XXXIV

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JOSHUA

Se "la morte" ti offrisse la possibilità di sacrificarti per qualcuno, per chi lo faresti?

La prima persona a cui pensai fu lei.
Per Amélie mi sarei sacrificato all'infinito.

Forse per meritarmi il suo perdono.
Forse perché, ad oggi, il pensiero che lei improvvisamente potesse scomparire sarebbe troppo doloroso da sopportare.

Eppure, avevo trascorso anni e anni a sognare che la mia Nicole non fosse morta a causa di quel parto difficoltoso.
Tutti quegli anni a sperare, ad immaginarmi una vita in cui Amélie non fosse mai nata.

Ora, quel desiderio, mi sembrava così dannatamente sbagliato.
Ora, finalmente capivo.
Capivo d'aver sbagliato tutto fin dal maledetto principio, fin da quel lontano giorno di tanti anni prima in cui piansi di rabbia quando mia madre abbracciandomi con gli occhi sprizzanti di gioia mi annunciò la lieta notizia, che avrei avuto una sorella, non comprendendo che, Amélie non avrebbe mai e poi mai rubato il mio posto nel cuore di Nicole.
Lì dentro c'era abbondantemente spazio per entrambi.

Stupido, ottuso, ragazzino di merda convinto di tale errato pensiero, ingnaro che, in realtà, Amélie sarebbe poi divenuta la sola e unica mia fiammella.
Amélie avrebbe scaldato il mio cuore ghiacciato, mi avrebbe amato con tutta sé stessa non abbandonandomi per nessuna ragione al mondo.
Anche, al costo di morire, compresi con pauroso sgomento quando alla domanda di Zain, prontamente rispose:《Io!》.

Lei, la mia piccola e adorabile bestiolina, tanto gracile quanto tenace, ebbe la forza di gridare la sua risposta.
Io, invece?
Io, nonostante avessi tanto desiderato protendermi all'infinito con la fronte madida di sudore sul foro da cui sarebbe poi uscito il maledetto proiettile, non ebbi più voce.

Lo shock mi impedí di controbattere, anche di solamente sussurrare la mia responsiva.

Piansi solamente.

Io, che non ero facilmente incline al pianto, fui piegato in due dalla consapevolezza che, non avrei più rivisto Amélie, né che io vivessi né che lei vivesse.

Che strana la vita.
Bastarda ed infima, ti impartisce lezioni nel modo peggiore.

Nel mio caso, stava togliendomi la possibilità di divenire finalmente il fratello che Amélie aveva da sempre desiderato fossi, mettendomi di fronte ad un crudele bivio.
Bivio?
Poteva realmente definirsi tale?
Zain mi, anzi, ci stava imponendo una scelta tra due possibilità, che però, portavano allo stesso, triste risultato.

Io e Amelie non avremmo mai avuto una minima chance di assaporare il nostro legame.

Questa amara e dolorosa consapevolezza mi stravolse violentemente il petto tant'è che percepii chiaramente il mio cuore ingrossarsi fino a scoppiare in tanti piccoli pezzetti di carne, macellandosi contro le costole.

Con occhi vuoti ma straripanti di lacrime, fissavo il bellissimo volto, livido e leggermente gonfio, di Amélie la quale a sua volta fissava in alto con lo sguardo perso ma sprezzante, laddove si trovava il profilo di Zain.

Quest'ultimo mi rivolse un sorriso beffardo che mi fece tendere dolorosamente i muscoli del collo dalla crescente rabbia scaturita soprattutto dall'impontenza a cui lui mi stava costringendo.

Mi trovai quasi a ringhiare come un cane contro quella bestia d'uomo che, non aveva fatto altro che rovinare la mia vita, infittendo il nero del mio rancore col proprio della sua vendetta.
Vendetta, che stava mietendo la vittima più innocente e pura.

《Mi stupisci sempre di più, mi amor.》la lodó con tono falsamente carezzevole Zain, sfiorando con la canna della pistola la guancia gonfia e di un colore misto tra il viola e il verdognolo di Amélie.

𝑂𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑏𝑢𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora