchiate negli occhi.

Erano lacrime cariche di meraviglia, di confortanti consapevolezze e dolce accettazione.

Erano lacrime che avrebbero amareggiato il mare, rendendolo furioso e vendicativo, desideroso di punire chiunque avesse osato far piangere una creatura così innocente e pura.

Eppure, quelle lacrime servirono, in parte, ad attenuare il dolore nel tenero e fragile cuore di Amélie fornendole il coraggio necessario per poter iniziare finalmente a sperare.

《Ora, Amélie, voglio che tu presti molta attenzione alle parole che ti sto per rivolgere.》enunciò all'improvviso la donna con il volto indurito dalla serietà dei suoi pensieri.

Amélie si asciugò goffamente le strisce bagnate di lacrime che erano colate ai lati del suo viso, concentrando lo sguardo sulla sagoma della dottoressa.

《Zain Martìnez, non è certamente un uomo facile da ingannare.》affermò la donna, sospirando con espressione rammaricata.
《È astuto, è subdolo e dotato di un'intelligenza criminale a dir poco impareggiabile, per non parlare della violenza mortale che gli scorre nel sangue.》

Un brivido gelido scosse visibilmente il debole corpo di Amélie al pensiero del supplizio che aveva subito per mano di Zain.

《Ne so qualcosa.》rispose a mezza voce, abbassando il capo.
《Cosa mi consigli di fare, Dottoressa?》domandò, continuando a rimanere con il volto rivolto alle lenzuola, ormai ridotte ad un ammasso di stoffa stroppicciata e confusa.

《Ammalialo, Amélie.》affermò, spostandosi, fronteggiando quest'ultima.
《Fai in modo che si innamori di te.》suggerì la donna, fissandole con comprensione il bel volto ora aggrottato in un'espressione di puro sconcerto.

Per qualche momento, Amélie non seppe dove fissare gli occhi in preda alla confusione, poi, gli angoli della bocca le si piegarono in un sorrisetto derisorio.

《Sei un'illusa se sei convinta che Zain sia in grado di provare amore nei miei confronti, che sia in grado di provare amore in generale.》asserí con voce terribilmente seria serrando le mani in due pugnetti stretti e tremanti.

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