ZAIN
Le respirai affannosamente tra le ciocche scomposte biondo freddo di Amelie, la quale restava ferma ed improvvisamente rigida sul materasso su cui l'avevo fatta mia per la seconda volta da quando c'eravamo sposati il giorno prima.
Aspirai il nostro odore che l'avvolgeva interamente in una stretta coperta.Fu così intenso e soddisfacente il dolce pensiero di saperla finalmente mia che mi venne nuovamente duro.
Mi sollevai di poco dalla sua piccola e adorabile schiena, premendo il mio pube contro le sue natiche deliziosamente tonde e perfettamente bianche se non per la presenza di alcuni aloni rossastri a macchiare la pelle pulita.
Amélie divenne ancora più tesa ma, ragionevolmente, non si divincolò né si oppose alle mie intenzioni.Con un'insolito slancio di tenerezza mi chinai a baciarle la spina dorsale, avvertendo ogni suo più impercettibile ossicino sulla pelle delle labbra.
《Impari in fretta, bambolina. Così ti voglio...》le sussurrai con tono insidioso tra un bacio umido e un sospiro flebile che le accarezzavano la gracile colonna vertebrale che avrei potuto spezzarle con una sola mia mano, senza il minimo sforzo da parte mia.
《Remissiva e arrendevole.》le rinfacciai compiaciuto leccando languidamente la base della sua piccola colonna vertebrale, laddove la pelle sporgeva leggermente, proprio sul suo piccolo osso sacro.
Le allargai poi, le natiche graziose concentrandomi sull'orifizio anale, piccolo e di un colore leggermente più scuro dell'adorabili labbra che spuntavano leggermente più in giù.
Calai il volto proprio in quel punto annusando come un cane in calore l'odore di sesso che mi inebriò i sensi, fottendomi il cervello.
Ringhiai come un animale lambendo con i denti una piccola porzione delle sue carnose labbra vaginali, godendo del sussulto spaventato che fece sobbalzare Amélie sul materasso facendola involontariamente avvicinare di più alla mia bocca affamata di lei.《Sei così deliziosa...》dissi estasiato per poi emettere un lungo e profondo mugolio roco avvertendo il sapore di noi sulla lingua.
Le cosce cremose e pallide di Amélie tremavano incontrollate e, il capo era chinato sulle lenzuola ormai stropicciate ma ancora d'un bianco brillante, quasi volesse soffocare in quella stoffa pur di fuggire da me e dalle sensazioni che sapevo di provocarle nonostante la sua ostinazione.
Dio, quanto odiavo quella sua testardaggine che si incaponiva a dimostarmi anche non ribellandosi al mio tocco possessivo e insistente.
Un pensiero oltremodo malevolo fece radici nella mia mente psicopatica e altrettanto sadica.
《Ho fame.》proruppi improvvisamente allontanandomi dalla vulva dolce e arrossata di Amélie, poggiando i piedi sul pavimento in legno colmo di scheggie appuntite che graffiarono di poco le piante di quest'ultimi rammentandomi come ogni giorno le mie umili origini.
Era quella la motivazione per la quale avevo scelto di abitare in questa catapecchia anziché in una lussuosa villa nonostante me lo potessi ampiamente permettere.
Io non avevo mai dimenticato il luogo in cui ero cresciuto, e il fango nero e viscoso che lì mi era piombato improvvisamente addosso all'età di soli dodici anni, da cui avevo tratto lo stesso colore, imbrattandomi l'anima e insudiciandomi il cuore.
Amélie voltò leggermente il viso arrossato e umido di lacrime palesando lo sgomento provocato dalla mia repentina uscita.
《Co-cosa?》domandò con voce flebile ma capace di trasmettere un'esilarante confusione.
Trattenni un sorrisetto divertito alla sua espressione facciale.
《Tu non hai fame?》le chiesi dolcemente avvicinando il mio viso al suo stampandole uno schioccante bacio che le bagnò l'osso sporgente dello zigomo della mia saliva.
Amélie dopo un breve attimo di esitazione annuì tacitamente per poi mettersi a sedere rotolando su sé stessa coprendosi con le lenzuola bagnate di noi e del suo sangue verginale che non poteva vedere.

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𝑂𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑏𝑢𝑖𝑜
Romanzi rosa / ChickLitAmélie è nɑtɑ ciecɑ, dɑ tuttɑ lɑ vitɑ bɾɑncolɑ nel buio. Una vita che le è stata data tramite la morte di sua madre. Una morte che ha causato tanto dolore, al punto che Amélie subisce da quando ne ha memoria l'indifferenza e l'odio del padre e del...