XVIII

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AMÉLIE


Il giorno dopo mi svegliai con il leggero sentore che avrei dovuto rimboccarmi nuovamente le maniche e ricominciare a costruire la mia vita da zero.

Ma, dall'avvertimento che mi aveva rivolto Zain prima di abbandonare la camera in cui successivamente avevo riposato per l'intera nottata, compresi che, questa volta, non sarei stata da sola.

Ciò che mi rendeva oltremodo confusa, però, era che la dura intimidazione di quest'ultimo avrebbe dovuto incutermi perlomeno un pizzico di terrore, invece, mi trovai ad essere ansiosa ed emozionata.

Non era normale, ciò lo riconoscevo indubbiamente.
Ma, Zain era stata l'unica persona in tutta la mia esistenza a lottare per avermi nella propria vita.

Una madre morta, un padre assente e alle volte violento, infine, un fratello con forti sbalzi d'umore e grossi problemi di rabbia.

Chi c'era mai stato per me?
Chi mai aveva desiderato godere del mio amore?

Fino a quel momento, assolutamente nessuno.

Perciò, nonostante i motivi per il quale Zain mi volesse, altamente contrari a ciò che prevedeva la legge, nella mia mente lui aveva comunque insistito affinché fossi lì, a casa sua, al suo fianco.

Finalmente!
Era arrivato il momento di smetterla una volta per tutte di sprecare troppo tempo a pensare a chi non c'era e non c'era mai stato.

Ero super agitata e impaziente di iniziare la giornata con il migliore dei propositi: conoscere il mio futuro marito.

In fondo, Zain me lo doveva.

Da come avevo compreso, il contratto nuziale non poteva essere rotto senza che potessero sorgere dei pericolosi malcontenti tra Zain e Joshua.

Proprio quest'ultimo, prima che Zain praticamente mi rapisse dalla villa di Joshua, ricordai mi avesse praticamente implorata di non commettere errori né di solamente provare a pensare di scappare, altrimenti...

《Oh...ma, insomma!》sbottai rabbiosa quando un brivido di paura mi scorse per le ossa al solo rammentare le parole di Joshua.

"Ci farai ammazzare!"aveva detto.

Avevo il presentimento che quest'ultimo non avesse scherzato.
Joshua non era fisicamente in grado di scherzare.
A malapena l'avevo sentito ridere.

Inoltre, nel proferire quelle parole aveva adottato un tono serio e, anche impanicato.

Lì avevo compreso che anche il freddo Signor Joshua Thompson era in grado di provare un po' di umana paura.

Ma ciò mi spinse a riflettere maggiormente sulla mia situazione.

Se Zain era in grado di incutere timore al mio fratellastro, ch'era l'uomo più temibile che avessi mai conosciuto dopo mio padre, significava che a maggior ragione io non dovevo compiere passi falsi.

Pertanto, avrei accettato questo matrimonio combinato forzatamente.

Certo che l'avrei accettato.
Ma...alle mie condizioni.

E, cioè?

Cioè volevo davvero conoscere l'uomo che sarebbe divenuto mio marito.

Se Zain aveva insistito così tanto ad avermi come moglie stava a significare che desiderava realmente legarsi a me e offrirmi del sincero affetto.

Ed io, ne avevo tanto bisogno.

Dunque, acconsentendo a sposare Zain, avrei evitato un inutile spargimento di sangue, nonché avrei potuto godere dell'affetto di una persona che finalmente era desiderosa di essere parte della mia vita.

𝑂𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑏𝑢𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora